Sintesi delle riunioni interregionali
Riportiamo la sintesi della discussione fatta nelle 10 riunioni interregionali e regionali rivolte agli iscritti che lavorano nell’educazione degli adulti
PREMESSA
Riportiamo la sintesi della discussione fatta nelle 10 riunioni interregionali e regionali, tenutesi nei mesi scorsi, rivolte agli iscritti che lavorano nell’educazione degli adulti (centri territoriali, carceri, scuole secondarie serale).
Scopo delle riunioni era quello di illustrare e approfondire i contenuti e gli obiettivi del documento approvato dalla Conferenza Stato Regioni il 2 marzo e le problematiche connesse alla collocazione dei centri territoriali all’interno del sistema integrato di educazione degli adulti.
Nel fare la sintesi della discussione ci siamo soffermati soprattutto sui temi maggiormente dibattuti e che dovranno essere oggetto di confronto, ancora da avviare, tra organizzazioni sindacali e ministero.
In attesa che venga approvato il collegato alla finanziaria (dove è prevista l’istituzionalizzazione dei centri territoriali all’interno del sistema integrato nonché la revisione dei curricoli delle scuole serali), il ministero ha convocato per il giorno 7 giugno una riunione del gruppo nazionale che ha seguito i lavori di stesura del documento per definire le linee di progressiva attuazione.
L’AUTONOMIA DEI CENTRI
E’ stato uno dei temi maggiormente discussi. L’autonomia dei centri territoriali e’ vissuta come decisiva per la realizzazione di un sistema integrato che veda la partecipazione dei centri a pari dignità con gli altri soggetti. I problemi maggiormente evidenziati sono relativi a:
* uso degli spazi e delle risorse (conflittualità con la scuola che ospita i centri)
* dirigenza scolastica (disinteresse ad occuparsi dell’eda)
* partecipazione agli organi collegiali (disinteresse o ruolo egemone del collegio dei docenti, con problemi di conflittualità)
le proposte:
priorità
* centri completamente autonomi deputati all’educazione degli adulti con propria dirigenza, proprie risorse umane e finanziarie e propri organi collegiali.
in subordine, in attesa di arrivare alla piena autonomia
* affidare la funzione di coordinatore solo a dirigenti scolastici competenti con forti esperienze e motivazioni al settore
* affiancare il dirigente coordinatore con un docente in semiesonero od esonero totale con funzioni di vice
* dare un riconoscimento economico ai dirigenti scolastici che coordinano centri eda
* definire capitoli di bilancio diversi per le risorse destinate al settore
* ipotizzare soluzione all’interno degli organi collegiali per cui si considerino l’insieme dei docenti eda come articolazione del collegio docenti con piena autonomia per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro e della didattica, fermo restante le competenze del consiglio d’istituto. Garanzia di una presenza EDA quando in consiglio d’istituto si discute e si delibera su tematiche connesse al settore.
I DOCENTI
Sono stati evidenziati problemi quantitativi (centri che funzionano in situazioni di sotto organico), di stabilità (alta presenza di precari e di docenti in utilizzo), di qualità ( preparazione e competenze specifiche per insegnare agli adulti). Si ravvisa la priorità di definire il profilo professionale di chi opera nei centri territoriali.
Le proposte
A) Il profilo professionale e la formazione
* definire il profilo professionale di chi insegna agli adulti (temi evidenziati: l’analisi dei fabbisogni formativi, la motivazione all’apprendimento, il recupero di competenze e il riorientamento, la didattica modulare, il riconoscimento e la certificazione dei crediti)
* definire le competenze "altre" necessarie (organizzative, progettuali, di raccordo con il territorio, di tutoraggio….)
* prevedere percorsi di formazione a hoc in ingresso e in itinere che siano concordati con i docenti del settore ( troppo spesso i corsi non sono funzionali ai bisogni dei docenti)
* nella formazione favorire percorsi integrati con gli operatori della fp, delle carceri et
* avere un canale d’ingresso preferenziale per chi ha le competenze e /o ha fatto percorsi di formazione
B) gli organici
* Definire una quota nazionale di organico da ripartire a livello territoriale da destinare al settore.
Per quanto riguarda il nucleo stabile, occorrono competenze relative alle seguenti aree:
* linguistica/comunicativa
* Italiano come lingua 2
* lingua straniera (inglese)
* informatica
* tecnico/scientifica (i processi di lavoro….)
* matematica/logica (la matematica del quotidiano…)
* giuridiche economiche (diritti di cittadinanza/ del lavoro….)
Prevedere un organico funzionale stabile sul progetto in rapporto a bisogni territoriali specifici
* Prevedere forme di semiesonero per l’esercizio di funzioni di coordinamento, organizzative su ogni centro o in subordine su centri collegati in rete
il personale ATA
* garanzia di presenza del personale ATA a livello dei servizi di segreteria e del personale ausiliario
* assegnazione specifica ai centri e ai corsi serali
IL SISTEMA INTEGRATO
A) La scuola militante
In tutti gli attivi è stata evidenziata una sottovalutazione del settore (se non totale ignoranza) da parte dell’amministrazione scolastica provinciale: il rischio è che nel comitato locale non si riesca a rappresentare la scuola militante
* quale forma di coordinamento tra comitato locale e centri nel loro complesso?
B) I livello decisionali
E’ stato evidenziato il rischio di organismi pletorici con sovrapposizione di compiti. Occorre ragionare su tavoli di concertazione snelli che sappiano lavorare per commissioni, anche con la presenza di esperti
Necessità di un sindacato competente in grado di fare proposte e rivendicazioni a livello territoriale
C) Le risorse
* mantenere un canale diretto di finanziamento ai centri da parte dello stato in rapporto alle attività di interesse nazionale (formali e non formali)
LA SCUOLA SECONDARIA
Unanime la richiesta di procedere alla revisione dei curricoli della scuola secondaria serale in modo da consentire una didattica modulare e il riconoscimento dei crediti formativi o da lavoro.
Gli organici e l’orario di lavoro vanno ripensati sulla falsariga dei docenti dei centri territoriali, in modo da consentire maggiore flessibilità e autonomia professionale. Occorre anche garantire la presenza di funzioni quali tutor, orientatore.
Rispetto alla localizzazione dei centri, si ritiene che la questione centrale sia la presenza nel centro del personale dei diversi ordini scolastici, in modo che sia veramente possibile la programmazione e la gestione delle attività con attenzione ai problemi della continuità.
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