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CRA IRSA Il VERBALE DELL'INCONTRO presso il MIPAF con i testi degli accordi raggiunti ed il Comunicato del Coordinamento Nazionale

Da qualche mese la questione dell’andamento dei prezzi e del meccanismo di calcolo con cui l’ISTAT determina l’indice dei prezzi al consumo, è diventata un argomento fisso sui media.

15/01/2003
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Da qualche mese la questione dell’andamento dei prezzi e del meccanismo di calcolo con cui l’ISTAT determina l’indice dei prezzi al consumo, è diventata un argomento fisso sui media. Ormai si susseguono tutti i giorni articoli di esperti, più meno autorevoli, sulle rilevazioni statistiche, che poco hanno a che vedere con il dibattito e il contraddittorio sulle questioni di merito. Ognuno si sente in diritto di dire la propria in relazione alla statistica, dimenticando che si tratta di una scienza e sarebbe necessaria una maggiore prudenza nel trattarla.

Non vogliamo trascurare la necessità di una maggiore trasparenza delle metodologie adottate, né la legittimità della richiesta di un miglioramento della qualità delle rilevazioni (il che contrasta però con i tagli al bilancio dell'Istituto), ma tutto ciò non può tradursi in un gioco al massacro nei confronti dell'ISTAT. Dietro al dibattito si sta giocando una partita ben più delicata per il nostro Istituto: pensiamo al problema delle nomine del Presidente, del Consiglio e dei dirigenti generali. Ma anche il futuro assetto dell’ISTAT è a rischio e, così come è emerso nel dibattito alla VI Conferenza Nazionale di Statistica, l’applicazione della devolution potrebbe trasformarlo in 20 istituti regionali.

C’è in gioco l’autonomia dell’Ente e la possibilità di ridurlo al servizio dell’esecutivo.

Il culmine di questi attacchi è stato raggiunto con l’articolo “Baraccone ISTAT” pubblicato dall’Espresso, che una organizzazione sindacale ha avallato affiggendolo nella propria bacheca, al quale ha fatto seguito una serie ben più allarmante di prese di posizione da parte di organi di stampa e di associazioni di consumatori (alcune di queste hanno richiesto le dimissioni del Presidente Biggeri).

Un disegno di affossamento dell’ISTAT che è stato portato ieri a compimento dallo stesso Presidente del Consiglio Berlusconi che, con una delle sue solite, studiate gaffes è intervenuto sul PIL e quindi pesantemente sull’autonomia del DATO STATISTICO. Si va profilando per questo governo la possibilità di “piegare” le statistiche alle proprie esigenze: dopo la finanza creativa, ora anche la statistica diventa creativa. Tutto ciò con buona pace della comunità scientifica e dei regolamenti comunitari previsti da EUROSTAT, che da sempre certifica l’attendibilità dei dati prodotti dal nostro Istituto (certificazione confermata anche dagli altri organismi internazionali quali: OCSE, FMI, ONU, ecc.).

Quindi, come si vede, non si tratta di dissertare tecnicamente su questa o quella proposta sui prezzi, o su come calcolare il PIL, o contestare le affermazioni riportate sull’articolo dell’Espresso (ognuno è in grado di giudicare), ma di capire cosa si nasconde dietro questo attacco concentrico all’Istituto. Chi, a vario titolo, avvalora l’immagine di un Istituto inefficiente si presta al gioco di affossarlo e, nella peggiore delle ipotesi, se lo fa dall’interno corre il rischio di buttare il bambino con l’acqua sporca.

A rischio non è solo il futuro di Biggeri o di qualche dirigente lasciato in eredità da Zuliani, che saprà certamente ricollocarsi, ma anche la nostra professionalità di lavoratori dell’ISTAT, che è sempre stata garanzia dell’indipendenza dell’informazione statistica pubblica.

La sortita di Berlusconi non lascia dubbi sulle intenzioni di questo governo di mettere sotto controllo il nostro Istituto, per questo facciamo appello ai lavoratori perché sappiano vigilare sulla delicata fase che si va aprendo; ci rivolgiamo ai partiti, alle organizzazioni sindacali e a quanti, sinceramente democratici, sono convinti che anche dai numeri dipende la democrazia, per difendere il ruolo istituzionale dell’ISTAT.

La CGIL, da sempre convinta della necessità di tutelare efficacemente l'autonomia dell'Istituto, crede che sia giunto il momento di rilanciare con forza la proposta di riconoscere all'ISTAT per via legislativa una reale indipendenza dal potere esecutivo.

SNUR CGIL ISTAT - Coordinamento Nazionale

Sede, 15/01/2003