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Dimensionamento scolastico: fermare la macchina in Lombardia

Lo chiede la FLC CGIL regionale: "fermare tutte le operazioni è un atto responsabile, procedere arrogante".

17/10/2012
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A cura della FLC CGIL Lombardia

A seguito delle operazioni relative alla legge 111/11, Regione Lombardia ha provveduto, con proprie deliberazioni, a sopprimere 58 istituzioni scolastiche autonome per l’anno scolastico 12/13, contro le 24 programmate in sede MIUR, definendo tale operazione un esempio di “virtuosità”.

La scuola non può essere letta solo come situazione di spreco. I comportamenti virtuosi devono spendersi su ben altro e questo a partire dai costi altissimi della politica regionale e sui suoi sprechi di ordine amministrativo.

Non ci si può vantare di essere virtuosi tagliando l’offerta formativa e limitandola nella sua qualità, perché questo significa incidere sul futuro delle nuove generazioni e più in generale sullo sviluppo del nostro Paese.

A conferma di quanto fossero errate le misure governative in proposito al dimensionamento scolastico, nel corso dell’estate è intervenuta la Corte Costituzionale attraverso la produzione, in data 7 giugno 2012, della Sentenza 147 ritenendo incostituzionale l’intero comma 4 dell’art. 19 della legge 111/2011, ovvero, la fissazione ad almeno mille alunni, o cinquecento per i comuni montani, degli istituti comprensivi, pena la perdita dell’autonomia scolastica.

In ragione del fatto che le determinazioni della Corte hanno “obbligato” gli esiti dei lavori della VII Commissione del Senato a tal punto da farle proporre, in data 10 luglio 2012, un documento che impegna il Governo a rivedere il processo di dimensionamento nel rispetto della sentenza della Corte e di attestare il nuovo dimensionamento su un parametro medio regionale di 900 alunni, fatta tale premessa, la FLC CGIL Lombardia chiede:

  • che siano confermate tutte le vigenti unità scolastiche in considerazione che la media alunni attuale delle istituzioni scolastiche autonome è di 940;
  • che tutte le istituzioni scolastiche autonome siano dotate di Dirigente Scolastico e del Direttore dei Servizi generali Amministrativi, ivi comprese le scuole dei comuni appartenenti a comunità montane;
  • che per le scuole site nei territori colpite dal sisma sia garantito loro il dovuto e necessario particolare supporto sia del personale docente che ATA.
  • che l’istituzione scolastica autonoma venga posta a reggenza solo per casi di mancanza del Dirigente Scolastico titolare.

Inoltre, in considerazione del pesante stato di crisi, amministrativa e politica, nel quale versa l’istituzione Regione Lombardia, crisi che le rende oggettivamente impossibile operare nei previsti passaggi di legge, la FLC CGIL Lombardia chiede che si sospenda il previsto dispositivo di legge regionale, da doversi assumere entro il 30 Novembre prossimo, per approvare un nuovo piano di riduzione dell’offerta formativa.

È opportuno, invece, che in fretta si provveda alla costituzione di una cabina di regia regionale che comprenda, oltre che l’Assessorato regionale e l’USR Lombardia, le forze sociali e le associazioni professionali, scolastiche e dei genitori, al fine di realizzare un’analisi più puntuale delle diverse situazioni.

La FLC CGIL Lombardia chiede, quindi, agli Amministratori regionali di “stoppare” i procedimenti di delibera e, contemporaneamente, avanza la richiesta di una valutazione compiuta e complessiva dell’attuale programma di offerta formativa, ivi compreso un giudizio sulle dimensioni delle attuali autonomie scolastiche vigenti.

Infine e alla luce delle recenti dichiarazioni del Presidente Formigoni, circa l’azzeramento totale dell’attuale Giunta regionale, va precisato che ai più risulterebbe del tutto ingiustificabile, in assenza di un’autorità formale con potere di delibera, che Regione Lombardia provvedesse all’assunzione di un nuovo piano di dimensionamento della rete scolastica.