Dimensionamento: muoversi con cautela per evitare scelte penalizzanti per il territorio
Il documento di e FLC e CGIL
A cura di FLC e CGIL Savona
L’operazione di dimensionamento scolastico previsto dalle legge 111/2011 era stata valuta in termini decisamente negativi dalla CGIL e dalla FLC CGIL, in quanto non difficile ravvisare in tale provvedimento un ulteriore “taglio” alla scuola pubblica statale, già pesantemente colpita in questi anni da restrizioni e risparmi sia sulle risorse sia sugli organici del personale.
Non era altresì accettabile la filosofia di quel provvedimento, basata unicamente su fattori quantitativi (numerici) e priva di qualsiasi riferimento all’esigenza di un ampio coinvolgimento di tutti i soggetti interessati così come di quella di tener conto delle caratteristiche peculiari dei territori.
È per questi motivi che la CGIL ha accolto con soddisfazione il riconoscimento e la sottolineatura da più parti, a cominciare dalla Conferenza Stato-Regioni, del concetto che la verticalizzazione delle scuole del primo ciclo (scuole primarie e secondarie di I grado) deve favorire prioritariamente la verticalizzazione dei percorsi educativi e la continuità didattica per una maggiore qualità dell'offerta formativa, cosa difficilmente realizzabile se l'aggregazione diventa una mera «forzatura quantitativa».
Si ritengono pertanto significative le puntualizzazioni espresse dalla suddetta Conferenza Stato-Regioni, ovvero che
- il parametro numerico relativo al dimensionamento deve intendersi come media regionale e non applicato al singolo istituto comprensivo;
- le direzioni didattiche e le scuole secondarie di 1° grado con almeno 1000 alunni (o 500 alunni) potranno mantenere la loro autonomia;
- il piano di dimensionamento potrà essere realizzato nell’arco del triennio 2012-2015.
Richiamiamo inoltre l'attenzione sullo “studio” (rif. nota 8220 del 7/10/2011) predisposto dal Ministero per l’individuazione del “numero medio ideale” degli istituti comprensivi, da cui la provincia di Savona risulterebbe già ad oggi addirittura sottodimensionata, quanto a numero di scuole, rispetto ai parametri previsti.
Dall’insieme delle considerazioni brevemente sopra esposte, emerge con nettezza e si conferma l’esigenza di “muoversi con cautela”, evitando di compiere scelte affrettate che possano rivelarsi irrazionali e penalizzanti del tessuto scolastico del nostro territorio.
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