Cosa c’è sotto i provvedimenti del Ministero: avvio anno scolastico
L'obiettivo del regolare avvio dell'anno scolastico viene perseguito saltando tutti i passaggi di semplificazione e accelerazione delle procedure a monte, ma è posto a valle, individuando uno spartiacque: il 31 agosto per quest'anno, il 31 luglio a regime.
L'obiettivo del regolare avvio dell'anno scolastico viene perseguito saltando tutti i passaggi di semplificazione e accelerazione delle procedure a monte, ma è posto a valle, individuando uno spartiacque: il 31 agosto per quest'anno, il 31 luglio a regime. A parte le supplenze annuali che vengono affidate ai dirigenti scolastici, ciò che l'amministrazione non riesce a fare entro quel limite semplicemente non si fa. Tanto le conseguenze ricadono tutte sui lavoratori che non hanno l'utilizzazione richiesta o sono assunti in ruolo con la sola decorrenza giuridica, perdendo in molti casi un anno di stipendio.
Lo stile è chiaro: i nodi non vengono sciolti ma tagliati. Il Ministro non apre tavoli di confronto per snellire e semplificare, l'amministrazione se non ce la fa comunque non paga conseguenze, l'immagine è comunque salva, diritti e interessi dei lavoratori sanciti da norme e contratti sono una variabile residuale.
I diritti dei lavoratori sono contrapposti a quelli degli studenti e delle famiglie, le organizzazioni sindacali rappresentate come l'ostacolo per il miglioramento della scuola così come sono accusati de essere l'impedimento dello sviluppo economico.
Nel merito il decreto interviene in una situazione di ritardi accumulati nelle operazioni di gestione personale, che avevano reso necessario, anche nello scorso anno il decreto De Mauro di conferma supplenti dell'anno precedente.
Rispetto a quel decreto si era comunque ottenuta l'assunzione degli aventi diritto e la loro messa a disposizione per le supplenze in modo appunto di non fare ricadere i ritardi dell'amministrazione sui lavoratori. Un emendamento analogo è stato respinto e la situazione nellerealtà metropolitane è a rischio. In queste situazioni le nostre strutture sono impegnate a chiedere una gestione più flessibile della scadenza del 31 agosto in modo da permettere le assunzioni in ruolo senza pregiudicare il regolare inizio dell'anno scolastico.
Vi sono però ancora molti nodi aperti che ci preoccupano non poco.
Primo fra tutti l'assunzione dei supplenti annuali da parte dei dirigenti scolastici.
Abbiamo da subito segnalato l'ingestibilità di una norma che affida ai dirigenti scolastici la convocazione contemporanea dei supplenti annuali e fino al termine dell'attività didattica da un'unica graduatoria provinciale e abbiamo per questo proposto unitariamente l'emendamento sulle scuole polo cui assegnare per tutta la provincia il compito di effettuare le nomine per una tipologia di posto o per una determinata classe di concorso. Il governo ha irresponsabilmente respinto questo emendamento di assoluto buon senso, per seguire la logica del tutto ideologica dell'ANP, che considera l'attribuzione della nomina delle supplenze annuali dopo il 31 agosto un potere intangibile, anche se determinerà con ogni probabilità inutili disagi, ritardi, sviluppo del contenzioso. Infatti, ora le scuole, nelle province dove i Provveditori non hanno effettuato le supplenze annuali, si troveranno ad operare in una situazione di grande confusione, con gli uffici di segreteria con gli organici ridotti dai tagli, a fare centinaia di telefonate per gli stessi insegnanti, con ritardi inevitabili e diritti di graduatoria calpestati.
Né ci sembrano risolutive le istruzioni che il Ministero ha elaborato con una apposita nota tecnica, anzi sotto certi aspetti aggravano la situazione.
Dalla macchinosità delle operazioni lì proposte si capiscono tre cose: le scuole dovranno fare decine, centinaia di telefonate, i precari non avranno garantito il diritto di graduatoria a causa della confusione delle diverse chiamate che riceveranno. Non solo, i dirigenti scolastici in sede di conferenza di servizio potranno individuare criteri sulla base dei quali chiamare i docenti che preferiscono, non rispettando per scelta i diritti di graduatoria dei precari. Ne consegue che l'assunzione è garantita a tutti coloro che ne hanno diritto sulla base della graduatoria, ma la scelta della sede può non avvenire secondo graduatoria: una prima apertura alle richieste dell'ANP di poter assumere direttamente i docenti.
Una scelta molto grave che contrasteremo a partire dai ricorsi al pretore del lavoro.
Altro punto che ci preoccupa fortemente riguarda l'integrazione degli alunni handicappati: la fretta e l'approssimazione del governo rischiano hanno finora dimenticato di chiarire un aspetto rilevante: dopo il 31 agosto a chi spettano le competenze per le modifiche in organico di fatto in merito allo sdoppiamento delle classi e alla concessione delle deroghe al rapporto base insegnanti/alunni con handicap ? Una lettera unitaria ha chiesto al Ministero di chiarire al più presto questo punto.
Le richieste di chiarimento riguardano poi altre questioni.
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Le 60.000 assunzioni di insegnanti per il biennio 2000/02, tanto sbandierata dal Ministro nonostante fosse una decisione già presa dalla precedente legge finanziaria, sono effettive oppure i 35.000 posti per il 2001/02 contengono anche i posti non utilizzati per il 2000/01.
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Le assunzioni a tempo indeterminato del personale ATA saranno tutte con la sola decorrenza giuridica oppure, come noi sosteniamo. Il decreto per il prossimo anno scolastico non applica agli ATA la norma che vale solo per i docenti sul differimento dell'effettiva assunzione per le nomine dopo il 31 agosto 2001 e sull'attribuzione della competenza alle scuole per le supplenze annue.
Ci risulta infine che molte scuole siano in difficoltà rispetto alla compilazione delle graduatorie di istituto a causa del supporto informatico lento e faticoso e della carenza di organico delle segreterie delle scuole.
Roma, 31 agosto 2001
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