L’Invalsi propone gli open badge per arricchire il curriculum degli studenti
Si introducono innovazioni che rischiano una sovrapposizione e la messa in discussione degli esiti certificati dal diploma.
Dal 2020 tutti gli studenti dell’ultimo anno delle superiori (grado 13) che sostengono le Prove INVALSI possono accedere ai certificati digitali dei livelli conseguiti in italiano, matematica e inglese e scaricarli da una piattaforma specializzata nella digital credentialing.
Gli studenti possono scaricare dall’area riservata un open badge, ovvero uno strumento digitale per attestare le competenze conseguite tramite un’immagine, contenente dati relativi alla competenza attestata: si può richiedere un badge per ciascuna Prova INVALSI sostenuta e poi condividerlo come link o immagine per arricchire il proprio curriculum o e-portfolio, per evidenziare i livelli raggiunti sui social network o altre piattaforme professionali, per fornire una rappresentazione visiva delle proprie competenze su un sito web.
La nostra posizione
La FLC CGIL ritiene che questa iniziativa dell’Invalsi sia totalmente fuori luogo, per almeno due motivi:
-
l’Invalsi non è un ente certificatore, ma un ente di ricerca che deve fornire ed elaborare dati sul sistema scolastico, non valutazioni sui singoli studenti, della cui formazione è responsabile l’istituzione scolastica;
- soltanto la Scuola può certificare le competenze acquisite dagli studenti che non possono essere limitate all’esito di un’episodica prova standardizzata ma, come prevede il concetto di “competenza”, sono l’esito di un percorso più complesso.
L’utilizzo di informazioni relative al singolo studente e a singole prove travalica il mandato affidato all’Invalsi, producendo nei fatti certificazioni non contemplate dall’ordinamento scolastico, proprio nell’anno in cui si introduce, invece, uno strumento formalizzato e istituzionale come il Curriculum dello Studente.
L’introduzione dell’open badge rischia di mettere in discussione la valutazione dell’intero percorso scolastico e di creare discrasie con gli esiti certificati dal diploma finale, dando anche alle famiglie informazioni potenzialmente contrastanti rispetto alla valutazione finale che tiene conto dell’intero percorso scolastico.
Per queste ragioni, la FLC CGIL giudica poco comprensibili queste iniziative dell’Invalsi, che periodicamente tendono a forzare le regole del sistema scolastico, fondato su percorsi e norme chiari, a volte faticosamente costruiti.
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