Arriva il decreto per una sperimentazione "basata sul vuoto"
La bozza di decreto relativo al Progetto nazionale di sperimentazione inviato per il parere al CNPI non può che confermare le valutazioni che abbiamo fatto fin dall’inizio di questa confusa vicenda.
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La bozza di decreto relativo al Progetto nazionale di sperimentazione inviato per il parere al CNPI non può che confermare le valutazioni che abbiamo fatto fin dall’inizio di questa confusa vicenda.
Dall’articolato della bozza di decreto si evince che di fatto l’unico elemento sperimentale è l’anticipo dell’età di frequenza alla scuola dell’infanzia ed elementare. Tale questione, molto controversa, viene riproposta senza alcun approfondimento pedagogico e organizzativo, ignorando il dibattito di questi mesi.
La limitazione quantitativa della sperimentazione non risolve certo i problemi organizzativi, logistici e delle risorse necessarie per le scuole. Tutto questo viene proposto in un contesto scolastico impoverito dai tagli operati dal governo, con scuole dell’infanzia con alunni di tutte le età in lista di attesa per l’iscrizione e con forti limitazioni, ad esempio, proprio all’insegnamento della lingua straniera nella scuola elementare.
I tempi di acquisizione, discussione, decisione da parte delle scuole rimangono assurdi per chi appena conosce la vita della scuola.
I documenti allegati alla bozza di decreto saranno oggetto ovviamente di una attenta valutazione e speriamo di un ampio dibattito, recuperando un metodo necessario, negato completamente e ripetutamente dal Ministro.
E’ però già sconcertante la cancellazione della storia recente, della ricerca e del lavoro di tanti anni della scuola dell’infanzia e della scuola elementare. Questa sperimentazione nasce come sul vuoto.
Per il resto, se il tempo scuola, la continuità del curricolo ecc. scompaiono come elementi strutturali del Piano dell’offerta formativa, alcune presunte innovazioni organizzative sono gia collocabili nell’ambito dell’attuale autonomia didattica e organizzativa delle scuole.
Siamo certi che le scuole sapranno fare la necessaria chiarezza su questo progetto e affermare la propria autonomia istituzionale e professionale.
Roma, 9 agosto 2002
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