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Il comunicato unitario sul protocollo d'intesa

Ieri notte le Confederazioni CGIL-CISL-UIL insieme con le categorie interessate hanno sottoscritto un’intesa con il Governo che riguarda sia le risorse per i contratti 2002-2003 che una serie di impegni che intervengono a correggere in modo importante molte norme della Finanziaria e dei provvedimenti assunti in questi mesi sul settore pubblico.

05/02/2002
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CGIL SNUR
CISL FIR
CISL UNIVERSITA’
UIL PA-UR

COMUNICATO

Ieri notte le Confederazioni CGIL-CISL-UIL insieme con le categorie interessate hanno sottoscritto un’intesa con il Governo che riguarda sia le risorse per i contratti 2002-2003 che una serie di impegni che intervengono a correggere in modo importante molte norme della Finanziaria e dei provvedimenti assunti in questi mesi sul settore pubblico.

Per quanto riguarda i contratti 2002-2003 le Confederazioni avevano richiesto un incremento retributivo del 6%, comprensivo dell’inflazione reale del biennio precedente, quantificando in 200.000 lire la richiesta per il comparto Ministeri.

Come è noto, lo stesso 6% produce valori assoluti di incremento diversi da comparto a comparto, perché applicato su retribuzioni diverse; il comparto Ministeri, essendo il più basso, rappresenta lo "zoccolo" di partenza. Il Governo ha proposto un diverso calcolo del valore-punto di inflazione nei comparti, superiore a quello calcolato dai sindacati, e dopo una lunga discussione, si è convenuto di fissare gli incrementi al 5,56%. Per effetto del valore-punto più alto, tuttavia, il risultato economico è lo stesso: 195.000 lire di incremento al comparto Ministeri, che vanno riproporzionate e adeguate agli altri comparti e che, sulla base dei calcoli effettuati, diventano circa 212.000 per la scuola, circa 200.000 per l’Università e circa 220.000 per la ricerca. Il Governo darà immediate disposizioni all’ARAN per l’apertura dei tavoli contrattuali sulle linee citate. Un risultato, quindi, che in termini di valore assoluto riconosce completamente le richieste sindacali e si colloca abbondantemente al di sopra dei migliori contratti dell’industria. Sul piano normativo il protocollo interviene su numerosi punti:

  • in primo luogo si conferma l’applicazione integrale dell’accordo del 23 luglio, che era stato di fatto smentito dal Governo, e del sistema delle relazioni sindacali;

  • si conferma il contratto nazionale come strumento di recupero retributivo e di equità, a fronte delle volontà di smantellamento manifestate sia dal "Libro bianco" sia da Confindustria;

  • si conferma la netta separazione tra ambito della contrattazione e ambito di intervento legislativo, sia ribadendo che secondo il DL 29 e successivi il contratto è prevalente rispetto alle norme di legge precedenti, sia impegnandosi il Governo ad evitare qualsiasi "invasione di campo", anche di origine parlamentare;

  • a riprova del punto precedente, il Governo si impegna a modificare una serie di atti già emessi: il disegno di legge di riforma della dirigenza statale; la ricontrattualizzazione del personale dei Beni Culturali; il mantenimento nel settore pubblico dei dipendenti degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico;

  • per quanto riguarda l’art. 28 della Finanziaria (privatizzazioni) e l’art. 29 (esternalizzazioni) si aprirà un tavolo di confronto permanente e preventivo finalizzato a definire i parametri di efficienza e qualità delle Amministrazioni, le prestazioni pubbliche che vanno in ogni caso garantite e le tipologie di servizi da escludere;

  • in riferimento alla riforma in atto si attiverà un tavolo permanente di confronto sulla scuola su organici, piani pluriennali di investimento e tutti gli aspetti di riforma che hanno ricadute sul personale e sull’organizzazione del lavoro; si è convenuto dietro nostra richiesta di estendere tale norma ad Università e Ricerca, ma non è stato possibile inserirla materialmente nel Protocollo per l’impossibilità ad ora tarda di consultare il Ministro Moratti; in queste ore è in corso la consultazione e il testo sarà oggetto di un’integrazione al protocollo;

  • analogamente si attiverà un tavolo di confronto sulla delega per la riforma dell’organizzazione del Governo, nonché degli enti pubblici interessati a processi di riordino, fusione e soppressione;

  • in materia previdenziale verrà modificata la delega in modo da estendere al settore pubblico le stesse norme presenti nel privato relative allo smobilizzo del rateo annuale del TFR e il superamento del divieto di cumulo;

  • infine, sulla contrattazione integrativa verrà modificato l’art. 17 della Finanziaria in modo da riaffermare l’autonomia della contrattazione e l’autonoma responsabilità delle Amministrazioni in materia di bilancio.

Si tratta, come si vede dal conciso riassunto, e come si può agevolmente evincere dalla lettura del testo, di un dietro-front netto sui punti cardine delle scelte del Governo in materia di Pubblico Impiego, su materie delicatissime e vitali sulle quali il sindacato aveva unitariamente espresso la propria forte contrarietà. Le Confederazioni e le categorie del pubblico impiego valutano perciò positivamente l’intesa raggiunta e decidono la revoca dello sciopero e della manifestazione prevista per il 15 febbraio. Restano ovviamente in piedi tutte le ragioni di dissenso esterne al Pubblico Impiego, a cominciare dall’art. 18, che seguiranno il percorso di contrasto e mobilitazione che si renderà necessario. Resta, per quanto riguarda la categoria, il nodo del contratto Università da chiudere, e quello della firma conclusiva dei contratti Ricerca ed Enea, su cui decideremo rapidamente le iniziative di mobilitazione e le loro modalità.

CGIL SNUR
CISL FIR
CISL UNIVERSITA’
UIL PA-UR

Roma, 5 febbraio 2002