Intesa MIUR-regione Lombardia: sancita la fine del sistema d'istruzione professionale nazionale
L'accordo sottoscritto tra il ministro Gelmini e il presidente della regione Lombardia rappresenta un vulnus al sistema nazionale d'istruzione.
L'intesa affida alla regione Lombardia la titolarità dell'istruzione professionale e si sancisce il ritiro del ricorso del Governo contro la legge regionale di riforma dell'istruzione (legge 19 del 2007) e dei ricorsi della regione Lombardia contro la legge finanziaria 2007 e la legge 40/07.
L'Intesa prevede l'avvio del processo di destrutturazione del sistema nazionale di istruzione, come sancito dalla Costituzione, senza alcun confronto con i soggetti sociali e istituzionali, nazionali e regionali, già denunciato dalla FLC Cgil lombarda. Si arriva a stabilire che nel sistema regionale si può sostenere l'esame di stato, rilasciando il titolo di studio finora rilasciato solo dallo stato. Utilizzazione del personale, premialità ed allocazione delle risorse diventano materie di competenza regionale.
Ciò che più colpisce di questa intesa è la normalità con la quale un ministro della repubblica, che ha giurato sulla costituzione, ha sottoscritto la fine di quel sistema nazionale di istruzione di cui, per mandato, sarebbe custode e garante. Le regole sono dei vincoli insopportabili per chi aspira a governare il paese in modo plebiscitario.
Denunciamo con forza e respingiamo questi interventi che minano le fondamenta su cui si è costruito il nostro sistema democratico.
Nei prossimi giorni procederemo ad un'analisi più accurata dell'intesa, non escludendo anche eventuali iniziative legali di contrasto.
Roma, 20 marzo 2009
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Comunicato stampa FLC Cgil Lombardia
Intesa Gelmini-Formigoni.
"Sistema d'istruzione lombardo". NO al federalismo scolastico.
Per la FLC Cgil esiste un unico sistema di formazione, quello unitario e nazionale. Noi siamo per diplomare studenti e futuri cittadini "italiani" e non per diplomare studenti e futuri cittadini "lombardi".
Un'istruzione di segno locale può significare lo smantellamento di un'idea di formazione pubblica per il nostro Paese a favore di una "privatizzazione" regionale, di un "federalismo scolastico".
Oggetto dell'intesa sono gli Istituti tecnici e professionali e la Formazione Professionale. Per quanto riportato sarà possibile, a dal prossimo A.S., che gli Istituti tecnici e professionali di Stato aprano e gestiscano corsi attualmente a carico dei Centri Professionali accreditati dalla legge regionale 19/07.
Formigoni e Gelmini, nella consapevolezza che l'attuale legislazione nazionale non ammette tale possibilità, hanno pensato bene, vedi art. 5 dell'intesa che alleghiamo, di condividere l'opportunità di agire in deroga alla legge 296/06 attraverso un atto integrativo del DPCM di riordino dell'istruzione tecnica professionale nazionale.
E' evidente, anche attraverso i contenuti dell'ultimo comma sempre dell'art. 5, il tentativo di regionalizzare l'istruzione. Si dice, infatti, che i risultati di questa annunciata sperimentazione "forniranno elementi utili all'attuazione del Titolo V parte II della Costituzione, nonché al riconoscimento di eventuali forme di regionalismo". Anche la scuola di tutti e di ciascuno, così come sancito dall'art 34 della Costituzione, dunque dovrà rientrare nel piano federalista di questo Governo. Ne conseguirà che diplomare in Lombardia sarà come diplomare per conto dello Stato!
L'attuazione di questa intesa trascina con sè gravi e pesanti interrogativi, quali:
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Chi amministrerà il personale docente e ATA che sarà impegnato in tali attività dal momento che questi saranno definiti come "quota a parte" della dotazione organica degli Istituti statali? Con quale contratto, con quali diritti, tutele e salari?
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Il fatto che sarà la Regione a provvedere alla ripartizione delle consistenze organiche per ciascuno istituto, definendone anche l'organico funzionale docente e ATA, non prevarica forse l'attuale normativa vigente in materia di determinazione degli organici delle istituzioni scolastiche, ora di competenza dello Stato?
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Che fine fanno i Diploma di Qualifica Professionale di Stato, vedi allegato all'intesa "seconda fase", dal momento che è previsto che questi vengono rilasciati "solamente" in esito ai percorsi triennali di Istruzione e Formazione Professionale definiti dalla legge regionale 19/07?
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Che cosa significa che si andrà ad istituire una contrattazione integrativa regionale che definirà i criteri di utilizzazione del personale, criteri di premiabilità in relazione ai risultati, criteri per l'allocazione delle risorse per il funzionamento, criteri di verifica delle attività formative? Legittima la domanda: da dipendenti di Stato a prossimi dipendenti della Regione?
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Infine che cosa ne sarà dell'attuale Formazione professionale Regionale e che fine farà l'attuale ruolo di governo territoriale delle Province?
La FLC Cgil invita le parti interessate a sospendere l'attuazione di tale intesa, troppe e delicate sono le questioni che si aprono con la sua applicazione, di ordine contrattuale e sindacale, di ordine legale e forse anche costituzionale, ma anche di rispetto verso coloro che oggi dentro le istituzioni scolastiche opera no e delle famiglie e studenti che ne fruiscono.
Oggi all'incontro noi chiederemo, oltre a una sospensiva del provvedimento, anche l'apertura di un tavolo tecnico mirante a conoscere nel dettaglio le implicazioni di tale intesa ed in particolare a partire dagli elementi che questa potrà modificare per gli attuali rapporti di lavoro sia riferiti ai lavoratori della scuola pubblica sia a quelli della Formazione Regionale.
Milano, 19 marzo 2009
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