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INAIL, firma del verbale del 7 dicembre? No, Grazie!

Punti di vista e punti di caduta sulle Indennità di Responsabilità e la conduzione del tavolo di trattativa da parte dell’amministrazione.

13/12/2023
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Non possiamo firmare un verbale che si configura (forse?) come un ”addendum” al Verbale d’Intesa del 21 maggio 2021 (di seguito chiamato VI 2021), per come si è sviluppato il confronto di merito sulle questioni emerse e perché non aggiunge niente di innovativo rispetto al VI 2021, salvo un incremento delle indennità di responsabilità dell’11% rispetto all’attuale valore, per l’incapacità dell’amministrazione di portare a sintesi le varie proposte emerse al tavolo di trattativa, per non aver assunto gli impegni presi (seppure verbalmente) al tavolo nel 2021 e per non aver saputo assumere le richieste, affatto massimaliste ma dirimenti, avanzate dalla FLC CGIL.

Veniamo con ordine:

  • la trattativa, se così si può chiamare, si è aperta a seguito della richiesta di parte sindacale, all’indomani dell’emanazione imprevista di alcuni interpelli regionali per l’assegnazione degli incarichi di responsabilità, in scadenza al 31 dicembre 2023 e da riassegnare per il prossimo biennio, con la quale si chiedeva anche il contestuale ritiro o sospensione degli interpelli pubblicati;
  • l’amministrazione, in particolare nella persona del Direttore delle Risorse Umane, nonostante nelle premesse degli interpelli citati fosse presente il riferimento ad una nota ufficiale dello stesso Direttore, sollecitato dalle organizzazioni sindacali sulla necessità che prima di procedere ai nuovi interpelli ci  sarebbe dovuto essere un tavolo di confronto con le Organizzazioni Sindacali per una valutazione di quanto accaduto in applicazione del VI del 2021, essendo stato allora siglato in via sperimentale (era la prima volta che si introducevano tali indennità e l’assenza di altri elementi conoscitivi, come il “nuovo” modello organizzativo in perenne fase di emanazione, che avrebbero potuto determinare meglio l’impatto della loro introduzione sull’organizzazione del lavoro, avrebbero suggerito la necessità di un bilancio prima di procedere ad una nuova emanazione di interpelli. Così come un monitoraggio sull’attuazione del VI 2021, avrebbe potuto portare elementi di valutazione in fase di rinnovo degli interpelli), ha tentato di negare nella sostanza la necessità di un nuovo confronto, minimizzando sugli interpelli nel frattempo usciti, rimandandone la responsabilità tutta in capo ai direttori regionali;
  • la FLC CGIL ha da subito chiesto che si aprisse il confronto prima dell’emanazione dei nuovi interpelli, esigendo il ritiro di quelli emanati, e che si andasse alla revisione del VI 2021. E’ solo grazie alla nostra insistita azione che si è riusciti in qualche modo ad aprire la discussione, seppur non nel modo che sarebbe stato corretto, ovvero previo il ritiro o la sospensione degli interpelli intanto emanati; nonché la necessità dell’amministrazione di uscire dall’empasse in cui si era cacciata, hanno finito per creare le condizione per la discussione. Discussione durante la quale è stato fornito un monitoraggio parziale di quanto accaduto, costituito sostanzialmente dall’elenco degli incarichi assegnati, di quelli non assegnati (3) e di alcune assegnazioni temporaneamente spostate da una unità all’altra; mentre nessun elemento di valutazione è stato fornito sui benefici che l’introduzione delle suddette indennità ha portato in termini di miglioramento nell’azione amministrativa. Si ricorda che stiamo parlando di 49 incarichi di cui 32 presso la DG e 17 nelle DD.RR., del valore mensile pro-capite lordo di 450 €;
  • stante questo quadro e in assenza di elementi valutativi probanti che l’amministrazione avrebbe dovuto fornire, avremmo voluto introdurre alcune novità per il nuovo biennio, finalizzate ad implementare il numero degli incarichi, al fine di favorire un rafforzamento delle UOT e delle attività di ricerca e di trasferimento tecnologico delle sezioni e dei laboratori; ampliare la partecipazione del personale, fatti salvi i principi di scelta dei dirigenti responsabili e dei requisiti necessari, appartenente ai profili di Funz. d’Amm.ne e di CTER ai processi di responsabilizzazione per favorirne il coinvolgimento; agevolare, ove possibile, un principio di rotazione nell’assegnazione degli incarichi, anche al fine di non irrigidire in maniera permanente posizioni retributive e non fisse, o di precostituire titoli di preferenza o di merito spendibili negli avanzamenti di carriera; applicare l’analogo art. 19 anche ai ricercatori e tecnologi. Tutto questo per arrivare alla stipula di un nuovo Verbale d’Intesa, alla luce dell’esperienza e nelle more della revisione del modello organizzativo;
  • Rispetto a questo atteggiamento costruttivo della FLC CGIL, abbiamo dovuto registrare una ingiustificata resistenza al cambiamento da parte della delegazione dell’Ente che si è estrinsecata dapprima nel tentativo di negare l’evidenza, ritenendo del tutte reiterabile il VI 2021, senza che ci fosse bisogno della preventiva verifica con le Organizzazioni Sindacali e negando anche il minimo riscontro alle richieste avanzate in tal senso; poi minimizzandone le conseguenze, rimandando ad un insufficiente monitoraggio e confermando di non voler intervenire sugli uffici regionali che avevano proceduto agli interpelli, garantendo che solo per le direzioni centrali si sarebbe atteso la fine del confronto prima di procedere ai nuovi interpelli;
  • un modo di procedere anomalo e pregiudizievole, che solo formalmente ha riconosciuto spazio alla discussione, perché infine, senza attenderne la conclusione e impedendo che si intervenisse sugli atti compiuti, si è arrivati all’assegnazione del nuovo incarico presso l’Ufficio Regionale della Campania in piena fase di trattative. Inoltre, dichiarandosi indisponibile ad una revisione del VI 2021, il Direttore Centrale apriva alla sola possibilità di qualche integrazione attraverso la stipula di un nuovo verbale fra le parti, per apportarvi migliorie.

