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Lavoratori fragili: proroga dello smart working fino al 31 marzo 2023

In Legge di Bilancio anche il relativo stanziamento per la sostituzione del personale docente, educativo e ATA. Sono tutele minime che non valutano la complessità dell’organizzazione scolastica.

03/01/2023
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La legge n.197/2022 (Legge di Bilancio 2023) ha prorogato fino al 31 marzo 2023 le tutele ai lavoratori fragili previste dal decreto Aiuti-bis e scadute lo scorso 31 dicembre. Si tratta del diritto prioritario di svolgere la prestazione in modalità agile, “anche attraverso l'adibizione a diversa mansione compresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi di lavoro vigenti, senza alcuna decurtazione della retribuzione”.  

Il provvedimento si estende a tutti, dipendenti pubblici e privati, sulla base della certificazione medica attestante le patologie e le condizioni già previste dal Decreto legge 24 dicembre 2021, n. 221 all'art. 17, comma 2 e individuate nello specifico decreto 4 febbraio 2022 a firma dell’allora Ministro della Salute Roberto Speranza.

È l’ultima norma rimasta a tutela delle persone più svantaggate e maggiormente esposte ai rischi sanitari, ma parziale, visto che di prestazione lavorativa si parla. Non è stata reintrodotta, infatti, nonostante le richieste emendative in tal senso, quella dell’esclusione dal periodo di comporto contrattuale per le assenze riconducibili a grave fragilità, come è successo fino al 30 giugno 2022.

Il problema centrale che ci investe in quanto sindacato di categoria è, ovviamente, la questione dei lavoratori fragili che non possono accedere allo smart working perché la peculiarità della loro funzione è in presenza. Purtroppo le strade sono solo due: continuare a far ricorso all’assenza per malattia incorrendo nella riduzione salariale oppure, se dichiarati inidonei alla mansione specifica causa rischio contagio dal medico competente, dovranno essere adibiti ad altra attività (CCNI 25 giugno 2008). Questo vale soprattutto per i docenti perché il personale ATA, a parità di condizione, ha maggiore adattamento di orari e ambienti per una organizzazione “in sicurezza” del proprio servizio.

In Legge di Bilancio (art.1 comma 307) è stato inserito anche un comma per le sole istituzioni scolastiche, che prevede lo stanziamento di 15.874.542 euro da destinare alla sostituzione di docenti e ATA assenti o utilizzati in altri compiti.

Rimane la considerazione che nella spinta di un ritorno alla normalità e alla situazione pre-pandemica, non si voglia far tesoro dell’esperienza vissuta, anche in termini di conoscenza della complessità che caratterizza l’organizzazione e il funzionamento delle scuole. Passato l’allarme, è rientrata la priorità di attuare misure di contrasto alla trasmissione di malattie, dagli interventi di ventilazione controllata nelle aule alla riduzione del numero di alunni per classe per evitare il sovraffollamento.

In tutto ciò chi è più debole si espone, senza che nella politica sia cresciuto un sentimento di solidarietà e di attenzione al problema; evidentemente “valori emergenziali” e a scadenza pure quelli.

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