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Ricerca pubblica e spending review: presa di posizione unitaria dei sindacati

L’ipotesi sui tagli da effettuare e il programma di lavoro di Carlo Cottarelli per la riduzione della spesa si accaniscono contro gli enti pubblici di ricerca e i precari.

20/03/2014
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COMUNICATO STAMPA
FLC CGIL -  FIR CISL -  UIL RUA

Il governo Renzi dichiara di investire nella ricerca ma poi...
l’ipotesi di  spending review e il programma di lavoro di Cottarelli
per la riduzione della spesa si accaniscono contro gli enti pubblici di ricerca e i precari

Il Consiglio dei Ministri del 12 marzo ha approvato la relazione del Presidente Renzi  sugli interventi in tema di politica economica e di lavoro. La relazione di Renzi si è soffermata sulle misure che (sempre rispettando il tetto del 3% del Pil) possano avere un impatto immediato per la ripresa. Tra queste, come contenuto in “La svolta buona” sembra evidenziarsi un certo interesse verso la ricerca scientifica e tra le misure, infatti vi è la proposta di raddoppiare il credito d’imposta per i giovani ricercatori.

Questo interesse, tuttavia sembra avere un carattere più che altro simbolico e fittizio e lo dimostra in modo molto chiaro il documento di Cottarelli sui tagli alla spesa presentato alla Presidenza del Consiglio. Tra le diverse misure previste, vi sarebbe la previsione della soppressione di 15-20 enti pubblici tra cui l’ISFOL e la razionalizzazione attraverso fusione ed accorpamenti di altri 15-20 enti in particolare di Enti di Ricerca.

Il processo di attuazione del programma prevede la costituzione di gruppi di lavoro per la revisione della spesa che dovranno affrontare diversi nodi tematici. Saranno ad esempio chiamati a individuare i programmi o le attività di minore utilità, ma anche a ragionare su ipotesi di trasferimento di attività al privato “senza svantaggi per la cittadinanza”! (cfr. documento Cottarelli p. 4).

Come al solito la soluzione al problema è l’esternalizzazione e la cancellazione del sistema della ricerca pubblica, passando per la dichiarazione di razionalizzazione  (nell’erronea equiparazione degli EPR alla Pubblica Amministrazione) e su questo le esperienze di soppressione degli enti pubblici di ricerca hanno già ampiamente dimostrato il loro fallimento (si vedano ad esempio le relazioni della Corte dei conti sulla soppressione di Isae, Ispsl, ecc.)

Tutto ciò è alquanto contraddittorio e segue di poco l'audizione delle organizzazioni sindacali della Ricerca Pubblica presso l'Ufficio di Presidenza della 7a Commissione (Istruzione) del Senato della Repubblica sulle problematiche degli Enti Pubblici di Ricerca di martedì 11 marzo 2014. In questa sede le tre sigle sindacali hanno ribadito il netto rifiuto di ulteriori interventi di "mutilazione" del settore dal punto di vista istituzionale e sostenuto al contrario la necessità di un rafforzamento degli EPR dal punto di vista delle risorse e del personale, con particolare riferimento alla predisposizione di interventi urgenti e specifici finalizzati al superamento del precariato negli enti pubblici di ricerca.

Come più volte sottolineato la situazione degli EPR e quella complessiva del sistema di produzione scientifica nazionale sono fortemente condizionati dal sottodimensionamento del sistema stesso in termini di risorse finanziarie.

Negli ultimi anni le riforme anziché valorizzare autonomia e ruolo degli Enti Pubblici di Ricerca ne hanno compresso la condizione istituzionale, indebolito il sostegno finanziario, precarizzato il lavoro e annullata la specificità nell’ambito del sistema pubblico allargato.

Il blocco dei concorsi e del turn‐over non solo ha prodotto un invecchiamento dell’età media del personale, ma ha contribuito a creare un precariato diffuso e di lunga durata.

Il continuo disinvestimento nella ricerca e la continua messa in discussione del suo ruolo e della sua utilità per il paese servirà forse a “rivedere la spesa” ma le conseguenze sul fronte sociale ed economico saranno decisamente negative per il Paese in termini di crescita e sviluppo.

Pertanto FLC CGIL, FIR CISL e UIL RUA  ribadiscono con forza la loro contrarietà a qualsiasi ipotesi che contempli interventi di soppressione o di razionalizzazione, non condivisa, degli enti pubblici di ricerca già pesantemente colpiti e penalizzati.

Roma, 19 marzo 2014