Università di Roma Tre: il Rettore propone di costituire una fondazione
CGIL, CISL e UIL chiedono di sospendere il progetto e di aprire una discussione.
I tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario stanno spingendo le università a ricercare nuove soluzioni e meno vincoli per il suo finanziamento, ad esempio mediante la trasformazione delle università in fondazioni universitarie, il Rettore di Roma Tre ha proposto di istituire una fondazione universitaria di diritto privato, denominata CeSTIA “Centro di Servizi per il Trasferimento dell’Innovazione di Ateneo nell’attività di formazione e ricerca”.
CGIL, CISL e UIL, valutano questo momento, così critico ed incerto per il sistema universitario, non opportuno per portare a termine una discussione sulla costituzione della fondazione di diritto privato CeSTIA Roma Tre. Chiedono pertanto che la proposta avanzata venga sospesa in attesa che gli sviluppi dell’iter parlamentare del DDL di riforma dell’università e la manovra di stabilità, per avere un quadro di riferimento più chiaro sul futuro di Roma Tre e delle università pubbliche del Paese.
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FONDAZIONE CeSTIA: DOVE L’ INTERESSE DELL’UNIVERSITA’ DI ROMA TRE?
Mai come in questo momento tutti i settori pubblici vivono un momento di incertezza e grande difficoltà, messi in discussione sotto il profilo della qualità e dell’efficienza e nel contempo sottoposti ad una pesante politica di tagli indiscriminati che impediscono qualsiasi possibilità di attuare riforme migliorative e sottintendono la riduzione e marginalizzazione del ruolo dell’intervento pubblico nella società.
In questo quadro il sistema universitario pubblico è stato da subito preso particolarmente di mira dalla scure dei tagli, nel maggio del 2008 con il DL 93 (convertito in legge 126/2008) e poco dopo con il DL 112 (L133/2008), tanto che il combinato disposto dei provvedimenti adottati, in assenza di ulteriori interventi, determinerà nel 2013 una riduzione del finanziamento ordinario delle università di circa il 15% e sta già portando il sistema universitario alle soglie del dissesto finanziario, spingendolo a ricercare nuove soluzioni e meno vincoli per il suo finanziamento, ad esempio mediante la trasformazione delle università in fondazioni universitarie, non a caso espressamente previste dalla stessa L 133. Parallelamente a ciò il DDL di riforma sull’università in discussione in Parlamento non risolve i diversi problemi del sistema e appare come un progetto burocratico e autoritario che prefigura università ridimensionate nel loro ruolo e autonomia e affidate a un governo centralistico e verticista .
E’ in questo conteso che il Senato Accademico, i Consigli di Facoltà ed il Consiglio di Amministrazione di Roma Tre devono fare i conti con la proposta del Rettore di istituzione di una fondazione universitaria di diritto privato, denominata CeSTIA “Centro di Servizi per il Trasferimento dell’Innovazione di Ateneo nell’attività di formazione e ricerca” .
CGIL, CISL e UIL, ritengono che sia aperta una fase decisiva per contrastare il DDL Gelmini e per sostenere la centralità dell'Università pubblica come Istituzione strategica per il progresso culturale, sociale ed economico del Paese e valutano questo momento, così critico ed incerto per il sistema universitario, non opportuno per portare a termine una discussione sulla costituzione della fondazione di diritto privato CeSTIA Roma Tre. Chiedono pertanto che la proposta avanzata venga sospesa in attesa che gli sviluppi dell’iter parlamentare del DDL di riforma dell’università e la manovra di stabilità, consegnino un quadro di riferimento più chiaro sul futuro di Roma Tre e delle università pubbliche del Paese.
Le scriventi OO.SS. evidenziano inoltre che non c’è stata da parte dell’Amministrazione nessun confronto o informazione preventiva sulla proposta di costituzione della fondazione avanzata dal Rettore al Senato Accademico ed inoltre denunciano che i tempi strettissimi che si intendevano perseguire per l’approvazione dello statuto della fondazione, se attuati, avrebbero rappresentato per le relazioni sindacali un atto gravissimo, viste le implicazioni sul Personale che una simile decisione avrebbe comportato.
CGIL, CISL e UIL stante i documenti di cui sono venuti in possesso, in particolare la proposta di statuto della fondazione, non possono che esprimere un giudizio di merito fortemente negativo su tale progetto, in particolare desta forte perplessità la presenza di un unico socio fondatore coniugata all’ampiezza dei compiti che si vorrebbero conferire alla fondazione: ciò prefigura un ateneo privato parallelo all’università di Roma Tre, con l’effetto di duplicazione degli Organi ( con i relativi costi) e l’impoverimento, in termini di risorse e di attività, dell’università pubblica a favore della fondazione.
