Apertura pomeridiana delle scuole: una circolare con vari equivoci da chiarire
In attuazione della Finanziaria 2007, una nota ministeriale del 29 agosto 2007 prot. 4026/P5 definisce criteri e parametri per l'avvio di attività in orario extra curriculare.
Una delle cose promesse dal Ministro della Pubblica Istruzione poche settimane dopo la sua nomina era stata l’apertura pomeridiana delle scuole. A tale scopo la legge finanziaria 2007 aveva individuato un ritaglio di risorse. Con la nota prot. 4026/P5 del 29 agosto scorso vengono date disposizioni in tal senso.
Il provvedimento dovrebbe riguardare tutti i gradi di scuola ma ad una prima lettura sembra che l’interesse sia rivolto essenzialmente alla scuola secondaria superiore, anche se la cosa non viene detta esplicitamente. Questa à sicuramente uno dei primi elementi di ambiguità che balza agli occhi.
Le risorse infatti, che ammontano ad un totale di 64 milioni di euro, sono suddivise in 30 milioni per i corsi di recupero (tema caldo del momento, in seguito alle esternazioni ministeriali sul ripristino degli esami di riparazione),34 milioni per sperimentare metodologie didattiche innovative, 15 milioni per laboratori scientifici, 2 milioni per approfondimenti dello studio di Dante, 2 milioni per attività motoria e sportiva, 2 milioni per cultura e storia locale, 2 milioni per l’apprendimento pratico della musica, 2 milioni per discipline artistiche, 9 milioni per spese di apertura dei locali.
Gli interventi sono destinati agli stessi alunni della scuola, ai genitori e alla popolazione giovanile e adulta del territorio.
Agli alunni sono destinati interventi che si muovono nell’area del sostegno e dell’approfondimento e arricchimento del curricolo, ai genitori e agli altri attività che rispondono a particolari interessi, anche al fine di integrare le offerte culturali che il territorio offre.
Spetta al Dirigente scolastico elaborare un piano di azioni da sottoporre all’approvazione del Collegio docenti e del Consiglio di istituto e in ogni scuola verrà individuato un “responsabile di progetto” con compiti di coordinamento, relazioni con le famiglie, con l’esterno e con l’amministrazione centrale e periferica.
Che si tratti di argomenti più significativi per il secondo ciclo che per gli altri gradi di scuola è deducibile non solo dai titoli ma anche dalle indicazioni che si danno sugli interventi:per esempioquando si parla di recuperi e sostegni si esplicita che si tratta inequivocabilmente di quelli previsti dal DM 42/2007, che riguarda il recupero dei crediti scolastici nel triennio della scuola secondaria superiore.
Per altro, pur rivolgendosi ufficialmente a tutte la scuole, la circolare non sembra tenere in alcun conto il fatto che esistono scuole che praticano già l’apertura pomeridiana sia in formule organizzativo-didattiche consolidate e riconosciute dalla legge (tempo pieno nelle elementari, tempo prolungato nelle medie, ma anche i rientri pomeridiani nei moduli a 30 ore nelle elementari) sia per questioni logistiche (funzionamento di laboratori e palestre, soprattutto nel secondo ciclo): vi sono quindi aspetti didattico-organizzativi da considerare (torneremo alla contrapposizione tra tempo pieno e attività integrative?) e comunque anche aspetti di spesa e quindi di distribuzione (chi apre già avrà meno spese: per il personale ATA ad esempio).
Ma la circolare non tratta di criteri di distribuzione dei fondi, interviene invece, troppo in profondità, in temi propri dell’autonomia scolastica, dividendo le risorse economiche prima in corsi di recupero e altri interventi, poi indicando le quote per ciascuna disciplina, e arrivando persino a destinare 2 milioni per lo studio di Dante, una scelta sicuramente indotta dalle vicende degli ultimi esami di Stato, quindi più occasionale che seriamente programmata. E d’altra parte in aperta violazione dell’autonomia non solo scolastica ma anche professionale.
Si aggiunga poi che la procedura che viene indicata per la definizione degli interventi non corrisponde alle prerogative che la legge riconosce ai dirigenti, ai docenti e ai loro organi collegiali: la sequenza proposta è il preside programma ( acquisisce persino contatti esterni) – il collegio dei docenti approva laddove la programmazione didattica è invece compito del collegio.
Insomma un intervento che apre non pochi interrogativi e dubbi, su cui vogliamo richiamare l’attenzione del Ministro. A partire da una considerazione di fondo che riguarda la natura stessa dell’iniziativa. Che carattere devono avere infatti le attività pomeridiane? Noi non riteniamo che si debbano collocare in un’area di aggiuntività estranea e giustapposta al progetto educativo della scuola, ma che debbano farne parte integrante. Per favorire dunque un’espansione del progetto educativo della scuola e non una mera aggiuntività, magari appaltata alle parrocchie, vanno ripensate le modalità di attribuzione delle risorse di organico e l’orario dei docenti (saturazione delle cattedre a 18 ore e abrogazione dell’organico funzionale favoriscono semmai una deriva impiegatizia della scuola, non spazi di flessibilità). Non va dimenticato inoltre che, contrattualmente ci siamo già misurati con questi temi, introducendo l’istituto delle aree a rischio nel CCNL. E’ importante non tacere quello che già c’è per non disperdere risorse e dar loro il giusto valore.
Roma, 5 settembre 2007
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