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Oggi protesta a Montecitorio dei lavoratori della ricerca

Manovra economica: il Governo nega il futuro alla ricerca in Italia. Prosegue e si intensifica la lotta negli Enti. Lunedì 7 giugno 2010 sit-in davanti al MIUR.

28/05/2010
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IMPORTANTE GIORNATA DI LOTTA UNITARIA OGGI DAVANTI A MONTECITORIO DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI DELLA RICERCA.

CONTINUA LA MOBILITAZIONE CONTRO LA MANOVRA CHE CHIUDE LA RICERCA PUBBLICA, SOPPRIME GLI ENTI E LICENZIA MIGLIAIA DI PRECARI!

Le lavoratrici e i lavoratori della ricerca hanno protestato oggi in massa davanti a Montecitorio contro una manovra che colpisce pesantemente il settore della ricerca, così come il resto della pubblica amministrazione. Numerose le delegazioni presenti degli enti in lotta, la giornata si è caratterizzate come momento culmine delle iniziative di questi giorni che hanno visto la proclamazione dello stato di agitazione di tutto il personale, con la convocazione di assemblee permanenti e l'occupazione di enti importanti.

La mobilitazione di questi giorni continua a crescere, oltre all’ISPESL, ISFOL, ISAE, IAS, ISS, la protesta si allarga anche all’OGS, all’INSEAN, all’ISPRA, all’INAF, all’INGV, all’ENEA, all'INRIM e si estende anche gli altri enti. Stando alle notizie che trapelano sul decreto, le iniziative in alcuni casi hanno raggiunto risultati importanti, ma occorre intensificare la lotta anche nei prossimi giorni e nelle prossime settimane .

Sono in preparazione iniziative anche per la prossima settimana, con assemblee occupazioni e altro.

E' indetta una manifestazione per lunedì 7 giugno davanti al davanti al MIUR in viale Trastevere, per protestare contro l’assoluto silenzio del Ministero su questo brutale e ingiustificato attacco alla ricerca.

La FLC CGIL dice no a questa manovra e così come negli altri settori della conoscenza, come la scuola, l'università, l'alta formazione artistica e musicale, mantiene alta la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori

Perché occorre dire no ad una manovra che blocca gli stipendi e i rinnovi contrattuali, azzera la contrattazione integrativa, blocca che blocca gli stipendi e i rinnovi contrattuali, azzera la contrattazione integrativa, blocca il turn over e le stabilizzazione dei precari, sopprime enti di ricerca importanti e più in generale sottopone il sistema ricerca ad un vero e proprio terremoto. A rischio autonomia e funzionalità degli enti.

Non solo la manovra è profondamente ingiusta ma rischia di essere inutile, non interviene sulle ragioni della crisi, aumenta la precarietà e abbassa i diritti. In questo contesto i settori della conoscenza, come la ricerca, sono visti come occasione di risparmio per la spesa pubblica, invece che come occasione per uscire dalla crisi.

Il primo effetto drammatico della manovra sarà l’espulsione di migliaia di lavoratori precari presenti negli enti che, una volta finiti i loro contratti, si troveranno senza futuro. Si tratterebbe di un incredibile spreco di risorse, mentre per quelli che resteranno si profila il blocco totale del turn over e la riduzione del 50% dei fondi destinati ai contratti precari.

Ulteriore beffa sarà lo smembramento delle professionalità della ricerca, perché i lavoratori che resisteranno alle soppressioni o all’accorpamento di enti, saranno ulteriormente divisi fra ricercatori e tecnologi che potranno transitare in altri enti di ricerca e il restante personale che sarà riassorbito nei ministeri vigilanti. Si cancella di colpo un patrimonio di professionalità e di competenze faticosamente costruito con anni di investimenti.

A tutto questo si aggiunge il duro colpo inferto alle retribuzioni, già duramente colpite dai tagli previsti dalla L 133/08, che saranno bloccate per i prossimi quattro anni. Questo nonostante qualcuno ci avesse spiegato che con l’accordo separato sul modello contrattuale avremmo messo al sicuro i futuri rinnovi contrattuali!

Roma, 28 maggio 2010

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