FLC CGIL Piemonte: alcune note a margine del parere CSPI sugli esami di Stato
Con il parere del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione giunge finalmente dalle istituzioni una voce che non cancella la realtà della scuola di questi mesi.
A cura della FLC CGIL Piemonte
Il valore che spetta all’esame di Stato e la sua serietà vanno sostenuti oggi più che mai di fronte alle pressioni per abolirne il valore legale. Pressioni politiche presenti da anni che operano e hanno operato a sottrazione del modello costituzionale della scuola pubblica e di stato e verso la meta invece di una privatizzazione neoliberista dell’istruzione nel nostro Paese. Tale valore e serietà tuttavia si sostengono e sussistono quando si misurano prima di tutto con le opportunità effettive di preparazione che la scuola è stata in grado di offrire.
Così come si misurano, a pandemia in corso, la credibilità di provvedimenti che antepongono la volontà tutta politica di accelerare verso la "normalità" (come avvenuto per i provvedimenti per le quarantene e il rientro a scuola) a una valutazione concreta dello stato della scuola e dell’Istruzione, delle condizioni e degli interessi delle allevi e degli allievi. Dove di fatto la "normalità" vige solo nell’enunciazione che se ne fa.
L’ascolto attento delle studentesse e degli studenti non rappresenta poi una diminuzione di autorità, anzi esso costituisce uno dei compiti che nell’ambito dell’Istruzione sono connessi all'esercizio del proprio ruolo, dal ministro, al dirigente scolastico, al docente.
Ai tanti pseudo esperti che in questi giorni salgono sul pulpito dell’appello di fascinazione populista alla severità antilassista riguardo alla generazione dei cosiddetti "sdraiati" e che per lo più non hanno mai fatto parte di una commissione di esame di Stato o che di tale esame ne conservano esclusivamente la personale esperienza, occorre ricordare che il rigore è fatto di impegno e serietà. Vale per tutti un esempio. La seconda prova dell’esame di Stato, reintrodotta dopo essere stata sospesa in corso di pandemia, è prova di indirizzo a valutare, a conclusione di percorso, le competenze acquisite. L’interrogativo che in evidenza si dovrebbe porre è come e in che modo tale percorso quest’anno abbia avuto corso in ciascuna scuola e in ciascuna classe perché la prova d’esame è nazionale, uguale in tutto il Paese.
Non consegniamo loro qualcosa di più grave dell’indifferenza.
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