Siamo dunque alla riunione del 7 dicembre scorso, in cui l’amministrazione ha presentato una sua proposta di Verbale, per la discussione di merito, rispetto alla quale facciamo le seguenti osservazioni:

  • si è registrato un atteggiamento negativo da parte della delegazione a qualsiasi richiesta avanzata dalla FLC CGIL, condito da comportamenti scorretti da parte del Direttore che in alcuni casi, sul merito delle osservazioni avanzate da questa organizzazione sindacale, lasciava che a rispondere fossero le altre organizzazioni sindacali o le chiamava direttamente in causa, esimendosi dalla risposta. Un comportamento stigmatizzato dalla FLC CGIL già nel corso della riunione, che ha di fatto creato una disparità di trattamento da parte della delegazione nei confronti delle Organizzazioni Sindacali;
  • un doppio binario che ha portato alla chiusura della riunione anticipata da parte di una delle sigle sindacali presenti al tavolo, alla quale è stata lasciata questa agibilità da parte della delegazione che, sottraendosi alle proprie responsabilità rispetto al punto dirimente per la trattativa avanzato dalla FLC CGIL, non aspettava altro per chiudere la riunione. Siamo consapevoli dei rapporti di forza che agiscono ai tavoli di trattativa e dei pesi specifici che si possono riconoscere alle diverse sigle sindacali (anche se non esiste “pesatura” della rappresentatività ai tavoli di contrattazione integrativa), ma questo non giustifica un atteggiamento così asimmetrico nei confronti delle Organizzazioni Sindacali; 
  • in ultima analisi avevamo chiesto che si potesse favorire “il principio di rotazione” di cui abbiamo parlato sopra, nelle modalità consone e senza imporre ai direttori alcunché, ma solo favorendolo nella scrittura del nuovo testo che si veniva predisponendo. Invece ci si ritrova con un testo che non innova nulla rispetto al VI del 2021, ma porta con se il solo aumento di 50 € mensili alle Indennità in questione: un risultato certamente importante per i percettori dell’emolumento (che, va detto, erano ampiamente rappresentati al tavolo di trattativa, sia nella delegazione sindacale che in quella datoriale), ma lascia disattese tutte la altre aspettativa di incrementi retributivi maturati più in generale da tutto il resto del personale e che pure sono stati avanzati. Pensiamo alle indennità fisse e ricorrenti di tutto il personale a cui viene continuamente negata la possibilità di incrementare la voci fisse e ricorrenti del salario accessorio in sede di stipula dei CIE, o alle indennità percepite dai direttori delle UOT che rischiano di vedersi scavalcati dal quantum economico degli incarichi di responsabilità, pur avendo responsabilità certamente superiori. L’incremento nominale dell’11% del valore di una indennità farebbe comodo a tutti. Alla possibilità di prevedere dei sub-incarichi per il personale di altre qualifiche;
  • infine, non si capisce e l’amministrazione non ne ha fornito contezza, quale sarà l’impatto complessivo di questi incrementi sulle poste di bilancio e sulle relative certificazioni dei fondi per la contrattazione integrativa; né perché si sia proposto per la firma del Verbale un testo in cui il contraente di parte pubblica è il solo Direttore Centrale delle risorse umane, escludendo quindi la delegazione ufficiale dell’Ente che come è noto è composta dal Presidente (in questo caso per noi il Commissario) e il Direttore Generale e che ha sottoscritto il VI 2021, né se questo Verbale proposto possa avere valore di forza tale da modificarlo.

Per tutte queste ragioni diciamo: NO GRAZIE, non firmiamo il verbale proposto e ci riserviamo di verificare ogni possibile azione contro l’amministrazione, a partire dal merito del Verbale e dal comportamento avuto nella vicenda dalla Delegazione pubblica, al fine di tutelare il ruolo della FLC CGIL e di esigere il rispetto dovuto nelle relazioni sindacali.

Nel ribadire il diniego della FLC CGIL alla firma del Verbale proposto del 7 dicembre 2023, chiediamo un incontro con il Commissario Straordinario.

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