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CNR. Contratti TD non ammessi su Progetti PRIN: lo strano modo di arginare il precariato

La FLC CGIL invita l’Amministrazione a tornare sui propri passi

29/11/2023
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Nella seduta del 21 novembre 2023, tra i tanti punti all’ordine del giorno, il CdA ha deliberato:
6.4 RECLUTAMENTO NELL’AMBITO DEI PROGETTI PRIN 2022 E PRIN 2022 PNRR
Il CdA ha deliberato di autorizzare esclusivamente il conferimento di assegni di ricerca nell’ambito del PRIN 2022 e PRIN 2022 PNRR.

La FLC CGIL ritiene grave che il CdA deliberi in pieno contrasto a una sua stessa precedente delibera (331 dell’8 novembre 2022), già eccessivamente restrittiva, che prevede: il reclutamento a tempo determinato del personale i cui oneri finanziari graveranno sui fondi del PNRR non sarà assoggettato ad autorizzazione preventiva da parte del Consiglio di Amministrazione, ferme restando le verifiche amministrativo/contabili in capo ai competenti uffici. Ancora più grave il contrasto con la email inviata il 22 novembre del 2022 a Ricercatori e Tecnologi dell’Ente dalla segreteria dell’UPGO, con oggetto “Bando PRIN 2022 PNRR - ulteriori indicazioni” in cui viene espressamente suggerito: “Si suggerisce, quindi, di riconvertire la suddetta tipologia di reclutamento con un contratto per l’assunzione di 1 ricercatore a tempo determinato per 1 anno.” Più in generale la FLC CGIL ritiene la limitazione/divieto dei contratti a tempo determinato incomprensibile e assolutamente priva di logica e lungimiranza per un Ente la cui ambizione e i cui obiettivi sono, come spesso ricordato dalla stessa Presidente, l’attrattività di fondi e competenze. Consideriamo assurdo porre limiti e argini ex post su progetti di ricerca con finanziamento esterno. La FLC CGIL ritiene inoltre grave che l’amministrazione del CNR consideri figure professionali con tutele diverse, tra loro intercambiabili.

Ancora una volta appare evidente come la specificità della ricerca e delle sue esigenze vengano ignorate in nome di una miope burocratizzazione. La sensazione è quella di una corsa al ribasso in cui l’unica discriminante sono i diritti di lavoratrici e lavoratori. Non si riesce inoltre a comprende secondo quale ratio l’Ente a livello centrale decida in maniera arbitraria di quali figure professionali necessiti un progetto di ricerca, sostanzialmente svilendo il ruolo e l’autonomia delle Ricercatrici e dei Ricercatori che sottomettono i progetti per i quali ottengono quei finanziamenti che consentono al CNR di fare ricerca. È questa la miope strategia che l’Ente e il suo CdA vuol mettere in atto per aumentare la propria capacità competitiva e attrattiva? È questa l’idea che l’Ente ha delle competenze del proprio personale? Secondo quale logica l’Ente sostiene di voler contenere il fenomeno del precariato limitando i contratti a tempo determinato e favorendo il ricorso a contratti ancora più flessibili e penalizzanti nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori? Contratti peraltro già soppressi dalla normativa vigente e ad oggi utilizzabili in deroga solo fino al 31/12/2023. La FLC CGIL non può che stigmatizzare tale miopia e invitare l’Amministrazione a tornare sui propri passi e ad iniziare una riflessione con le OO.SS. rispetto alle politiche di reclutamento sia a tempo indeterminato che a tempo determinato del CNR.

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