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INAPP: cosa succede con la riorganizzazione dell’Ente?

Confermate tutte le nostre preoccupazioni

11/03/2021
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promesse di marinaio? Purtroppo sì! 

Per l’ennesima volta l’INAPP, con il suo vertice, perde l’occasione per cambiare e diventare un vero Ente Pubblico di Ricerca. Come se nulla fosse stato detto, si è proceduto alla riorganizzazione, con l’istituzione di nuove strutture e la nomina dei relativi responsabili. Parole come trasparenza, confronto e partecipazione continuano ad essere assenti dal vocabolario della pratica quotidiana di un Istituto che tratta e valuta materie come il lavoro, la formazione, le politiche pubbliche! E che si fregia del titolo di “Ente di Ricerca”. 

Non solo, si è perseverato nella pratica burocratica e dirigista della precedente gestione Sacchi-Nicastro, procedendo alla riscrittura del Regolamento di Organizzazione e Funzionamento (ROF) senza coinvolgere nessun soggetto nella discussione: nessuna informativa alle Organizzazioni Sindacali e nessun coinvolgimento dei lavoratori e delle lavoratrici, cioè della comunità scientifica. Pur avendo riconosciuto pubblicamente l’errore e promesso (…parole di marinaio!) che si sarebbero trovati i correttivi per recuperare la strappo avvenuto, nulla è avvenuto e nessun tavolo di confronto si è aperto su questi argomenti.  

Invece, con lo stesso verticismo che ha contraddistinto la gestione precedente, si è proceduto a formalizzare una nuova organizzazione dell’Ente, attribuendo gli incarichi di responsabilità senza colpo ferire, senza alcuna procedura pubblica, tipo call, senza dare la possibilità ad altri lavoratori in possesso delle competenze necessarie di poter partecipare e dare il via a quel processo di cambiamento tanto auspicato da tutti e assicurato dai nostri vertici…a parole (…di marinaio!). Siamo tornati, invece, al Medioevo, con la nomina dei vassalli per investitura, in base ad un rapporto “fiduciario”. Con buona pace di una benché minima trasparenza: Alla faccia della Carta Europea dei Ricercatori! 

Appare evidente che occorre cambiare strategia e riprendere il conflitto nell’Istituto, unica strada per poter essere ascoltati da un’amministrazione che evidentemente si è sentita troppo sicura degli attestati di “lode” accordatigli per avere inaugurato quello che sembrava essere un nuovo sistema di relazioni sindacali. Evidentemente le cose non stanno così e non ci resta che prenderne atto. 

Peraltro, si perde nella notte dei tempi l’ultima convocazione formale del tavolo di trattativa: forse si è stancato anche il “generoso” Direttore Generale? O la crisi di governo e l’avvicendamento del Ministro del Lavoro hanno cambiato i piani? 

Ad esempio, com’è possibile che su un argomento come quello dei timesheet voluti dall’Autorità di Audit sull’attività svolta per i progetti ricadenti sul Fondo Europeo, che costituisce una novità assoluta delle pratiche di gestione e mette in evidenza tutti i limiti delle attuali modalità di organizzazione del lavoro di ricerca nell’Istituto, non si sia sentita la necessità di un confronto con le OO.SS.? Anche per i Vertici poteva essere un’occasione per fornire un chiarimento sulle gravi lacune e incongruenze riscontrate negli atti predisposti dall’amministrazione e già segnalate dalla FLC CGIL. 

Sui timesheet, invitiamo tutto il Personale coinvolto a non consegnare le schede finché non ci saranno i necessari chiarimenti e, oggi stesso, invieremo all’amministrazione la richiesta di convocare immediatamente un tavolo di confronto per superare le numerose incongruenze e inesattezze riscontrate in tutta la procedura. 

E chiediamo, soprattutto, un incontro urgente per confrontarci sulla nuova organizzazione dell’istituto, sulle strutture di ricerca e la loro articolazione interna e sull’impatto della proposta dell’Amministrazione rispetto alla mission dell’Istituto. 

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