Nuova frontiera dei tagli alla scuola: a Cuneo si risparmia su riscaldamento e trasporti
Le superiori della provincia passeranno alla «settimana corta» da settembre 2014.
A cura di FLC Cuneo
Le Superiori della Granda passeranno alla «settimana corta» da settembre 2014: lezioni da lunedì a venerdì, anche al pomeriggio. L’assessore provinciale Licia Viscusi ha infine imposto agli Istituti superiori della Provincia la sua soluzione per risparmiare sul costo del riscaldamento e tagliare sui trasporti pubblici.
Ancora una volta la scuola è chiamata a piegarsi alle ragioni dei tagli di spesa, ignorando le sue specifiche funzioni e la sua struttura organizzativa.
Ancora una volta le decisioni delle Istituzioni non sono basate sulla volontà di sviluppo e miglioramento dell’offerta formativa delle scuole, ma sono mirate a una pura ottica di risparmio e contrazione dei costi.
Dopo aver tagliato negli ultimi anni docenti, ore di lezione e laboratorio, finanziamenti e salari, oggi si pensa di spegnere il riscaldamento.
Questa infatti la motivazione alla base del provvedimento della Provincia di Cuneo che attraverso il suo assessore Viscusi tranquillamente afferma “Scelta necessaria per risparmiare su corse degli autobus al sabato e per le spese di riscaldamento”.
Una tale affermazione rivela in sintesi il pensiero di questa giunta provinciale sulle politiche pubbliche di istruzione, trasporti e welfare.
Tagliare le corse degli autobus il sabato grazie alla chiusura delle scuole significa infatti dare un ulteriore colpo al sistema di trasporto pubblico della provincia, e non solo per gli studenti ; è una precisa scelta politica che sul territorio provinciale e regionale stiamo già drammaticamente sperimentando per quel che riguarda il drastico taglio al trasporto ferroviario e su gomma.
Tagliare un giorno di scuola è un sistema piuttosto miope per fare risparmio di denaro ed energia.
Significa non aver tenuto in conto che per dare agli studenti “almeno” la stessa offerta formativa attuale (ore di lezione, progetti formativi, corsi integrativi,sportelli e ore di recupero) occorre aprire le scuole tutto il giorno per svolgere l’orario di lezione in 5 anziché 6 giorni.
Gli studenti (in particolare i non residenti) devono avere locali adatti allo studio e alla permanenza anche pomeridiana nella scuola come biblioteche, aule di studio e multimediali; gli edifici devono essere sicuri e dotati di ambienti adatti nelle dimensioni e negli arredi; deve essere data la possibilità di avere un servizio di mensa interno o convenzionato sul territorio comunale. Solo in questo modo non verrebbe ulteriormente limitato il diritto allo studio in particolare per i molti studenti pendolari senza nuovo aggravio di spesa per le famiglie.
Di tutte queste strutture “di qualità europea “ nelle nostre scuole non c’è traccia.
Per giustificare l’operazione l’Amministrazione ha infatti invocato improbabili paragoni con l’Europa: “In tutti i paesi c’è la settimana corta”; ma un discorso serio sul tempo scuola o sulla “settimana corta” anche nella scuola superiore non può prescindere da tempi e qualità del servizio e quindi da investimenti in strutture, sicurezza, laboratori, personale.
Per allinearci realmente alla ‘qualità europea’ tanto sbandierata avremmo bisogno di aumentare le occasioni di arricchimento culturale, non solo di lezioni ‘frontali’ in locali spesso angusti e inadatti, e con spazi e tempi idonei. Inoltre negli istituti di istruzione secondaria superiore dovrebbero esserci mense o ambienti bar a norma, spazi per lo studio e laboratori attrezzati (e tecnici per farli funzionare). D’altro canto l’inadeguatezza degli edifici scolastici, anche da un punto di vista energetico, è sotto gli occhi di tutti, utenti e lavoratori, con pregiudizio della sicurezza ancor prima che della didattica.
Siamo sicuri che un giorno di riscaldamento in meno sia un risparmio, a fronte degli obblighi che le Istituzioni, e l’Amministrazione Provinciale in particolare, hanno nei confronti della sicurezza e adeguatezza degli edifici scolastici ancorchè funzionanti a “orario ridotto”?
La FLC CGIL di Cuneo ritiene infine che qualunque scelta, anche nell’ottica di razionalizzazione delle spese, debba avere come obiettivi il diritto allo studio, la qualità della formazione, la sicurezza dei luoghi di studio e di lavoro, il rispetto dei ruoli decisionali, in particolare dell’Autonomia scolastica riconosciuta dalla Costituzione. E’ tempo di mettere fine alla solita politica dei tagli, che tutti negano a parole, ma che ricadono sempre e comunque sulla scuola.
Anche e soprattutto nei momenti di crisi economica è necessario fare le giuste scelte: l’investimento in istruzione non è un costo, ma una scelta di sviluppo.
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