La ratio delle norme richiamate per la costituzione della fondazione è quella di dare la possibilità ad una o più università di costituire fondazioni di diritto privato anche con la partecipazione di enti ed amministrazioni pubbliche e soggetti privati, al fine di favorire sinergie per la gestione di servizi strumentali sulla base del diritto privatistico, consentendo così anche una maggiore efficacia e speditezza all'attività. E’ con questa finalità chenelDPR 24 maggio 2001, n. 254 vi èindicato un elenco molto vario di attività, allo scopo di permettere di sceglierne una o più, in base, evidentemente, a concrete possibilità di collaborazioni su specifici settori di attività. Invece nella proposta di statuto della fondazione CeSTIA, vengono indicano tutte le possibili attività previste dalla norma! Ed inoltre, in nessun documento in nostro possesso, vi è traccia di entrate e beni che entrerebbero nel patrimonio della fondazione di cui l’università di Roma Tre non dispone già, o l’indicazione di eventuali finanziatori, donatori o altre istituzioni interessate alla costituzione della fondazione. Si trova invece nota di strutture ed attività dell’Ateneo da immettere nella fondazione quali l’Agenzia della Ricerca, in cui far confluire i progetti di eccellenza della ricerca, il Centro Linguistico di Ateneo, l’istituendo Centro di Ateneo per la formazione degli Insegnanti ed altre attività che già oggi portano prestigio e risorse a Roma Tre. Inoltre, altro elemento di particolare rilievo, si prevede di attribuire alla fondazione beni immobili dell’Ateneo!
Prescindendo anche da specifici aspetti e da eventuali modifiche da apportare allo statuto, resta comunque sullo sfondo la poca chiarezza sulle finalità di questa fondazione e l’interesse dell’università pubblica di Roma Tre a costituirla, considerando anche il fatto che l’Ateneo può svolgere direttamente tutte le attività indicate e che, una volta attribuiti finanziamenti e beni alla fondazione, come è noto, questi entrano nella disponibilità esclusiva della fondazione stessa che non potrà distribuire in alcun modo utili. Non sembra sufficiente, oltre che credibile, anche in relazione ai costi che da subito l’Ateneo si troverà inevitabilmente a sostenere, che la motivazione della costituzione di questa fondazione sia essenzialmente la sua presunta capacità di attrarre maggiormente finanziamenti esterni, in ragione di una più ampia flessibilità consentita dal regime privatistico. Se questo aspetto da solo fosse ritenuto dal Rettore sufficiente a proporre la privatizzazione di interi settori dell’Ateneo, perché questo è il quadro che si determina costituendo CeSTIA, allora in quell’ottica si comprenderebbe meglio, anche se chiaramente non si condividerebbe, l’applicazione delle richiamate norme previste dalla L. 133: si eviterebbero almeno i costi derivanti dalla istituzione degli Organi della fondazione e degli apparati di supporto connessi e si scongiurerebbe anche qualsiasi possibile competizione tra l’Ateno e la fondazione sul reperimento di finanziamenti esterni. Per quanto riguarda inoltre l’acquisizione di beni e servizi e la realizzazione e ristrutturazione di edifici per l’edilizia universitaria, compiti espressamente attribuiti alla la fondazione, riteniamo che possa essere condiviso il fatto che da queste attività non dovrebbero derivare particolari vantaggi dallo status di soggetto privato, in considerazione del fatto che le “restrizioni” tipiche a cui sono soggetti gli enti pubblici ( norme di contabilità pubblica, gare di appalto, controlli quali quelli della Corte dei Conti, …) sono a garanzia di trasparenza e non certo freno allo sviluppo.
La costituzione di una fondazione a cui si vorrebbero demandare un così ampio spettro di attività, avrà inevitabilmente non poche ricadute sul personale: Quale previsione per il personale di ruolo della fondazione? Quale modalità di assunzione? Che contratto verrà applicato? Il personale dell’Ateneo potrà collaborare alle attività della fondazione? Come verrà rilevato e trattato economicamente il tempo di lavoro tra le due diverse istituzioni? Si prevede personale di ruolo dell’ università che opererà esclusivamente per la fondazione ? Come verrà retribuito? Potrà scegliere? Questi sono solo alcuni degli interrogativi riguardo al personale che devono essere oggetto di attenta valutazione e che richiedono risposte chiare.
Alla luce di quanto esposto, CGIL, CISL e UIL chiedono che venga immediatamente convocato un tavolo di confronto sindacale.
Ribadiscono il loro impegno in difesa dell’università pubblica, che ha bisogno di valorizzare il merito, di risorse, di immissione di giovani talenti, di un ricambio generazionale, di più partecipazione e trasparenza e non di soluzioni confuse e pericolose scorciatoie, come ad oggi, per i documenti a nostra disposizione, la fondazione CeSTIA inequivocabilmente appare.
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