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INDIRE: ancora una volta un atteggiamento ambiguo rischia di penalizzare i lavoratori che avevano già diritto alla stabilizzazione dal 2007

La FLC CGIL invia una nota sul PTA al Presidente e al Direttore Generale dell'INDIRE.

31/01/2018
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La FLC CGIL esprime la propria preoccupazione per un PTA (Piano Triennale di Attività) che non guarda alle novità e alle opportunità emerse in sede legislativa, sia per quanto riguarda il D.Lgs 218/2016, che il D.Lgs 75/2017 (decreto Madia) contente le procedure di stabilizzazione del personale precario presente in grande forza nell'Ente da molti anni, sia per quanto emerso con la L. 205/2017 che finanzia le stabilizzazioni, da cui saranno destinate risorse per l'INDIRE nel triennio 2018-2020, da cofinanziare con risorse proprie.

Inaccettabile questa scelta dell'Ente al quale chiediamo ancora una volta di cogliere la volontà del legislatore, che parla anche all'INDIRE, e di dare attuazione alle disposizioni della Circolare n. 3/17 del Dipartimento della Funzione Pubblica in tema di ottemperanza a quanto disposto dall'art. 20 del D.Lgs 75/2017.

Chiediamo quindi con nota inviata ai vertici dell'INDIRE che si convochino le Organizzazioni Sindacali per dare l'avvio al confronto necessario per la definizione dell'Atto ricognitivo interno, finalizzato alla verifica della platea degli stabilizzandi, nonché alla definizione dei criteri e delle modalità, trasparenti, con cui si procederà alle stabilizzazioni. La stessa Circolare n. 3/17 richiama espressamente le Amministrazioni al coinvolgimento delle organizzazioni sindacali per la definizione di tale Atto.

_______________________

Roma 19 gennaio 2018

Al Presidente INDIRE
Dott. Giovanni Biondi

Al Direttore Generale INDIRE
Dott. Flaminio Galli

Oggetto: nota su PTA

L’esplosione di poche aree di ricerca in cinque iniziative strategiche e quattordici linee di ricerca che si relazionano fra loro e con progetti e agenzia in affidamento è un apprezzabile tentativo di distribuire la responsabilità scientifica in un’ottica di organigramma orizzontale e nel rispetto dell’autonomia di ricerca. Tuttavia l’autonomia interna alle Linee appare limitata nell’ambito delle risorse assegnate finanziarie e di ricerca (pag 11); inoltre la diffusione del contributo dei singoli progetti (cap 4) fra più linee, arrivando anche a oltre dieci linee, fa ipotizzare o una perdita di identità del progetto o la presenza di un diverso organismo di ri-assemblamento non esplicitato e quindi esterno alle linee di ricerca che così perderebbero la responsabilità scientifica. D’altra parte la non chiarezza di questa organizzazione è determinata anche dalla mancanza del Regolamento di Funzionamento e Organizzazione, che sulla base della legge 218/2016 doveva essere varato entro sei mesi a partire da novembre 2016.

Nel capitolo dedicato all’aggiornamento degli obiettivi generali e strategici giustamente viene sottolineato come le attività di monitoraggio e analisi, qualitativa e quantitativa legate all’agenzia Erasmus, al PON monitoraggio, ricerca e supporto didattico e al PON Gestione Interventi di Edilizia Scolastica, come quelle legate al Patrimonio storico e Archivio si raccordano con le Linee di ricerca e sostengono l’innovazione; infatti introducendo le iniziative strategiche e le linee di ricerca è confermato che tutte le attività di progetti e agenzie concorrono al raggiungimento degli obiettivi generali e strategici del PTA.

