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Scuola, tagli agli organici: a Ravenna mancano almeno 103 posti docente

La FLC CGIL fa un'analisi dettagliata della situazione nei diversi ordini di scuola.

09/06/2011
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A cura della FLC CGIL Ravenna

Abbiamo atteso fino all'ultimo per avere il quadro completo della situazione, ma ora non possiamo più tacere.
Abbiamo denunciato fin da subito che a fronte di un aumento di 1306 alunni, il prossimo anno scolastico non sarebbe stato possibile garantire la regolare apertura delle scuole e la qualità dell’offerta formativa.
Nonostante le tabelle ministeriali parlino di una riduzione di 49 posti docente, abbiamo accertato, attraverso l’analisi dei dati forniti dall’amministrazione scolastica, che servirebbero almeno 103 posti docente in più.
Al momento ancora nulla si sa sul personale ATA ma dalle anticipazioni che abbiamo, si prevede un taglio insostenibile per le scuole della provincia di Ravenna.
Siamo di fronte allo scempio della proposta formativa e della qualità della stessa; siamo di fronte all’impoverimento più barbaro del sistema scolastico pubblico; siamo di fronte alla più volgare regressione culturale mai vista prima nella storia repubblicana.

E i numeri sotto riportati lo dimostrano.

La situazione si presenta estremamente grave nella scuola dell'infanzia per la quale servirebbero 37 posti docente in più

  • per dare risposta alle 15 sezioni ad orario ridotto (attivate nonostante i genitori, all'unanimità, richiedano il tempo pieno)
  • per costituire 11 nuove sezioni necessarie per azzerare le liste d'attesa. Sono infatti oltre 300 i bambini in lista d'attesa nella nostra provincia concentrati in particolare nel distretto di Ravenna (170 nel comune di Ravenna + 28 nel comune di Cervia), oltre a 107 nel Comune di Faenza.

Nella scuola primaria mancano all'appello 38 posti

  • per dare risposta alla domanda di tempo pieno formulata dalle famiglie (11 classi)
  • per restituire alle scuole le risorse loro spettanti in applicazione delle norme vigenti (17 posti derivanti da arrotondamento degli spezzoni)
  • per garantire l'affidamento della lingua inglese a docenti specialisti (8 posti).

Alla scuola media mancano 15 posti

  • per dare risposta alla pur esigua domanda di tempo prolungato formulata dalle famiglie (già condizionate nella richiesta al momento dell’iscrizione degli studenti)
  • per lo sdoppiamento delle classi prime non autorizzate (Damiano-Novello Ravenna, Ricci-Muratori Ravenna, Marina di Ravenna, S.P. In Vincoli e Carchidio Strocchi Faenza)
  • per ridare dignità ai corsi per gli adulti (CTP Ravenna e Faenza/Lugo), il cui organico continua ad essere tagliato del 40% nonostante ai CTP sia stata attribuita anche la competenza della certificazione della lingua italiana per gli stranieri.

Scuola secondaria superiore

In questo delicatissimo e complesso segmento del sistema scolastico era inevitabile, come ormai denunciamo da tempo, che venisse allo scoperto la gravità della situazione, tenuto conto dello stravolgimento in atto collegato al riordino ed all’applicazione delle norme introdotte dalla Gelmini.
Infatti, nonostante l'erosione dei quadri orario determinati dalla “riforma epocale” del ministro Gelmini (meno ore di scuola per i nostri ragazzi, meno qualità, meno opportunità), per rientrare nel contingente di posti attribuiti dal Ministero, e nonostante l’incessante lavoro di cesello dell’ufficio territoriale, mancano almeno 13 posti docente.

E per raggiungere l'obiettivo, l’amministrazione ha effettuato una scelta che non è certo indolore: quella di far sparire, in organico di diritto, i corsi serali e di non concedere alcune classi.

Infatti, rispetto alle richieste formulate dai Dirigenti scolastici sulla base delle effettive iscrizioni

  • si tagliano tutte le classi iniziali dei corsi serali (2 terze ITC Ginanni; - 1 quarta IPS STOPPA LUGO)
  • si tagliano pesantemente le classi successive dei corsi già avviati:
    - eliminando sia la classe quarta sia la quinta presso l'ITCG ORIANI FAENZA
    - eliminando la classe quinta presso l'IPC di Faenza
    - dimezzando le classi quarte e quinte dell'ITC GINANNI (1 quarta 1 quinta anziché 2 e 2)
    - eliminando i corsi di perfezionamento richiesti dall'Istituto D'Arte per la Ceramica di Faenza.

Non possiamo accettare poi, che le classi siano sempre più affollate o per meglio dire “classi pollaio”: è il caso, ad esempio, della classi terze dell’indirizzo linguistico del Liceo Classico di Ravenna che in questa fase dell’organico di diritto saranno costituite da 33/34 studenti.
E il sovraffollamento non risparmierà nemmeno le classi che ospitano alunni diversamente abili, pregiudicando non solo la sicurezza e la possibilità di accogliere ulteriori studenti ma anche la qualità didattica.
E di questo si stanno accorgendo anche i genitori che non mancano di segnalarci situazioni veramente ingestibili, sia per gli insegnanti, sia per gli studenti, e particolarmente per i ragazzi diversamente abili gravi.
La FLC CGIL adotterà ogni iniziativa ritenuta utile, finanche la denuncia alle autorità competenti e di pubblica sicurezza, per ottenere il ripristino di quanto stabilito dalle norme vigenti in materia di costituzione delle classi e di sicurezza.

Aumenta quindi il disagio sociale che diventerà ben presto emergenza sociale, non si garantisce il tempo scuola richiesto dalle famiglie, si mortificano quegli elementi che caratterizzano la qualità del nostro sistema scolastico statale, si toglie il futuro ai nostri ragazzi attraverso lo stillicidio del sistema pubblico e la riduzione delle opportunità.
E sappiamo che quanto sta accadendo, già previsto e ampiamente denunciato, è solo un anticipo di ciò che avverrà con la manovra finanziaria di aggiustamento che il Governo si prepara a varare.
Noi non accettiamo che tutto ciò avvenga nella più totale indifferenza!!
Non accettiamo che la nostra scuola, la scuola del non uno di meno, sia fatta oggetto di scempio.

Siamo pronti a costruire alleanze con tutti coloro che hanno a cuore la tenuta democratica del nostro paese e ancora una volta ribadiamo che è necessario che il territorio, le istituzioni, le forze politiche, le famiglie reagiscano, senza se e senza ma, in difesa del diritto dei nostri figli ad un futuro dignitoso.
Scendere in campo, ora e subito, è un dovere civico di ciascuno che la Costituzione ci consegna.
Scendere in campo significa prendere posizione e impedire che lo sfascio continui.

Da tempo chiediamo l’attivazione di un tavolo interistituzionale che si attivi per difendere il grande patrimonio di valori e civiltà che è rappresentato dalla scuola pubblica e dal suo personale: ora non è più il tempo del rinvio.