
Privacy e trasparenza: è possibile garantirle entrambe
Nell'incontro di oggi tra MPI e sindacati scuola all'ordine del giorno anche l’applicazione della legge 196/2003 sulla tutela dei dati personali.


L’incontro di oggi,
era stato sollecitato
dai sindacati scuola, dopo la pubblicazione delle graduatorie permanenti prive di alcuni dati, secondo noi necessari, come ad esempio il diritto alla riserva o alla precedenza nella scelta della sede.
Le graduatorie di cui stiamo parlando, servono per le assunzioni a tempo indeterminato e determinato e coinvolgono migliaia di persone. Si capisce perciò che la partita in gioco è molto importante per i destini di moltissimi precari.
Stando a quanto ci è stato ribadito oggi dal MPI, sarebbe stato il Garante della Privacy ad imporre la pubblicazione delle graduatorie senza riferimenti ad alcuni dati personali degli aspiranti.
La FLC Cgil, nel suo intervento, si è detta convinta che le asserite esigenze della Amministrazione di tutela della privacy, vanno ben oltre lo spirito della legge stessa che richiama esplicitamente la legge 241/90 sulla trasparenza.
Il MPI, ha convenuto con la FLC sulla necessità che la trasparenza è necessaria per garantire i diritti di tutti anche se si è detto impossibilitato ad accogliere le nostre richieste proprio in considerazione dell’orientamento espresso dall’Ufficio del Garante.
In pratica dalle graduatorie, così come sono state formulate, non è possibile desumere le situazioni personali (lavoratori diversamente abili, beneficiari della legge sulle categorie protette, precedenza per numero di figli) che danno diritto alla riserva dei posti o alla precedenza.
E’ chiaro che questo fatto pone due ordini di problemi.
Il primo: la tutela dei diritti di migliaia di lavoratori che aspirano ad un posto di lavoro ai quali non può essere negata, una informazione chiara e trasparente sulle situazioni di coloro che li precedono in graduatoria. Diversamente, verrebbe meno il diritto alla difesa che è garantito dal nostro ordinamento giuridico.
Il secondo: il diritto del sindacato ad esercitare le proprie prerogative. Il sindacato come soggetto portatore di interessi generali deve poter verificare se l’amministrazione ha agito con la massima trasparenza.
Ma se le graduatorie permanenti, si riducono, come è successo, ad una semplice elencazione di nominativi questi due diritti vengono chiaramente messi in discussione.
Non è possibile, almeno per quanto ci riguarda, considerare la
nota del 18 luglio 2006
, che certamente è un segnale positivo, una risposta sufficiente.
La FLC durante l’incontro di oggi ha fatto presente che senza una informazione trasparente (al momento della pubblicazione delle graduatorie), tutti chiederanno l’accesso agli atti.
Questo fatto, specialmente nelle grandi città, pone chiaramente un problema di funzionamento dell’Amministrazione scolastica e rallenterà necessariamente le operazioni di assunzione.
Dalla corrispondenza intercorsa tra l’ufficio del Garante e il MPI, di cui ci è stata data lettura durante l’incontro, le limitazioni imposte dall’Ufficio del Garante secondo la nostra interpretazione riguardano la divulgazione delle graduatorie e non la loro pubblicazione.
Partendo proprio da questa distinzione, pubblicazione e divulgazione, sono due concetti diversi, secondo noi ci sono tutte le condizioni per conciliare le esigenze di privacy previste dalla legge 196/2003 e il diritto alla trasparenza previsto dalla legge 241/90.
La FLC ha quindi chiesto al MPI la predisposizione di due tipi graduatorie con caratteristiche “
diverse” a seconda che siano destinate alla divulgazione o alla pubblicazione.
Nel caso della divulgazione, tutti ne possono prendere visione, appare condivisibile quanto indicato dall’ufficio del Garante. Mentre nel caso della pubblicazione (affissione in appositi albi), fatto che riguarda il singolo Csa, le graduatorie vanno compilate con tutte le indicazioni utili per quanto attiene il diritto di riserva o di precedenza.
Con l’occasione la FLC ha chiesto al MPI di conoscere i tempi di approvazione del
regolamento interno
di cui ogni amministrazione in base alla legge sulla privacy è tenuto a dotarsi.
Questo ritardo contribuisce ad aumentare lo stato di incertezza e di confusione che si è creato su questa materia.
Il MPI, alla fine dell’incontro, si è reso disponibile a sollevare nuovamente il problema al Garante e a tamponare nel frattempo il problema predisponendo per ogni graduatoria una informazione da mettere a disposizione degli interessati indicando il numero di aspiranti che ha in base alla legge ha diritto di precedenza o di preferenza.
Roma, 26 luglio 2006
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