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CNR: sulla valutazione aspettiamo dal Presidente chiarimenti e atti più significativi

Venerdì 1 giugno assemblea del personale presso la sede centrale a Roma. Disponibile la diretta streaming dell'evento.

31/05/2012
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Dopo il successo della discussione pubblica, promossa dalla FLC CGIL il 17 maggio, dove sono stati ampiamente evidenziati i gravi limiti del sistema di valutazione così come impostato dall'ANVUR, tanto da indurre il Ministro a specificarne il carattere sperimentale, eravamo in attesa di atti formali da parte del Presidente Nicolais che dessero seguito alla disponibilità dimostrata per avviare il confronto con la comunità scientifica dell'Ente sul ruolo del CNR nella VQR.
Innanzitutto avremmo apprezzato la pubblicizzazione alla comunità scientifica dell'Ente, della lettera inviata dal Presidente CNR al Presidente dell'ANVUR. In secondo luogo la pubblicizzazione anche della decisione di nominare un secondo, e in parte nuovo, Gruppo di lavoro sul tema della VQR e, ovviamente, la sua composizione e le competenze che vi convergono. Ci si domanda inoltre che relazione vi sia tra questo Gruppo di lavoro e il precedente nominato a dicembre 2011 dalla Vice Presidente del quale per altro non sono noti i risultati del lavoro già svolto.

Ma ci sono altri aspetti che ci lasciano qualche perplessità.

La nota che il Presidente del CNR ha inviato al Presidente dell'ANVUR è una chiara presa di posizione critica nei confronti dell'ANVUR, formulata tardivamente, ma inequivocabile.
In essa è però anche contenuta la richiesta di autorizzare apposite funzioni di authority per poter provvedere d'ufficio all'inserimento dei prodotti, in analogia con quanto già adottato autonomamente dall'INFN ed in aperto contrasto con quanto prescritto dal Bando ANVUR.
Se, da una parte, la richiesta dell'Ente di utilizzare direttamente i prodotti di ricerca rende chiaro che si tratta di una esclusiva responsabilità dell'Amministrazione, dall'altra non possiamo che interpretarla come un tentativo di far vanificare l'iniziativa di protesta dei lavoratori, senza concedere nulla di realmente significativo. Non vorremmo che si rivelasse solo come l'ennesima forzatura verso la comunità scientifica interna, finalizzata a renderla “incapace di nuocere” e nuovamente “muta”. Andrebbe invece ad essa riconosciuta la capacità di evidenziare, pur con un atto “estremo”, le storture in un processo che avrebbe solo penalizzato l'Ente sia dal punto di vista della VQR sia dal punto di vista della sua immagine a livello internazionale.
Di fronte ad una manutenzione di questa portata, ci chiediamo, comunque, perché non sia possibile apportare una revisione ai punti critici emersi durante il dibattito e sui quali sia il Presidente dell'ANVUR Fantoni sia il Ministro Profumo non hanno potuto far altro che convenire invece di intestardirsi a proseguire su una strada sbagliata.

Aspettiamo dal Presidente chiarimenti e atti più significativi.

Ricordiamo inoltre che i problemi del CNR sono tanti e non certo riferibili solo all'ANVUR, che anzi ne è il detonatore. L'iniziativa di autosospensione di alcune centinaia di ricercatori e ricercatrici ha avuto un primo effetto. A questo si è dovuti giungere dopo anni di sottovalutazione delle competenze e delle intelligenze presenti nel CNR, che inutilmente hanno cercato una interlocuzione anche sui temi del presente e futuro del nostro Ente, sulle condizioni di lavoro, sui limiti della sua Governance, sul processo di ridefinizione degli Istituti, delle Aree della Ricerca, sulla Vision.
A giorni verrà presumibilmente, inviato al MIUR il documento di visione strategica decennale (DVSD) del CNR non si sa elaborato da chi (a parte la Commissione di fiducia dell'ex Presidente, ora Ministro Profumo, nominata ai sensi del Decreto Legislativo Luogotenenziale del 1945), con quali contenuti, con quale strategia e con quali competenze.
È sempre più necessaria una grande e partecipata discussione sul presente e sul futuro della ricerca nel nostro paese di cui il CNR è motore fondamentale.

Sono più di 15 anni che l'Ente non trova pace. È soggetto a continui e incompiuti riordini, carenza crescente di risorse, mancato riconoscimento dell'autonomia e mancato riconoscimento delle competenze presenti. Nel momento in cui nel DDL sul lavoro compare il riferimento alla democrazia economica, alla partecipazione e cogestione dei lavoratori alle loro imprese, nel CNR resta proibito parlare di partecipazione del personale alla sua organizzazione, promozione e gestione. Eppure, è chiaro che è grazie a questa comunità che l'Ente continua ad essere un Ente Nazionale di Ricerca in grado di confrontarsi con gli omologhi esteri.

Chissà perché, della Carta Europea del Ricercatore, quei pochi che l'hanno letta sembrano ricordarsi solo dei doveri del ricercatore e non della parte dedicata ai diritti.

Per discuterne assieme, la FLC CGIL ha convocato un'assemblea del personale per venerdì 1 giugno 2012 dalle ore 10,00 al CNR, in streaming, dall'aula Marconi.

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