Atto di indirizzo del ministro Bianchi: cosa prevede su reclutamento e concorsi e quali sono le nostre proposte
Bisogna rimettere al centro la formazione in ingresso con percorsi abilitanti a regime e accesso diretto per i docenti con tre anni di servizio e quelli di ruolo su altro grado/posto


Giovedì 16 settembre il ministro Bianchi ha firmato il suo atto di indirizzo per l’anno 2022.
Le sue proposte in materia di reclutamento e concorsi possono essere riassunte in due punti programmatici: potenziare la formazione iniziale e reclutamento connesso a formazione con semplificazione dei concorsi.
Potenziare la formazione iniziale: il ministero punta a un modello formativo strutturato, stabile nel tempo ed integrato con il mondo dell’università, al fine di sviluppare in modo coerente le competenze necessarie per l’esercizio della professione docente.
Reclutamento connesso a formazione e semplificazione dei concorsi: il ministero intende riformare il sistema di reclutamento degli insegnanti per stabilire un nuovo modello, legato a un ripensamento della loro formazione iniziale e della loro carriera. Ciò sarà garantito attraverso la formazione degli insegnanti e la semplificazione delle attuali procedure di concorso per il personale scolastico, prevedendo una periodica continuità̀ delle prove, al fine di superare le difficoltà connesse alla ripresa annuale delle attività̀ didattiche e attraverso nuovi concorsi a cadenza regolare e con logica di programmazione.
La nostra proposta: come FLC CGIL dal 2018 stiamo chiedendo con forza a tutti i ministri che si sono avvicendati una riforma che coniughi formazione e reclutamento in un unico sistema integrato, con un modello formativo strutturato e costruito in collaborazione tra scuola e università. Ci convince dunque molto l’idea di potenziare la formazione iniziale, ma è necessario connetterla direttamente con il reclutamento, perché le due cose devono camminare di pari passo.
Occorre cambiare radicalmente pagina rispetto all’attuale sistema, che svilisce la selezione del personale con concorsi a quiz e appalta la formazione in ingresso ai pacchetti da 24 CFU che si acquisiscono, o acquistano, a seconda dei casi, direttamente online.
Quindi bene puntare sulla formazione, ma con percorsi strutturati e di forte impatto professionalizzante: percorsi che diano l’abilitazione all’insegnamento a chi si forma e li supera e l’accesso all’immissione in ruolo.
Parallelamente vanno previsti analoghi percorsi abilitanti per il personale delle scuole paritarie, per il quale la normativa e i principali contratti nazionali di riferimento (FISM, AGIDAE e ANINSEI) richiedono l’impiego di personale abilitato come condizione per il riconoscimento della parità scolastica. Tanto che la mancanza di abilitazione diventa elemento ostativo alla stabilizzazione del personale precario impiegato in queste scuole.
Infine, percorsi di formazione abilitante rivolti al personale di ruolo, in modo da garantire a chi lavora già stabilmente nella scuola come insegnate di crescere professionalmente e arricchire il proprio percorso, con esperienze in altro grado di istruzione, in altra classe di concorso o in altra tipologia di posto.
Le risorse: Uno degli elementi che sino ad oggi hanno ostacolato l’avvio di una riforma del reclutamento incentrata sulla formazione è stata la necessità di investire risorse economiche nella costruzione di percorsi di livello qualitativo alto, in grado di coinvolgere stabilmente professionalità e competenze scolastiche e universitarie in percorsi strutturati. L’atro aspetto è quello dei costi della formazione, che non possono essere scaricati sui precari o sui laureati, perché la formazione è un diritto costituzionalmente garantito, tanto per chi lavora, quanto per chi vuole accedere al mondo del lavoro.
Apposite risorse del PNRR vanno dunque destinate a questo scopo, ma deve essere chiaro che un sistema di reclutamento a regime incentrato sulla formazione richiede una scelta politica di investimento sull’istruzione mediante risorse ordinarie che vanno reperite a regime nelle leggi di Bilancio dello Stato.
Conclusioni: La formazione come - diritto lungo tutto l’arco della vita lavorativa delle persone - è un tema che interseca la questione dell’accesso alla professione insegnante e dell’aggiornamento di questa professionalità. Nei prossimi mesi ci aspettiamo un confronto vero con il ministro su questi temi, in un arco di tempo che non vada oltre la prossima legge di Bilancio, come orizzonte entro cui definire le nuove politiche di reclutamento.
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