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Lavoro agile e ciclo della performance: al CNR vince la burocrazia

Un’altra occasione mancata per guardare fuori dal Palazzo.

08/04/2020
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Il giorno 6 aprile 2020 i vertici dell’ente, dopo le numerose denunce per il mancato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali sui temi relativi al personale, in particolare quelli relativi alle misure da adottare per affrontare l’emergenza epidemiologica e, magari, avviare il confronto per la messa a punto della “fase 2”, ha finalmente convocato un incontro telematico con il seguente OdG: informativa sul monitoraggio del lavoro agile.

A questo proposito, come la Circolare esplicativa 2/2020 del Ministero della Pubblica Amministrazione ben evidenzia, se da un lato l’art. 87 del D.L. 18/2020 lascia autonomia alle Amministrazioni di richiedere schede o documenti di sintesi dell’attività svolta in lavoro agile, dall’altro sottolinea che gli strumenti e i meccanismi di flessibilità non devono essere vanificati con appesantimenti burocratici da parte delle amministrazioni.

Invece l’Amministrazione CNR è riuscita, ancora una volta, a guardare dal lato sbagliato e non ha colto questa opportunità come se non si fidasse del suo personale. La FLC CGIL è rimasta basita nel leggere la proposta dell’Amministrazione sull’argomento. Si è presentata al tavolo di confronto con un documento farraginoso, burocratico e inutile. Presentato non come un atto proprio dell’Amministrazione attuativo delle disposizioni governative, ma su richiesta dell’OIV, accompagnato poi, da una buona dose di ignoranza del CCNL e del D.L. 18/2020 nonché della stessa Circolare 2/2020. 

Dopo una estenuante trattativa, l’Amministrazione si è impegnata a rivedere e semplificare la proposta e ad elaborare una sola scheda invece delle quattro presentate per il monitoraggio/programmazione/valutazione del lavoro agile per i livelli I-III e IV VIII. 

Performance

Il 7 aprile l’Ente avrebbe dovuto presentare ai sindacati la proposta rielaborata e semplificata. Invece, con una mail del Responsabile della Unità Performance si anticipava ai Direttori degli Istituti, dei Dipartimenti e ai Dirigenti della SAC le azioni che l’Unità Performance, in stretto contatto con la Direzione Generale, la Direzione Centrale Gestione delle Risorse e l’Ufficio Gestione Risorse Umane, stava ponendo in essere per attuare il Ciclo della Performance e l’applicazione del Sistema di Misurazione e Valutazione della Performance (SMVP). In particolare, si preannunciava che “il CNR sta per attivare il monitoraggio delle attività svolte dal lavoratore in lavoro agile e per la quale ricevere a breve una comunicazione ufficiale sull’avvio e sulle modalità operative”, richiamando, tra l’altro, l’applicazione della Legge n.81 art. 18-24 del 22 maggio 2017. Peraltro il Decreto 81/17 agli artt.18-23 (non 24) prevede un accordo tra le parti per l’applicazione dello smart working, che non è stato mai sottoscritto al CNR. 

A seguire arrivava la nota del DG con allegato, il Provvedimento n. 43/2020: "Attuazione del Piano della Performance 2020-2022 del CNR - Assegnazione definitiva degli obiettivi per l’anno 2020 ai Dirigenti, Direttori e Responsabili del Consiglio Nazionale delle Ricerche".

Al CNR ignorano forse che:

  • il ciclo della performance, istituito dalla Legge 150/09 (Legge Brunetta), pur attivando e istituendo l’OIV anche per gli EPR, definisce all’Art 13 C.12 che il sistema di valutazione delle attività amministrative delle università e degli enti di ricerca di cui al Capo I del decreto legislativo 31 dicembre 2009, n. 213, è svolto dall’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario   della ricerca (ANVUR)
  • che all’art. 19 ha previsto il rimando al CCNL per la definizione delle modalità e del reperimento delle risorse per la valutazione individuale
  • che Il CCNL “Istruzione & Ricerca” sottoscritto il 19 aprile 2018 non ha previsto, per il Settore Ricerca, l’applicazione del ciclo della performance.

Avviare un monitoraggio finalizzato alla ricognizione delle attività svolte dal personale in lavoro agile appare chiaro oggi essere, un “seppur sperimentale”, prodromo ad una seconda fase in previsione dell’applicazione del ciclo della performance.

Dall’esame contestuale dei due documenti: la mail del Responsabile della UP e il Provvedimento CNR n. 43, redatto con il contributo dei responsabili degli uffici, dei direttori di dipartimento e di quelli di istituto, ne esce un quadro desolante. Appare evidente che il Provvedimento n. 43, predisposto dall’Amministrazione ad uso e consumo dei Dirigenti/Responsabili/Direttori, è finalizzato a prevedere obiettivi utili solo all’erogazione della indennità di risultato, non invece a prevedere azioni e procedure volte alla semplificazione e a realizzare quel Supporto e orientamento alla Rete scientifica tante volte richiesto e mai attuato. Ovviamente tutto ciò senza nessun confronto o condivisione come se il raggiungimento degli obiettivi dati non fosse il risultato dell’impegno costante e quotidiano di tutti i ricercatori, tecnologi, tecnici e amministrativi che lavorano nell’Ente.

Leggendo gli obiettivi si comprende poi, la ratio di alcune operazioni fatte ex ante, e si intuisce che spesso gli obiettivi possano essere stati indicati dagli stessi che dovranno essere valutati. Ad esempio si legge: "Almeno 3 riunioni del Consiglio di Istituto per anno (con produzione di minute aperte a tutto il personale)".

Tre riunioni del CdI all’anno che performance certificano? Per chiamarla come si deve, questa valutazione della performance è una pagliacciata. Sono veramente questi gli obiettivi che devono raggiungere i dirigenti/responsabili di questa pagliacciata per vedersi attribuita l’indennità di risultato?

E questo sarebbe il CNR che deve dare un contributo fattivo e serio al Paese per uscire dall’emergenza?

La Governance, da un lato si pavoneggia per le capacità scientifiche e dei risultati ottenuti dai ricercatori CNR, dall’altro li umilia dimostrando l’incapacità di essere al loro fianco, aumentando la pressione burocratica in nome di un efficientismo tutto rivolto all’interno del Palazzo.

L’epidemia Covid-19 imporrà un cambiamento epocale nel modo di lavorare, di relazionarsi, di organizzarsi. La FLC CGIL non starà a guardare e non accetterà passivamente l’ennesima dimostrazione dell’inadeguatezza di una dirigenza incapace di cominciare a costruire un futuro nuovo e diverso anche per il CNR.

Un pensiero affettuoso la FLC CGIL lo rivolge alla collega Annamaria Cirafici, ricercatrice dello IEOS di Napoli, mancata, pochi giorni fa, a causa del Covid-19.

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