Università di Messina, il programma delle iniziative dei prossimi giorni
L'Assemblea del 22 ottobre 2008 ha detto no alla legge Tremonti-Brunetta e chiesto che il Senato accademico prenda una posizione.
Comunicato della FLC Cgil Messina
Messina, lì 22.10.2008
Oggi 22 ottobre si è svolta su iniziativa della FLC CGIL e della Nidil CGIL una partecipatissima assemblea alla Facoltà di Lettere dell'Università di Messina.
In breve, circa 400/500 persone, fra studenti, docenti e precari nell'Aula Magna della Facoltà stracolma, con numerosi interventi e molte iniziative in cantiere per i prossimi giorni, che verranno ulteriormente presentate e discusse anche nelle assemblee di domani e dopodomani.
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Giovedì 23 ottobre ore 12:00 Aula Falcone Facoltà di Scienze Politiche (palazzo del Royal)
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Venerdì 24 ottobre ore 12:00 Aula 2, Facoltà di Scienze MFN, Papardo.
L'Assemblea ha detto no alla legge Tremonti-Brunetta e chiesto che il Senato accademico prenda una posizione. Il 31 ottobre si terrà un'assemblea generale d'Ateneo. Per il 7 novembre è previsto un corteo cittadino.
Le misure ritenute «devastanti» dall'Assemblea sono: il blocco della assunzioni per i precari, il vincolo alla spesa per nuove assunzioni, pari al 10 per cento di quella relativa alle cessazioni, il taglio ai Fondi di Finanziamento Ordinario (progressivamente ridotte di 63,5 milioni nel 2009, di 190 nel 2010, di 316 nel 2011, di 417 nel 2012 e di 455 nel 2013), la possibilità di trasformare le università in Fondazioni, con il risultato che da un lato le Fondazioni percepiranno i contributi dallo Stato e dall'altro non dovranno rispettare le regole previste per tutti gli altri uffici pubblici.
Altro punto sottolineato nel corso dell'Assemblea è che spariscono 500 milioni di euro, solo nei prossimi tre anni, con il risultato che verrà messa in discussione la stessa esistenza di numerosi corsi di studio. Il dimezzamento dei docenti, poi, inevitabilmente si ripercuoterà sulla ricerca, ulteriormente sacrificata dal carico didattico dei singoli ricercatori e docenti, nei fatti destinato a raddoppiare. La riduzione del personale provocherà un ulteriore aumento del rapporto studenti-docenti, che in Italia è già tra i più alti (nei paesi OCSE la media è di 15 studenti per docente, in Italia è di 20).
La legge 133/2008, il cui schema è stato approvato dal Consiglio dei Ministri in soli 9 minuti, stronca ogni ricambio generazionale, condanna gli studenti a pagare più tasse per una didattica squalificata, attacca la ricerca e, con essa, compromette la capacità complessiva del nostro paese di competere con gli altri paesi sul terreno della qualità e della innovazione.
Il rettore dell'Università deve convocare, secondo l'assemblea, una riunione aperta del Senato accademico che dovrà esprimere la propria netta e assoluta contrarietà alla legge 133/2008, chiederne l'immediata abrogazione e deliberare, fino ad allora, il blocco totale della didattica.
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