Bonus sulla formazione. Pagamento con emissione speciale
Un comunicato di NoiPa annuncia per ottobre l'emissione speciale per il pagamento del bonus di 500 euro ai docenti di ruolo alla data del 9 ottobre. Resta l'ingiustizia per l'esclusione dei precari.


Sarà erogato in busta paga da ottobre il cosiddetto "bonus 500 euro" somma corrisposta in applicazione al D.P.C.M. 23 settembre 2015 per l’attuazione della Legge 107/15 art.1 comma 121 - Carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.
Il pagamento è effettuato con emissione speciale, con data di esigibilità antecedente a quella della rata ordinaria del mese di ottobre 2015. Per assicurare la tempestività dell'erogazione, il cedolino con l'evidenza della somma sarà pubblicato, nell'area privata del portale NoiPA, in un momento successivo.
L'elaborazione ha interessato tutto il personale docente del comparto Scuola immesso in ruolo fino alla data del 9 ottobre 2015.
Il MIUR ha fornito indicazioni in merito all'esclusione di alcune categorie di personale, tra cui il personale educativo, quello del comparto AFAM, quello in servizio presso altri Enti o Istituzioni e quello con data di cessazione dal servizio nel corso dell'anno scolastico 2015/2016.
Per il personale immesso in ruolo dopo la data del 9 ottobre sono previste successive emissioni speciali mensili.
Nell’attesa che sia effettiva l’inclusione dei docenti neo-immessi in ruolo tra i destinatari del bonus 500 euro, continuiamo ad opporci alla mancanza di interesse del Governo nei confronti del personale precario escluso, non si sa a che titolo, da quella che la stessa legge 107/15 definisce come formazione continua e valorizzazione delle competenze professionali.
Abbiamo già espresso le nostre valutazioni in merito al bonus dei 500 euro.
Una misura che da sola non basterà ad attenuare il moto di protesta che avanza dall’intera categoria e che trova nella FLC CGIL e nella linea unitaria tra i sindacati, la costruzione della mobilitazione contro una legge dannosa, in vista dell’auspicato rinnovo contrattuale, unico a riposizionare le ragioni di una deriva altrimenti antidemocratica.
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