DL 112/08, giornata di mobilitazione negli atenei campani
Proseguono le iniziative di protesta negli atenei italiani. Documento approvato dall'assemblea generale dei lavoratori e degli studenti degli atenei napoletani del 14 luglio 2008.
Le iniziative di mobilitazione negli atenei
Lunedì 14 luglio si è svolta una giornata di mobilitazione in tutte le università campane organizzata da FLC Cgil, CISL Università e UIL PA-UR. L'obiettivo è stato quello di informare le lavoratrici e i lavoratori sui recenti provvedimenti del Governo, in particolare il Decreto Legge 112/08.
Dell'assemblea pubblica di questa mattina a Benevento abbiamo già dato notizia sul nostro sito. Un'altra assemblea dei lavoratori e degli studenti degli atenei napoletani si è svolta presso il Complesso universitario di Monte S. Angelo (Università Federico II di Napoli) ed è stato approvato il testo del documento che pubblichiamo di seguito.
Roma, 14 luglio 2008
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Documento approvato dall'Assemblea Generale dei lavoratori e degli studenti degli Atenei napoletani svoltasi il giorno 14 luglio 2008 presso il Complesso universitario di Monte S. Angelo
I docenti, ricercatori, tecnici amministrativi e gli studenti riuniti in assemblea lunedì 14 luglio 2007 giudicano il Decreto Legge n. 112 come un violento attacco alla qualità del lavoro e del sistema pubblico della conoscenza, ai salari, alle prospettive di reclutamento e di carriera. La trasformazione delle Università in fondazioni di diritto privato, la limitazione del turn over al 20% sulle unità di personale, il taglio indiscriminato di 500 milioni di euro in tre anni al FFO, la trasformazione degli scatti biennali in scatti triennali a parità di importo, i tagli e le limitazione alla contrattazione integrativa e alle piante organiche, sono espressione di una politica che incide direttamente sulle retribuzioni, sugli assetti istituzionali, sulla natura di soggetto pubblico dell'Università italiana e mette decisamente in discussione l'autonomia universitaria e la qualità dei suoi servizi mirando in maniera sempre più esplicita e accelerata alla privatizzazione del sistema.
Le ricadute immediate di queste scelte saranno inevitabilmente l'innalzamento delle tasse d'iscrizione universitarie e il progressivo degrado dei servizi offerti agli studenti, già oggi fortemente sottodimensionati rispetto alle reali esigenze. Viene in buona sostanza delineandosi la progressiva ritirata dello Stato e del pubblico dalla gestione dei sistemi della conoscenza in Italia e si configurano un violento attacco ai salari dei “fannulloni” della pubblica amministrazione, ed un attacco alla qualità del lavoro attraverso politiche che incentivano ulteriormente il ricorso al lavoro precario.
Come al solito, il prezzo più pesante delle scelte del governo lo pagano i lavoratori precari, il personale tecnico amministrativo, i docenti, gli studenti e le loro famiglie.
L'assemblea delibera:
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la partecipazione all'assemblea nazionale indetta per il 22 luglio dalle OO.SS. e dalle associazioni della docenza,
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l'adesione alla giornata nazionale di protesta alla quale sono chiamate tutte le Università italiane, promossa dal Senato Accademico della Sapienza di Roma,
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l'astensione da parte di tutti i lavoratori, strutturati e non strutturati, da ogni forma di collaborazione non obbligatoria e dallo svolgimento di incarichi e mansioni diverse da quelle richieste per legge o stabilite dal proprio contratto, individuale o collettivo, di riferimento, ed in particolare, pertanto, l'indisponibilità per i professori a ricoprire per il prossimo anno accademico incarichi di insegnamento aggiuntivi a quello di titolarità e per i ricercatori a ricoprire in affidamento qualsiasi corso d'insegnamento.
L'assemblea chiede:
-
ai Rettori delle Università campane e agli organi universitari di deliberare contro il decreto e di individuare forme di pressione e di intervento idonee al suo ritiro, e di deliberare l'adesione alla giornata nazionale di protesta indetta dalla Sapienza di Roma,
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a tutte le forze politiche, istituzionali e civili di prendere una posizione pubblica contro il decreto.
L'assemblea ritiene:
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che in caso di approvazione del decreto debba prendere avvio una ancor più ampia mobilitazione che giunga ad iniziative di astensione e blocco delle attività degli Atenei fino al pieno ritiro delle norme.
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