Attuazione Legge Delega: attenzione agli eccessi di zelo
In questi giorni l’eccesso di zelo di alcuni ispettori tecnici e dirigenti scolastici sta determinando situazioni di confusione nelle scuole.
In questi giorni l’eccesso di zelo di alcuni ispettori tecnici e dirigenti scolastici sta determinando situazioni di confusione nelle scuole.
Pur con differenze di toni e di argomentazioni, in diverse situazioni si sostiene che ormai la legge delega è stata approvata e quindi dal prossimo anno scolastico le scuole dell’infanzia e le scuole elementari, ora denominate primarie, dovranno assumere i modelli di funzionamento previsti per la sperimentazione in corso e adottare i nuovi documenti culturali e pedagogici: Indicazioni e Raccomandazioni.
Si sono svolte conferenze di servizio in cui si sono invitati i dirigenti scolastici a far subito approvare dai collegi docenti i nuovi modelli organizzativi o si sono già organizzati corsi di formazione sui nuovi documenti programmatici.
Si dà per scontato che dal prossimo anno scolastico tutto quanto oggi è previsto per le scuole che hanno aderito alla sperimentazione sarà obbligatorio per tutti, almeno nella scuola dell’infanzia e nelle prime due classi della scuola elementare.
È vero che il Ministro Moratti ha annunciato che dal settembre 2003 partirà l’anticipo delle iscrizioni e la nuova scuola primaria nelle prime due classi, tuttavia, ad oggi, non è stata emanata alcuna norma attuativa, né avrebbe potuto accadere, visto che la legge è stata pubblicata ieri, 2 aprile 2003, sulla Gazzetta Ufficiale.
Quando la legge sarà pienamente in vigore sarà possibile per il Governo emanare una circolare per riaprire le iscrizioni ai fini dell’anticipo della frequenza e approvare decreti legislativi attuativi della legge delega sulla scuola dell’infanzia e la scuola elementare.
L’impresa, dal punto di vista della mera fattibilità, è tutt’altro che semplice.
Per la riapertura delle iscrizioni i conti non tornano, gli organici per il personale, previsti attraverso l’apposito finanziamento nella legge delega, sono largamente insufficienti a rispondere alla domanda di chi ha diritto all’iscrizione anticipata. L’anticipo potrebbe, quindi, avvenire solo a “numero chiuso” oppure superando i limiti di 25 alunni per classe o di 28 alunni per sezione. E, comunque, il problema non riguarda solo gli organici, ma l’edilizia scolastica, le strutture, i servizi.
L’Associazione Nazionale Comuni d’Italia ha già scritto al Governo facendo presente che, anche a seguito dei tagli della finanziaria, non ci sono le condizioni per far partire l’anticipo dal prossimo anno scolastico.
I decreti legislativi per la nuova scuola dell’infanzia ed elementare dovranno seguire un iter piuttosto complesso per diventare efficaci, saranno necessari pareri e autorizzazioni che coinvolgeranno diversi soggetti istituzionali (la conferenza unificata stato-regioni, il consiglio dei ministri, il consiglio nazionale della pubblica istruzione, le commissioni parlamentari, il consiglio di stato, la corte dei conti).
Oltre a ciò, la legge delega prevede che ogni decreto delegato prima di essere emanato debba avere copertura finanziaria attraverso una apposita norma approvata dal Parlamento, copertura necessaria per introdurre, ad esempio, inglese e informatica dalla prima classe della scuola primaria.
Sembra piuttosto improbabile che ci siano i tempi utili e le risorse per far partire dal prossimo settembre le nuove disposizioni.
In ogni caso è del tutto privo di fondamento dare oggi per certo che a settembre ci sarà l’anticipo e affermare che nella scuola dell’infanzia e nelle prime due classi della scuola elementare sarà sicuramente reso obbligatorio quanto oggi è previsto dalla sperimentazione nazionale.
Ad oggi l’unica cosa certa è che, tra mille difficoltà e contraddizioni, si sta svolgendo una sperimentazione, sulla base del DM 100/2002, e che questa sperimentazione è vigente solo per l’anno scolastico in corso.
La sperimentazione potrebbe anche essere confermata per il prossimo anno scolastico, sebbene il Ministro non si sia mai espresso in questo senso. In ogni caso i contenuti potrebbero essere modificati e i collegi docenti dovrebbero sempre deliberare l’adesione alla sperimentazione.
Le Indicazioni Nazionali, ad oggi, valgono solo per le 251 scuole che sperimentano, diventeranno quadro di riferimento per tutte le scuole solo se saranno recepite da un decreto legislativo, che potrebbe modificarle anche sostanzialmente, e sempre che il decreto riesca ad essere vigente per il prossimo anno scolastico.
Lo stesso vale per il “docente tutor”, di cui, per altro, la legge delega non fa alcun cenno, mentre rimane tuttora vigente l’art. 128 comma 4 del DLgs 297/94 secondo il quale “Nell’ambito dello stesso modulo organizzativo, i docenti operano collegialmente e sono contitolari della classe o delle classi a cui il modulo si riferisce”.
Occorre anche ricordare che le Raccomandazioni non sono nemmeno citate tra i documenti che costituiscono il quadro di riferimento della sperimentazione.
Non devono nemmeno essere dimenticate le prerogative dell’autonomia scolastica in merito alle decisioni riguardanti l’organizzazione didattica.
La nostra opinione è che attuare la controriforma da settembre sia impossibile oltre che sbagliato.
Per questo riteniamo che le iscrizioni per l’anticipo non debbano essere riaperte, che non si debba imporre alla scuola elementare un modello di organizzazione didattica gerarchico che contraddice il lungo percorso evolutivo da cui è nata la riforma del ’90.
Le risorse disponibili devono essere utilizzate per attivare un piano pluriennale per la completa eliminazione delle liste di attesa e per garantire la generalizzazione qualitativa della scuola dell’infanzia pubblica in tutto il territorio nazionale, per garantire l’organico funzionale, per sostenere e promuovere le esperienze di continuità tra la scuola dell’infanzia, scuola elementare e scuola media.
Roma, 2 aprile 2003
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