Organici: sul sostegno agli alunni handicappati i giudici continuano a bocciare i provvedimenti della Moratti
Una recente sentenza del tribunale di Napoli ha sancito ancora una volta il diritto al sostegno per gli alunni disabili, riaffermando la prevalenza del diritto allo studio rispetto alle esigenze di bilancio


Una recente sentenza del tribunale di Napoli ha sancito ancora una volta il diritto al sostegno per gli alunni disabili, riaffermando la prevalenza del diritto allo studio rispetto alle esigenze di bilancio. Si tratta dell’ennesima sentenza da parte di giudici che bocciano i provvedimenti assunti dall’amministrazione scolastica negli ultimi anni, in attuazione dei tagli sugli organici della scuola operati con decreto dal ministro Moratti, di concerto con il ministro dell’economia e delle finanze. Si tratta di una battaglia legale vinta dai genitori di un ragazzo privato delle ore di insegnamento avute nello scorso anno. Già pronti altri ricorsi per casi analoghi. La sentenza del giudice non ammette mezze misure e riconosce all’alunno handicappato il diritto ad avere l’insegnante di sostegno per tutte quante le ore che trascorre a scuola e dal primo all’ultimo minuto. Mai il Tribunale di Napoli si era espresso in termini tanto chiari e mai un giudice aveva imposto al ministero per l’Istruzione, al Centro servizi amministrativi di Napoli ed alla scuola stessa «di assegnare l’insegnante di sostegno per l’intera durata giornaliera delle lezioni». Si tratta di una sentenza che ci auguriamo “faccia scuola”.
L’alunno in questione ha 14 anni ed è handicappato dalla nascita. Frequenta la scuola regolarmente e mentre fino all’anno scorso le ore di sostegno che gli erano state assegnate (18 ore settimanali) sembravano almeno sufficienti a garantire il diritto allo studio anche per lui, quest’anno, giunto in III media, a causa dei tagli imposti dalla Moratti, dalle 18 ore a settimana di un anno fa si è passati a sole 10 ore di sostegno settimanali. Poche, tanto poche da spingere i genitori, dopo continui quanto inutili solleciti alla preside della scuola, a rivolgersi alla magistratura. Ed il giudice ha dato loro ragione. Di più, ha «ordinato» il sostegno per un numero maggiore di ore rispetto a quelle avute lo scorso anno. In diversi casi era già accaduto che si ottenesse un maggior numero di ore di sostegno di quanto prospettato per gli alunni handicappati nella fase di conciliazione amichevole e per accordi, tra scuola e famiglia, che hanno preceduto la sentenza nelle aule del Tribunale. Stavolta s’è dovuto attendere il pronunciamento del giudice.
Una sentenza che mette sotto accusa il ministero, gli uffici scolastici provinciali, la scuola. Poco conta che la preside della scuola abbia precisato «che il taglio di ore per il sostegno è scaturito da disposizioni ministeriali e non da provvedimenti emessi dal dirigente scolastico», dal momento che la scuola, a fronte di un incremento da 3 a 5 degli alunni disabili, si è vista confermare dal CSA di Napoli l’assegnazione di soli 2 insegnanti di sostegno, nonostante le ripetute e continue richieste di aumento di insegnanti. Due docenti chiamate a rispondere ai bisogni di 5 alunni handicappati! Una impossibile quadratura del cerchio. Così afferma il giudice: «La riduzione del sostegno scolastico non realizza il diritto del minore (diritto fondamentale della persona) all’educazione ed all’istruzione, ciò comportando una evidente violazione della legge che prevede l’integrazione scolastica degli alunni handicappati con interventi adeguati al tipo e alla gravità dell’handicap». Il giudice, nel motivare, fa riferimento anche alla «recente Costituzione Europea adottata a Roma il 29 ottobre 2004», laddove ricorda che questa vieta «qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sulla disabilità» ed aggiunge che «l’Unione riconosce e rispetta il diritto delle persone disabili di beneficiare di misure intese a garantire l´autonomia, l´inserimento sociale e professionale e la partecipazione alla vita della comunità».
Roma, 21 dicembre 2004
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