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L’assetto dell’ENEA nella delega per il rilancio del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili

Posizione della FLC Cgil sull’art. 2 dell’atto Senato 691 “Delega al Governo per completare la liberalizzazione dei settori dell’energia elettrica e del gas naturale e per il rilancio del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili, in attuazione delle direttive comunitarie 2003/54/CE, 2003/55/CE e 2004/67/CE” ed emendamento 2.0.3 Ronchi e altri su Enea.

27/04/2007
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Alla X Commissione Senato (Industria, Commercio e Turismo), è in discussione l’atto 691 “Delega al Governo per completare la liberalizzazione dei settori dell’energia elettrica e del gas naturale e per il rilancio del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili, in attuazione delle direttive comunitarie 2003/54/CE, 2003/55/CE e 2004/67/CE”, che prevede - nella sua formulazione originaria - anche la delega al riordino “dei soggetti pubblici che operano in tema di efficienza energetica e sviluppo di fonti rinnovabili” (ex art. 2. c.1).

Nella sua formulazione iniziale il DDL 691- attraverso l’affermazione della necessità di innovazione di sistema - esprime la possibilità di legare insieme la sicurezza degli approvvigionamenti, la molteplicità delle opzioni tecnologiche, la sostenibilità ambientale e l’attenzione alle diversità territoriali. Il riferimento del c.1 art. 2, in questa ottica, ci sembra confermare la volontà di potenziare le capacità di Ricerca & Sviluppo del paese anche attraverso il riassetto delle competenze pubbliche (società e enti tra i quali in primis l’ENEA).

Questo approccio risulta coerente con l’affermazione del principio secondo il quale la politica nel settore energetico- ambientale non può essere separata e disgiunta da azioni coerenti nel campo della ricerca e dell’innovazione. Infatti, come é ormai prassi consolidata a livello internazionale e comunitario, le politiche energetico-ambientale si valutano in relazione al tasso di innovazione che riescono a veicolare, facilitare e promuovere nella struttura del sistema economico e produttivo di riferimento, processo cui non possono essere estranee le risorse umane e finanziarie che si destinano alla ricerca di settore.

Con l’emedamento 2.0.3 - presentato da alcuni senatori - si prevede l’istituzione, all’interno dell’ENEA, di una “Agenzia per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili e dell’efficienza energetica” che descrive nel dettaglio organizzazione, organici e funzioni.
La FLC Cgil dissente da tale proposta per i seguenti ordini di motivi.

- L’agenzia - che si immagina di dover creare con l’emendamento proposto - si sovrapporrebbe, a nostro giudizio in modo indebito, alle prerogative che il DDL, il dibattito politico recente e le linee tracciate nel documento Industria 2015, attribuiscono al livello locale, cui compete l’onere di implementare gli indirizzi di politica nazionale ed europea di settore.
- L’articolato - prevedendo l’assegnazione in via esclusiva all’Agenzia di non meno di 300 dipendenti Enea - di fatto crea il rischio di una cesura nell’ente tra attività di servizio e quelle di ricerca e sviluppo.
- L’ENEA, ente di ricerca a prevalente vocazione energetico-ambientale - per il quale non si vuole escludere affatto il ruolo di strumento di attuazione delle politiche di settore – deve poter svolgere questa funzione in pieno raccordo con gli indirizzi politici, in funzione di garante degli stessi, contro eventuali localismi, e in piena coerenza con le deliberazioni europee e nazionali, legittimata in ciò dalle competenze scientifiche che è riuscita e riuscirà a fornire al sistema paese.

Con la formulazione proposta dall’emendamento, l’ENEA, in queste funzioni, si vedrebbe ingabbiato in strutture rigide senza nessuna possibilità di osmosi tra personale prevalentemente dedicato alla ricerca e quello prioritariamente dedicato alle altre funzioni.

Al proposito possiamo citare la convenzione tra AEEG ed ENEA per la certificazione di risparmi energetici negli usi finali, che l’Ente sta onorando con competenza, per la quale ha individuato un responsabile che si avvale dell’operato di un certo numero di dipendenti. Se per ogni operazione di servizio alle istituzioni si dovesse prevedere una struttura rigida e separata nell’Ente, in breve l’Enea esaurirebbe la disponibilità delle sue risorse umane trasformandosi in un “ menù a la carte”.

Dal punto di vista del metodo, vogliamo sottolineare infine, che la definizione puntuale della struttura di agenzia, dalla direzione al numero degli addetti, contraddice l’opportunità di lasciare agli enti di ricerca il compito di realizzare le missioni loro assegnate secondo i criteri più idonei e le modalità più efficienti, consegnando alla valutazione del loro operato il giudizio di merito e di metodo.
Al proposito richiamiamo l’accordo raggiunto in Aprile in Commissione 7 della Camera su una nuova formulazione del testo del DDL per il riordino della Ricerca Pubblica, che rende l'impianto della legge più coerente con l'obiettivo generale di deregulation e di autonomia statutaria degli Enti. Per l’ENEA rivendichiamo lo stesso trattamento riservato ad altri soggetti con diversa missione. Anzi, consideriamo le previsioni dei due DDL lo strumento principe per superare in via definitiva l’attuale regolamento di Ente che abbiamo sempre criticato.

Queste le ragioni di merito per le quali riteniamo non condivisibile l’emendamento proposto e riteniamo necessario rimandare alla delega il compito di ridefinire per l’ENEA, i servizi che dovrà fornire al paese.

La FLC Cgil, per il rilievo che comunque è sotteso all’intero DDL ed agli emendamenti, è impegnata ad aprire un confronto nel quale non solo rappresentare i propri orientamenti, ma, coinvolgendo la comunità scientifica, far crescere una posizione condivisa sull’intera questione.

Roma, 27 aprile 2007

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