Dimissioni Fioramonti: ora garantire risorse e stabilità
Comunicato stampa della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL


Roma, 26 dicembre - Appare difficile commentare le dimissioni del ministro Fioramonti, soprattutto se si fa riferimento al tempo scelto per consegnare la lettera a Palazzo Chigi, il giorno di Natale e pochi giorni dopo la sottoscrizione di impegni precisi assunti con le forze sindacali, rappresentative della grande maggioranza di lavoratrici e lavoratori della Scuola, dell'Università e della Ricerca. Non possiamo tacere sul fatto che le dimissioni di un ministro, oltre ad avere pesanti conseguenze sul piano politico, hanno ripercussioni soprattutto sul piano istituzionale, a partire dal Quirinale, per finire al Parlamento chiuso per ferie, e dunque impossibilitato a dibatterle.
Nel merito delle ragioni delle dimissioni del ministro, spetta ora al presidente del Consiglio Conte chiarire la posizione del governo in materia di risorse per l'Istruzione e la Ricerca, altrimenti il rischio è che qualunque ministro che seguirà non potrà fare a meno di seguire le
orme di Fioramonti.
In una recente intervista, il ministro dell'Economia Gualtieri aveva avvertito che su Istruzione e Ricerca il governo aveva agito su due fronti: bloccare i tagli previsti dal precedente governo, pari a circa sei miliardi di euro, e, anzi, restituire circa due miliardi. E tutto ciò era noto ai ministri fin dalla elaborazione della legge di Bilancio 2020. Come sindacati avevamo reagito sostenendo che le risorse erano e restano insufficienti per sostenere la struttura dell'Istruzione. Ma erano e restano del tutto inadeguate per sostenere Università e Ricerca.
Dunque, un problema relativo alle risorse esiste, come esiste un problema gigantesco di rinnovo del contratto nazionale di lavoro, e siamo in attesa di risposte concrete, fattuali sugli impegni sottoscritti il 19 dicembre. Da chi? In primo luogo dal presidente del Consiglio Conte a cui chiediamo di garantire continuità e stabilità ad un settore strategico dell’amministrazione dello Stato e in secondo luogo, dal titolare del MEF, Gualtieri, che si è impegnato a rilanciare il settore strategico dell'istruzione e della Ricerca fin dalla elaborazione del prossimo Documento di economia e finanza (Def), reperendo nuove e più congrue risorse. Se le dimissioni del ministro Fioramonti sono state utili ed efficaci lo si verificherà sulla base di quegli impegni assunti da Conte e Gualtieri. E non certo da alchimie di natura eminentemente politicistica di schieramento.
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