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CNR Appello per la difesa del CNR

Quello che segue è un appello per la difesa del CNR. Il testo e le firme saranno riportate a partire dal 1° luglio sul sito

01/07/2002
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Al Coordinamento Nazionale Cnr

Alle strutture territoriali

Ai Coordinatori di Ente

Abbiamo ricevuto questo appello che condividiamo e a cui vi chiediamo di dare pubblicità.

La Segreteria Nazionale
SNUR CGIL

Quello che segue è un appello per la difesa del CNR. Il testo e le firme saranno riportate a partire dal 1° luglio sul sito

https://cnrsos.supereva.it

Le adesioni si inviano sempre dal 1° luglio a cnrsos@supereva.it

Lettera aperta

Questo appello intende richiamare alle propria responsabilità le autorità competenti e indicare all'opinione pubblica i rischi per il Paese e per la qualità del suo sviluppo dovuti ad una non adeguata valorizzazione della ricerca pubblica.
Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il più grande degli enti pubblici di ricerca e l'unico ampiamente inter e multi disciplinare, è in una fase molto critica.
Dopo i tagli dell'ultima finanziaria all'intero sistema ricerca (fondi, come il FIRB, per la ricerca di base, non rinnovati, blocco delle assunzioni per tutto il 2002 negli enti di ricerca senza alcuna deroga, mai successo prima, e imposizione per gli anni 2003 e 2004 di rimanere al di sotto del turnover), il CNR ha dovuto bloccare progetti già operanti e che stavano dando importanti risultati, come quelli in ambito biotecnologico. Non ha potuto, inoltre, finanziare i progetti dei giovani scienziati, che rappresentano la sola possibilità per questo paese di non disperdere, vista l'alta età media degli attuali ricercatori, il patrimonio di competenze fin qui accumulato.

Il ruolo che questo Ente è in grado di svolgere è fondamentale sia come valido produttore di ricerca in moltissimi settori, sia come fattore di coagulo per le ricerche svolte da tutta la comunità scientifica nazionale ed internazionale. Non a caso è dentro al CNR che sono nate nuove discipline scientifiche come l'informatica, l'astrofisica, le scienze cognitive, ecc. La valutazione dei risultati scientifici conseguiti, effettuata dai maggiori organismi internazionali, indica che, tenendo conto del numero di addetti alla ricerca, la produttività scientifica del CNR è perfettamente in linea con le altre realtà tra le più produttive a livello internazionale.

Allo scopo di aumentare l'efficacia delle azioni dell'Ente, nell'ambito della riforma del sistema ricerca, nel '99 si stabilì con il DL 19 di operare un riordino del CNR. Perché la riforma fosse significativa occorrevano risorse umane ed economiche: il Governo precedente operò perché venissero espletati più di 2000 concorsi (di cui circa 1000 nel Mezzogiorno) e, con la Finanziaria 2001, iniziò a dedicare una quantità maggiore di fondi alla ricerca e, quindi, anche al CNR.
Gli organi di governo del CNR non sempre hanno saputo cogliere la novità di ciò che stava avvenendo, hanno spesso operato seguendo logiche non in linea con i prioritari interessi dell'Ente e non hanno saputo incoraggiare il lavoro del personale. Anche la lentezza, e, in alcuni casi, addirittura la manifesta volontà di non applicare in toto il contratto collettivo di lavoro ha rappresentato e continua a rappresentare un elemento di grave difficoltà per chi opera nel CNR.
Non ostante questa situazione l'attività di ricerca dell'Ente continua a proseguire, spesso con risultati di vera e propria eccellenza. I risultati compaiono sempre di più sulle riviste scientifiche internazionali di eccellenza, nei congressi internazionali ed aumenta anche la vicinanza di molte ricerche con le esigenze concrete del paese, sia a livello di miglioramento della qualità della vita, che per un aumento delle capacità innovative delle imprese. Nascono i primi spin off, aumentano i brevetti, crescono i collegamenti con il territorio, come in particolare nel Mezzogiorno si sta chiaramente manifestando.
Oggi quindi il CNR andrebbe difeso e rafforzato nel suo ruolo, nella sua interezza e nella sua autonomia. Logica vorrebbe che si assistesse ad un incremento di risorse sia umane che finanziarie.
Purtroppo, invece, vengono diffusi numerosi interventi di autorevoli membri della maggioranza sulla possibilità di smembrare CNR, cosa che farebbe perdere al paese la potenzialità dovuta alla sua ricchezza multidisciplinare, con scelte aprioristiche, non basate su nessun giudizio di valutazione, ma dettate da una sorta di volontà punitiva, forse, con l'obiettivo di risparmiare i soldi che dovrebbero essere utilizzati per un aumento delle conoscenze, della qualità della vita e dell'innovazione. La frantumazione e comunque il taglio di settori rilevanti del CNR priverebbe il Paese dell'unico Ente di Ricerca multidisciplinare in un momento in cui appaiono sempre più frequenti nel panorama scientifico internazionale progetti di ricerca che richiedono di integrare competenze diverse. Verrebbe inoltre a mancare il naturale interlocutore di corrispondenti Enti in ambito europeo.
Si continua a ventilare l'ipotesi di trasformare il CNR spezzettato o ridimensionato in fondazioni private che con fondi pubblici operino per il profitto dei privati.
Vi è infine la forte preoccupazione che si applichi anche al CNR la legge dello spoil-system, utilizzando un meccanismo del tutto inadeguato per il mondo della scienza in cui la selezione dei gruppi dirigenti dovrebbe avvenire solo in base alla qualità scientifica e non in base a criteri di appartenenza politica.

Di fronte a tutto questo come membri di una comunità scientifica che sa quanto la ricerca sia elemento indispensabile per il progresso civile del paese intendiamo richiamare le forze istituzionali, politiche e l'intera opinione pubblica perché si adoperi in difesa della ricerca pubblica e del CNR che di essa in Italia è una delle massime espressioni.

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