Con la FLC Cgil per costruire veramente un sistema di istruzione italiano all’estero pubblico e di qualità.
Rsu e contrattazione sono strumenti indispensabili per la democrazia nella scuola. Lo sono stati ieri per difendere la dignità ed i lavori del nostro lavoro, per fermare ogni forma di autoritarismo. Lo sono oggi e lo saranno domani per valorizzare la nostra professionalità, per ottenere investimenti e riforme coerenti con le nostre battaglie, per sentirsi orgogliosi di lavorare nelle scuole e nelle istituzioni scolastiche pubbliche italiane all’estero.
In questi lunghi anni di governo di centro destra e di politiche neoliberiste la FLC Cgil si è battuta per difendere la scuola di tutti; si è battuta per difendere la democrazia e le conquiste della scuola pubblica;si è battuta per difendere il nostro sistema pubblico di istruzione in Italia e all’estero dai tentativi di privatizzazione;si è battuta con coerenza e determinazione per tutelare i diritti e il valore del lavoro del personale docente in servizio in Italia e all’estero; si è battuta per garantire anche ai nostri connazionali all’estero un servizio di qualità e di efficienza.
Siamo scesi in piazza per bloccare la controriforma Moratti che voleva una scuola basata sul censo, sull’impoverimento del valore di chi lavora nella scuola pubblica con il tacito scopo di favorire l’intervento dei privati.
Ci siamo opposti, anche da soli, con scioperi e grandi manifestazioni all’impoverimento dell’offerta formativa causata dai tagli degli organici e dei finanziamenti.
Abbiamo denunciato e combattuto la riduzione delle risorse destinate al funzionamento delle scuole e delle istituzioni scolastiche italiane all’estero.
Abbiamo denunciato gli interventi legislativi del passato governo tesi a minare l’autonomia contrattuale e a favorire interventi ad personam .
Ci siamo battuti in ogni luogo affinché a tutto il personale in servizio all’estero fossero garantiti gli stessi trattamenti normativi e contrattuali.
Ci siamo opposti ai tentativi del MAE di “morattizzare” e mortificare la scuola italiana all’estero.
Coi siamo battuti contro i tentativi di decontrattualizzazione messi in campo dal MAE.
Abbiamo riaffermato la centralità del CCNL e del CCNIE.
Abbiamo combattuto, in ogni sede, con tenacia l’autoritarismo e il burocratismo dell’Amministrazione in tutte le sue articolazioni.
Ci siamo battuti ovunque affinché il diritto e la trasparenza prevalessero sui piaceri e sulle clientele.
Abbiamo, però, anche proposto idee e progetti veri per migliorare la nostra scuola all’estero ribadendo la centralità dell’intervento pubblico e la definizione dell’orizzonte dei diritti e dei doveri del personale delle scuole, dei corsi, dell’Università, della Ricerca, dei licei internazionali, delle Scuole europee e dei progetti bilingue.
Abbiamo rivendicato per i docenti precari in servizio all’estero trattamenti economici e normativi adeguati e coerenti con il contratto.
Abbiamo rivendicato per il personale assunto in loco condizioni economiche e normative certe ed esigibili.
Abbiamo raccolto successi in un confronto duro e serrato grazie alle RSU e a tutti i lavoratori.
Abbiamo subito battute d’arresto che però non ci hanno impedito di ottenere risultati e imporre una inversione di tendenza.
Dobbiamo ripartire da qui per volere con tutta la nostra forza e determinazione una scuola e un sistema di istruzione italiano all’estero pubblico, di qualità, di valore, caratterizzato da una vita democratica fondato su un approccio nuovo che valorizzi la professionalità e tutti gli elementi di potenzialità che derivano dalla presenza diffusa e capillare degli interventi scolastici e culturali italiani in Europa e nel mondo.
Insieme dobbiamo ottenere risultati ancora più importanti e utili alla scuola e al nostro sistema pubblico di istruzione all’estero.
Dobbiamo confermare la centralità strategica dell’intervento pubblico in quanto, pur nella sua eterogeneità territoriale e nelle sue diverse specificità e articolazioni, consente di coniugare il dibattito nazionale sulla cultura e sull’educazione con le specifiche tematiche delle migrazioni favorendo, così, l’interazione feconda tra le varie identità culturali e l’arricchimento dei vari sistemi educativi.
Per questo riteniamo che la scuola italiana pubblica all’estero vada riprogettataa cominciare dall’estensione reale del principio dell’autonomia scolastica e dalla riqualificazione della politica del personale che non può non prescindere da una significativa stabilità della loro permanenza.
Va superata la condizione giuridica di dipendenza del Mae dei lavoratori della scuola in servizio all’estero e va perseguita una politica degli organici funzionale alle scuole e alle istituzioni scolastiche italiane all’estero anche attraverso un’estensione significativa del contingente.
Vanno respinte tutte le ipotesi di privatizzazione del sistema e va ridisegnato il quadro delle regole degli interventi dei soggetti privati a cominciare dall’affermazione dei diritti contrattuali del personale del personale che vi opera.
Vogliamo porre fine alla politica dei tagli e vogliamo che si avvii una nuova stagione di investimenti consistenti e necessari per rilanciare la qualità formativa, l’efficienza delle sedi e una migliore strumentazione.
Vogliamo migliorare le condizioni retributive e normative per superare gli attuali processi di “precarizzazione” del servizio in atto.
Vogliamo ampliare la democrazia nelle scuole e nelle istituzioni scolastiche rafforzando ed estendendo le RSU e gli organi collegiali.
Vogliamo valorizzare ulteriormente la professionalità del personale perché rappresenta un fattore di arricchimento in quanto consente di proiettare al di là dei confini nazionali la nostra tradizione scolastica e pedagogica potenziando gli scambi e i rapporti reciproci tra i vari sistemi educativi.
Insieme possiamo farcela! Insieme possiamo costruire un sistema di istruzione italiano all’estero pubblico e di qualità che non può non prescindere dalle RSU e dal loro ruolo fondamentale di difesa e tutela dei diritti grandipiccoli di chi ogni giorno trasforma la conoscenza in uno strumento di crescita sociale e democratica.
Vota per le RSU……Vota per la FLC Cgil…..
Roma, 18 ottobre 2006
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