Attivati i corsi di sostegno per gli abilitati nelle Accademie di Belle Arti
Un primo risultato dell’iniziativa unitaria. Resta aperto il problema per gli abilitati dei conservatori.
Il documento unitario inviato nei giorni scorsi per chiedere una soluzione all’ammissione ai corsi di specializzazione per il sostegno anche per gli abilitati delle Accademie ed dei conservatori ha sortito i primi effetti.
In data 31 ottobre 2006 - il Ministro Mussi ha firmato il Decreto 56/06 per l’attivazione dei corsi di specializzazione per il sostegno presso le Accademie di Belle Arti riservati a docenti già abilitati nei corsi biennali ad indirizzo didattico sprovvisti di titolo specifico . Possono iscriversi ai suddetti corsi i candidati in possesso di abilitazione per l’insegnamento nelle classi di concorso 7 A, 18 A, 21 A, 22 A, 25 A e 28 A.
Al termine del corso di studio i docenti conseguono l’abilitazione all’attività didattica di sostegno ai sensi dell’art. 14 – c. 2 – della legge 5 febbraio 1992, n. 104.
Come stabilisce il decreto “detti corsi sono del tutto equivalenti ai corsi di specializzazione per l’insegnamento nel settore artistico istituiti presso le Università” .
Si chiude così la definizione del percorso specifico finalizzato a formare i futuri docenti nelle discipline artistiche e, nel contempo, si consolida la piena competenza istituzionale riservata alle accademie di belle arti.
Si tratta ora di definire, con altrettanta chiarezza, la competenza istituzionale dei Conservatori di Musica ad abilitare i docenti nelle discipline musicali: 31A, 32A e 77A, visto e considerato che da 30 anni è attiva la Scuola di Didattica della Musica, nata proprio per formare i docenti e tenuto conto anche di quanto sancito dalla legge 508 che identifica l’AFAMquale sistema parallelo a quello universitario.
In coerenza con il documento unitario sottoscritto dal FLC CGIL, CISL Scuola e UIL Scuola, si ritiene che con questo decreto il Ministro abbia dato la giusta risposta da un lato quale completamento del percorso abilitante all’interno del comparto dell’AFAM, dall’altra consenta di affrontare la programmazione futura avendo i due settori – università e afam – identiche competenze.
Roma, 2 novembre 2006
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