Scuola: certificazioni conclusive ed esami di terza media. Riduzione orario istituti professionali
Incontro al Ministero con le organizzazioni sindacali per mettere a punto norme riguardanti gli Esami di Stato conclusivi del primo ciclo e la riduzione oraria degli istituti professionali
Presso il Ministero si è tenuto oggi un incontro con le organizzazioni sindacali per la messa a punto degli adempimenti relativi all’esame di terza media e per l’applicazione della legge finanziaria 2007 nella parte che prevede la riduzione oraria del funzionamento degli istituti professionali.
Presenti il Capo Dipartimento dott. Casentino, il dott. Dutto e il dott. Raieta.
Esami di Stato
Riguardo agli esami conclusivi di primo ciclo, quest’anno va a regime l’attuazione del decreto legislativo ‘59/04 che prevede, oltre alla valutazione degli apprendimenti, anche la certificazione delle competenze.
Con la nota del 10 novembre 2006, il Ministro Fioroni ha disposto che il
modello di valutazione venga predisposto dalle scuole stesse, mentre la
certificazione delle competenze venga prevista in un’ ottica sperimentale solo per l’ultimo anno del primo ciclo e affidata ad un modello nazionale definito dal ministero.
Oggi però non sono stati definiti né le competenze da conseguire al termine del primo ciclo, né sono state riviste le Indicazioni Nazionali, allora il Ministero propone un modello sperimentale di certificazione delle competenze che fa leva sulle capacità autonome delle scuole di indicare tali competenze. Inoltre lascia spazio alle scuole per eventuali integrazioni e implementazioni.
Con la legge n. 1 dell’11 gennaio 2007 che detta disposizioni sull’esame di Stato, è stata poi abrogata la norma che affida all’INVALSI il compito di predisporre le prove per l’esame che tornano in capo alle commissioni esaminatrici
La bozza di circolare sugli esami di stato, all’esame del CNPI, regolamenta le prove scritte e il colloquio pluridisciplinare: le novità riguardano le prove scritte delle due lingue straniere e quella di matematica, scienze e tecnologia.
La FLC Cgil ritiene che la grande incertezza che ha caratterizzato il lavoro docente di questi anni, rappresenti un fattore di cui tenere assolutamente conto quando si vuole introdurre altri cambiamenti. Molti sono stati in questi anni i motivi di agitazione e di incertezza, a partire dall’applicazione delle norme sull’orario spezzatino, alle screditatissime Indicazioni Nazionali, fino al tormentato percorso del portfolio. Sono diventati incerti molti punti di riferimento del lavoro docente, dalla scheda di valutazione, ai libri di testo, ai programmi.
Le scuole hanno bisogno di certezze e tranquillità, pertanto, va prioritariamente definito un quadro chiaro di competenze da conseguire e vanno rivisti gli obiettivi di apprendimento insieme alle Indicazioni nazionali, soltanto dopo che il quadro normativo sarà chiarito si potrà procedere con la sperimentazioni di modelli di certificazione delle competenze, coinvolgendo le scuole in una fase di approfondimento e valutazione. Oggi il rischio è quello di precipitare le scuole in un nuovo caos di cui non si sente il bisogno. Inoltre si continua a dar corso alla difformità di modelli sul territorio nazionale, mentre il DPR 275/99 parla chiaramente di modelli di certificazione delle conoscenze e delle competenze adottati dal MPI.
Riguardo alle prove scritte, la FLC ha fatto rilevare l’importanza di attribuire pari dignità alle due lingue straniere, anche attraverso un analogo percorso di valutazione degli apprendimenti.
Istituti professionali
Il ministero ha posto l’esigenza di applicazione della legge finanziaria che prevede la riduzione oraria di 4 ore per gli istituti professionali funzionanti con un orario di 40 ore di lezione settimanale.
La FLC Cgil ritiene che non si possa conseguire tale obiettivo solo come puro obiettivo di risparmio pena il rischio di tagli indiscriminati che ricadrebbero negativamente sulla didattica e sull’organizzazione del lavoro. Inoltre sono in fase di elaborazione provvedimenti come quello sulle aree tecnico professionali e quello sull’innalzamento dell’obbligo di istruzione che potrebbero produrre modifiche di ordinamento relative all’impianto disciplinare, didattico e organizzativo.
L’applicazione della norma finanziaria relativa agli orari di funzionamento degli istituti professionali va dunque rimandata al momento in cui il quadro ordinamentale sarà definito.
Roma, 21 febbraio 2007
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