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Ucraina: anche la musica tra le vittime dell’invasione, il governo chieda l’eliminazione della sanzione sugli strumenti musicali

Comunicato stampa della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL

18/05/2022
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Roma, 18 maggio - Una grottesca disposizione dell’UE fa rientrare tra le sanzioni commerciali, l’esportazione in Russia degli strumenti musicali di valore superiore a € 1.500. Tra i beni di lusso che è vietato vendere, fornire, trasferire o esportare, direttamente o indirettamente, a qualsiasi persona fisica o giuridica, entità o organismo in Russia, vengono indicati pianoforti, clavicembali, strumenti musicali a corde, ad aria, a percussione e strumenti musicali il cui suono è prodotto elettricamente, di valore superiore a € 1.500,00. Di ciascuna famiglia strumentale viene indicato anche il codice Taric (ossia la Tariffa Doganale Comunitaria applicata nell’Unione Europea dal 1987 che rappresenta lo strumento per il calcolo dei dazi doganali sulla merce importata).

Come FLC CGIL fin da subito abbiamo contestato le sanzioni contro la Federazione Russa che riguardavano l’interruzione dei rapporti scientifici, culturali e artistici: ignorare che cultura e scienza sono da sempre i luoghi in cui lo scambio avvicina e riconnette popoli e saperi, significa semplicemente rafforzare il nazionalismo russo voltando le spalle alla pace. L’inserimento degli strumenti musicali tra i beni di lusso dimostra un’arretratezza culturale indegna per la storia e la tradizione dell’Europa e dimentica il messaggio di pace che ha per sua natura la musica, in quanto linguaggio universale in grado di superare la barriera, spesso insormontabile, del linguaggio verbale.

Nel caso specifico, cosa e chi intende colpire questa sanzione? Un musicista professionista, uno studente o una studentessa che sta sviluppando il proprio talento musicale?

La cooperazione scientifica, culturale e artistica, anche nelle fasi più buie della Guerra fredda, ha rappresentato uno straordinario strumento di pace tra gli uomini e le donne del nostro pianeta.  Una prima ma significativa inversione di rotta rispetto all'escalation senza fine a cui stiamo assistendo da quasi tre mesi sarebbe l’immediata cancellazione di questa disposizione incomprensibile, per questo chiediamo al governo Draghi di fare appello alla UE affinché la sanzione sugli strumenti musicali venga eliminata.

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