Nel capitolo sulle risorse umane, nel numero dei 141 dipendenti TI attualmente in servizio ci sono persone che prestano la propria attività in tutti i progetti dell’ente, compresi quelli in affidamento e quindi in minima parte anche l’agenzia Erasmus. Inoltre viene scritto che le persone assunte a tempo indeterminato tramite le procedure straordinarie del 2012/13 non sono state sufficienti ad espletare tutte le attività attribuite all’ente, tanto da aver dovuto procedere alla stipula di 124 contratti TD e 130 contrati di collaborazione coordinata e continuativa per poter svolgere le attività dei progetti in affidamento e dell’agenzia Erasmus (pag. 60). Se queste sono le motivazioni che hanno portato al ricorso ai contratti precari dell’ente, la logica conseguenza è l’applicazione dal Dlgs 75/2017 e la stabilizzazione del personale in servizio necessario alle attività in corso e future dichiarate dall’ ente. Al contrario, l’indicazione di voler procedere al piano di reclutamento tramite concorsi pubblici, rimettendo alla propria facoltà la decisione di applicare il Dlgs 75/2017, contravviene allo spirito politico della norma, inoltre l’indicazione che le assunzioni dovranno avvenire sui posti effettivamente vacanti con riferimento alla dotazione organica stabilita dal decreto istitutivo dell’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica non basa l’individuazione delle figure professionali sul personale precario precedentemente indicato come necessario all’espletamento delle attività in affidamento.

Già nell’incontro con l’amministrazione del 14 dicembre u.s. abbiamo manifestato l’inopportunità di procedere ad un reclutamento tramite concorsi, indicazione mantenuta a seguito dell’inizio dello stato di agitazione del personale e al conseguente incontro con il CdA del 22 dicembre. L’unico modo per superare la precarietà lavorativa in Indire, nel pieno rispetto della normativa appositamente varata è l’applicazione del D.lgs, art 20 comma 1 e comma 2.

Riteniamo il piano di reclutamento presentato largamente insufficiente e non rispondente tra l’altro alle professionalità attualmente in servizio nell’ Ente.

Ricordiamo che ad oggi non esiste più nessun vincolo numerico di pianta organica, solo il vincolo del 80% di spesa per il personale della media delle entrate degli ultimi 3 anni che come ben esplicitato nel PTA è di 101 milioni di euro a fronte di una spesa per il personale a tempo indeterminato di soli 6,5 milioni.

Condividiamo la necessità di incrementare il personale dei livelli I-III, ma non condividiamo il numero sottostimato di fabbisogno del personale IV-VIII esplicitato nella tabella riassuntiva che non copre le figure attualmente in servizio nell’ ente a tempo determinato e di cui è innegabile la funzionalità e la necessità per il funzionamento dell’istituto e al fine di portare avanti le attività.

Il ricorso prospettato alle collaborazioni esterne è ingiustificabile nel numero, addirittura 40, prefigurando anche costi ingenti. Crediamo che una politica di programmazione assunzionale di molte delle professionalità che si intendono reperire con le collaborazioni esterne sia auspicabile per il futuro dell’ente.

Notiamo che si prospetta in via programmatica di ricorrere nel futuro, ancora in via sostanziale, a contratti a tempo determinato in via aggiuntiva a quelli in essere e largamente superiori a quelli che ritenevamo utili per trasformare i rapporti in essere da co.co.co a td.

Non si fa menzione programmatica del riassorbimento del personale precario attualmente in servizio nel triennio 2018-2020, cosa che riteniamo prioritaria e vorremo fosse esplicitata con chiarezza con un piano strutturato.

Nel PTA non si affrontano né i processi di valorizzazione del personale in servizio (progressioni di carriera) né si prospettano le soluzioni ai problemi di sottoinquadramento e “malinquadramento” presenti nell’ ente; chiediamo quindi di inserire a valle della trattativa gli effetti degli artt ex 53, ex 54, 52, 15, 3, 23.

Crediamo che solo con una visione pluriennale organica e contestuale dei processi di stabilizzazione, reclutamento e valorizzazione del personale possano dare la possibilità di trasformare positivamente l’ente riconoscendo il lavoro e le professionalità del personale già attualmente in servizio.

Cogliamo l’occasione di ribadire la richiesta di convocazione del tavolo di trattativa urgente già inviata congiuntamente alle altre OO.SS, che attendiamo avvenga a strettissimo giro.

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