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Enti di ricerca: la prima volta della Consulta dei presidenti con le organizzazioni sindacali. Ci saremmo aspettati un po’ più di coraggio

Sul precariato la FLC CGIL ha sottolineato la necessità di impegni e azioni concrete della Consulta finalizzate a dare applicazione alle norme per la stabilizzazione dei lavoratori.

22/07/2017
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Si è tenuta venerdì 21 luglio 2017 la riunione tra la Consulta dei presidenti degli enti pubblici di ricerca e le organizzazioni sindacali richiesta il 20 giugno 2017 al Prof. Inguscio presidente della Consulta e del CNR in occasione dell’assemblea indetta da FLC CGIL, FIR CISL e UIL RUA con i #PrecariUnitiCNR.

Nel corso dell’incontro la FLC CGIL ha rappresentato come sia giunto il momento di adottare soluzioni significative per stabilizzare il precariato della ricerca pubblica, creato da 15 anni di reiterato blocco delle assunzioni e dai pesanti tagli operati ai bilanci degli enti.

A fronte di questo quadro, le stabilizzazioni previste dalla riforma Madia (DLgs 75/17), che a partire dal 2018 potranno essere utilizzate sono un’opportunità da cogliere pienamente.
Senza dimenticare che intanto l’approvazione del DLgs 218/16 ha rappresentato una boccata d’ossigeno per gli EPR in termini di “flessibilizzazione” degli strumenti programmatori, ai fini della determinazione dei fabbisogni e del reclutamento (come il superamento delle piante organiche e la norma a budget dell’80% delle entrate complessive, come unico vincolo per il reclutamento), che tuttavia non ci sembra sia stata colta appieno, a parte alcune lodevoli eccezioni, dalla maggioranza degli enti.

Pertanto, per la FLC CGIL, è necessario che la Consulta assuma tutte le iniziative per l’applicazione delle norme suddette, sia in termini di rivendicazione di maggiori risorse finanziare da parte dei Ministeri vigilanti, sia utilizzando già dal 2017 gli spazi possibili attraverso l’utilizzo delle entrate complessive degli Enti, fino al massimo dell’80%, per i piani di fabbisogno e per il reclutamento, come previsto dal DLgs 218/16.

La FLC CGIL ha ribadito che le norme di stabilizzazione dovranno riguardare anche gli assegni di ricerca, come affermato dalla stessa ministra Madia, e tutte le professionalità contrattualmente esistenti e presenti negli enti, senza distinzione alcuna.

È stata sottolineata inoltre la necessità che nelle more delle stabilizzazioni sia assicurato il mantenimento dei precari in servizio e che nella rivendicazione finanziaria non ci si limiti al perimetro delle stabilizzazioni, ma si guardi anche alla necessità di reclutamenti espansivi per la ricerca pubblica se si vuole rilanciare un settore strategico per il Paese.

Infine, sul rinnovo contrattuale è stata richiamata l’attenzione della Consulta alla imminente apertura dei tavoli di confronto all’ARAN, al fine di svolgere un ruolo propositivo per la salvaguardia delle specificità del contratto, ad oggi unico vero collante fra tutti gli enti del comparto, e affinché sia trovata la necessaria copertura finanziaria per gli oneri contrattuali che deriveranno dalla stipula del CCNL.

Il Presidente Inguscio pur non assumendo impegni specifici si è impegnato a riportare nell’ambito della Consulta le richieste avanzate al Tavolo e il contributo dato dalle organizzazioni sindacali sui temi in discussione.

Verificheremo sul campo l’esito delle elaborazioni della Consulta.

La FLC CGIL ha ribadito che, a partire dal CNR (rispetto al quale va detto che i segnali di apertura da parte del Presidente Inguscio sul piano triennale di fabbisogno, in discussione in questi giorni, appaiono ancora troppo timidi rispetto alle reali necessità e alle richieste sindacali), esiste un movimento dei precari che ormai ha preso coscienza dei propri diritti e della propria forza, che saprà certamente cambiare l’agenda delle priorità di questo Paese se il Governo, la politica e gli enti, non sapranno dare le giuste risposte alle legittime aspettative di stabilizzazione.