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Come funzionerà il reclutamento per la scuola primaria e dell’infanzia con le nuove regole

Il concorso straordinario e le misure, poco dignitose, previste sulla vertenza dei diplomati magistrali nel decreto dignità

20/08/2018
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Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di conversione del decreto legge n. 87 (il cosiddetto decreto dignità), diventano efficaci le previsioni introdotte dal parlamento relativamente ai diplomati magistrali ante 2001/2002.

Al fine di garantire il corretto avvio dell’anno scolastico, la norma prevede una sospensione dell’applicazione delle sentenze negative, a seguito dell’orientamento del Consiglio di Stato, di 120 gg. dalla notifica, pertanto:

  • i diplomati magistrali presenti nella GaE saranno assunti in ruolo con riserva, per cui, dopo l’esecuzione delle sentenze, il loro contratto sarà trasformato in una supplenza al 30/06/2019;
  • i diplomati magistrali individuati come titolari di una supplenza annuale al 31/08, dopo l’esecuzione delle sentenze, avranno la trasformazione del contratto di una supplenza al 30/06/2019.

Il Decreto prevede inoltre che il MIUR bandisca per i ruoli della scuola della infanzia e della scuola primaria due concorsi, uno ordinario e uno straordinario.

  • Il concorso straordinario, sarà riservato ai diplomati magistrali entro l’a.s. 2001/2002 ed ai laureati in scienze della formazione primaria (entro la data di scadenza del bando) che abbiano svolto almeno due anni (180 gg anche non consecutivi oppure ininterrotti dal 1° febbraio agli scrutini finali o al termine delle attività didattiche) di servizio presso le scuole statali nell’ultimo ottennio (le due annualità possono anche non essere consecutive). Il concorso straordinario, prevede 70 punti per i titoli e 30 punti per la prova orale di carattere metodologico non selettiva. Si svolge una sola volta (il regolamento è previsto entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge) e le relative graduatorie sono ad esaurimento.
  • Il concorso ordinario, con cadenza biennale, sarà invece rivolto a tutti gli abilitati, quindi ai diplomati magistrali entro l’a.s. 2001/2002 ed ai laureati in scienze della formazione primaria, senza il requisito delle due annualità.

La legge prevede che per le assunzioni future si assegni il 50% dei posti alle graduatorie ad esaurimento e il restante 50% ai concorsi. Qualora si esauriscano le GAE i posti residui si aggiungono a quelli destinati ai concorsi.

I concorsi a cui è destinata questa quota sono, prioritariamente, il concorso 2016 (inclusi coloro che abbiano raggiunto il punteggio minimo) e successivamente, qualora residuino posti, il concorso straordinario e il nuovo concorso ordinario con quote del 50% ciascuno. Qualora si esaurisca anche la graduatoria del concorso straordinario i posti residui si assegnano al nuovo concorso ordinario.

Abbiamo riassunto in uno schema (in allegato e in calce alla notizia) le procedure previste e le relative quote di assunzioni destinate alle varie procedure.

Le nostre considerazioni

Le misure contenute nel decreto dignità non risolvono il problema dei diplomati magistrali, anzi rendono la loro posizione ancora più precaria dal momento che prevedono la stipula di contratti, anche per gli insegnanti già passati di ruolo, con il termine del 30 giugno 2019.

La soluzione adottata risulta poco dignitosa per i tanti docenti che aspettavano una risposta definitiva dal nuovo Governo che di fatto “licenzia” il 30 giugno 2019 migliaia di docenti già di ruolo.

Il decreto non offre una risposta adeguata ad un altro problema: la gestione degli incarichi di supplenza al 30 giugno e 31 agosto, che fino ad oggi sono stati attribuiti dagli uffici scolastici territoriali tramite le graduatorie ad esaurimento. Quando le GAE in molte province, soprattutto del nord Italia, si svuoteranno per effetto delle sentenze, queste supplenze ricadranno nella competenza delle scuole e delle graduatorie d’istituto, con conseguente sovraccarico di lavoro per le segreterie e frammentazione delle procedure di nomina.

In questa fase riteniamo poi fondamentale un provvedimento teso a varare un piano di assunzioni che riduca la forbice tra organico di diritto e organico di fatto e permetta di assumere su quei posti sui quali da anni si avvicendano lavoratori precari. Senza un intervento di questa natura le scuole continueranno ad avere un continuo avvicendamento di insegnanti e le prospettive di stabilizzazione per i tanti lavoratori precari della scuola primaria e dell’infanzia rimarranno una chimera.

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