Attività alternative all'Insegnamento della Religione Cattolica: a iscrizioni chiuse il Ministero ci dà ragione. Ma il gioco non è limpidissimo
Tardiva nota del MIUR. Alternativa all'IRC: un diritto sotto tiro.
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Il termine per le iscrizioni alle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado per l’anno scolastico 2010-2011 è scaduto il 27 febbraio.
Ciò nonostante il 2 marzo il MIUR è tornato sulla materia con una nota.
Si tratta di un problema riguardante le scelte alternative all'insegnamento della religione cattolica che la FLC aveva a suo tempo tempestivamente denunciato.
Abbiamo suggerito alle scuole di non utilizzare il modello allegato alla circolare bensì una versione opportunamente corretta. Abbiamo chiesto al MIUR che si provvedesse a rimuovere la scorrettezza. E l’abbiamo chiesto in tempo utile, cioè più di un mese prima della scadenza dei termini.
La recente nota del MIUR corrisponde perfettamente ai rilievi e alle indicazioni della FLC.
E ripristina, doverosamente, un principio di legalità: l’alternativa all’IRC può essere usufruita anche nella forma di attività didattiche e formative. Avevamo ragione, insomma, come del resto era evidente.
Ma questa vicenda, che presenta profili di legalità e legittimità assai incerti, non sarà senza conseguenze.
La nota dà alle scuole- ora a iscrizioni chiuse!- l’indicazione di “adeguare” l’allegato e sposta il termine della compilazione del modulo "entro l'avvio delle attività" in relazione alla programmazione di inizio d'anno.
Ciò significa che tutte le scelte espresse sui moduli allegati alla circolare non sono valide, quindi tutti i genitori dovranno tornare a scuola, rinnovare la scelta, compilare nuovi moduli.
Tutti, perché non si può escludere che la scelta precedentemente espressa sia stata condizionata dall’assenza nel modulo dell’opzione “attività didattiche e formative”.
Inoltre, non deve sfuggire l’ambiguità della formulazione della nota, che pare voler subordinare alla programmazione di inizio d’anno la scelta dell’alternativa all’IRC.
Non ci siamo proprio: le scuole sono tenute a garantire la programmazione e l’effettivo svolgimento delle attività alternative alla IRC.
Possiamo facilmente arguire che il MIUR, impegnato nell’alto compito educativo di tagliare organici e risparmiare, abbia tutto l’interesse a frapporre ostacoli all’esercizio di un diritto che prevede l’impiego di insegnanti.
Ma questo è illegittimo oltre che riprovevole, discriminatorio e perciò inaccettabile.
Ora l’Amministrazione deve provvedere ad una informazione mirata, capillare, documentata di tutti i genitori in modo che possano esprimere in piena libertà le loro scelte. E bisogna garantire che le loro scelte trovino soddisfazione.
La legge dev’essere applicata e deve essere garantito pienamente il diritto all’attività didattica e formativa in alternativa alla IRC. Un diritto troppo spesso e troppo disinvoltamente calpestato.
Il fatto poi che un Ministero ricorra a modalità di questo tipo pur di ottenere l’obiettivo di ridurre il fabbisogno di risorse professionali, ancorché squalificante per l’amministrazione, non può che suscitare giuste proteste e una determinazione ancora maggiore nella difesa della laicità della scuola, della sua qualità, del diritto all’istruzione.
Roma, 3 marzo 2010
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