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Scuola: proposte del Governo sono da respingere

Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

04/03/2015
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I provvedimenti annunciati dal Governo sono un ulteriore attacco alla scuola pubblica, ai precari e ai diritti dei lavoratori. Non si intravede alcun segno di vera innovazione ma si continua nella stessa direzione fallimentare delle riforme della Gelmini. Si trasformano le scuole in luoghi simili alle aziende cancellando democrazia e contrattazione. L’istruzione viene piegata alle logiche del mercato smarrendo quei contenuti culturali e sociali che sono fondamentali per garantire inclusione e uguaglianza. Non ci sono investimenti per migliorare la qualità formativa e valorizzare il lavoro. Tutto avviene in modo confuso e senza alcuna visione di reale cambiamento. Le nostre contropoposte per cambiare dal basso la scuola italiana sono chiare e note (Cantiere scuola).

Su salario, carriera, orari e professionalità di tutti i lavoratori della scuola vanno subito aperte le trattative per il rinnovo del contratto.
Le proposte del Governo sono da respingere perché riducono i salari e affermano un potere discrezionale dei dirigenti in tema di valutazione. Si sequestrano i soldi degli scatti per tre anni e con le stesse risorse in futuro si intende premiare in maniera discrezionale un numero inferiore di lavoratori. È solo attraverso il contratto e risorse aggiuntive che si può valorizzare la professionalità docente (anzianità e impegno aggiuntivo); rivalutare i salari; valorizzare il lavoro Ata. Non condividiamo la visione del lavoro della dirigenza che emerge dal piano governativo. Pensiamo alla scuola come a un ambiente lavorativo organizzato a rete, dove prevale la collaborazione. Il dirigente delineato dal Piano Renzi è un capo, ordinato gerarchicamente, con una concentrazione di poteri, non funzionale all’organizzazione scolastica.

Sui precari, denunciamo confusione e speculazioni sulla pelle di 150mila lavoratori. Al governo si chiede innanzitutto coerenza con gli impegni presi a agosto scorso sulla loro stabilizzazione. La sentenza della Corte di Giustizia Europea non può essere aggirata e stravolta. Per questo è necessario un provvedimento urgentissimo che sia comprensivo anche degli Ata. Il lavoro è un diritto e non ci può essere l’esclusione di migliaia di precari dai processi di stabilizzazione.

Inoltre, siamo radicalmente contrari alla generosa concessione di sgravi fiscali a favore delle scuole paritarie, sconvolgendo così i principi e i valori della Costituzione. E intanto si continuano a tagliare risorse alle scuole statali, si chiedono contributi alle famiglie, gli edifici scolastici cadono a pezzi e sono sempre più insicuri, aumenta il numero degli alunni per classe e non ci sono interventi per il diritto allo studio.

Questa è la politica di chi ha scelto di stare dalla parte dei più forti e di abbandonare i più deboli. Contro queste impostazioni regressive e autoritarie, nelle prossime ore, insieme a tutte le altre organizzazioni sindacali, decideremo le inziative di lotta nelle scuole e nel Paese per difendere la funzione sociale della scuola pubblica e per ridare valore e dignità al lavoro.