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Cnr: sulla politica del personale (2)

La fase che l’Ente attraversa è particolarmente delicata. È opportuno voltare pagina sul piano delle relazioni unitarie?

13/12/2006
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Negli ultimi due mesi, i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil hanno messo in campo un notevole livello di mobilitazione per correggere vari aspetti del DdL Finanziaria 2007 particolarmente problematici per la seconda rete di ricerca. Così, al centro della giornata di sciopero dello scorso 17 novembre sono state poste questioni quali: il rinnovato rischio di perdita d’autonomia, la malcelata volontà di apportare ulteriori compressioni ai già miseri spazi disponibili per la ricerca di base e, non ultima, l’ennesima riduzione delle risorse stanziate per il finanziamento ordinario degli Enti.

Fermo è stato, in particolare, l’accento posto sulla drammatica situazione in cui versano i titolari delle molteplici forme di lavoro precario e flessibile: una vera e propria giungla che, oltre allo stanziamento di risorse dedicate, richiede anche l’individuazione di strumenti idonei a fissare un quadro di regole certe per l’accesso all’attività di ricerca.
Se, come sembra, il Parlamento consoliderà in norme le richieste delle organizzazioni sindacali, la Finanziaria consentirà, con risorse e modalità da verificare, operazioni di stabilizzazione del precariato e un piano straordinario di reclutamento anche per gli Enti di ricerca. Verificheremo, a riguardo, sia la natura delle norme che l’entità delle risorse.

Queste prospettive, frutto delle mobilitazioni unitarie, in occasione dell’incontro avuto con il Cnr lo scorso 21 novembre sulle 25 assunzioni autorizzate per il 2006, ci hanno suggerito di chiedere «preliminarmente», insieme a Cisl e Uil, «data anche l’esiguità delle risorse, di collocare qualunque decisione nell’ambito del quadro disegnato dalla prossima Finanziaria». Un primo risultato, al contempo piccolo e significativo, è già stato ottenuto: l’Ente ha deciso di stralciare le mobilità intercompartimentali dall’utilizzo delle risorse dedicate alle assunzioni, avvalendosi, per un anno, dello strumento del comando. È, riteniamo, una decisione pienamente condivisibile, che evita di contrapporre le istanze di trasferimento di alcuni lavoratori al sacrosanto diritto dei vincitori dei concorsi ex Intesa Cnr-Miur di vedere regolarizzate le proprie posizioni.

Allo stesso modo, non siamo contrari ad un impiego mirato anche a risolvere le (poche, purtroppo) situazioni di sottoinquadramento per le quali l’attuale assetto contrattuale non offre strumenti idonei. In particolare, «limitarsi al terzo livello» costituirebbe la reiterazione di scelte comportanti inaccettabili chiusure, nei confronti del personale tecnico e amministrativo, sulle quali la FLC Cgil s’è già pronunciata in più occasioni: dalla chiusura delle vacanze in pianta organica nell’aprile 2005, agli evidenti limiti della programmazione dei fabbisogni di personale per gli anni 2005 e 2006, alla tardiva attuazione degli articoli 52 e 65 del precedente contratto… e l’elenco potrebbe continuare! Per non parlare, poi, della netta chiusura rispetto ai precari tecnici e amministrativi, per i quali valgono a pieno titolo le idoneità conseguite nei concorsi celebrati nel 2001-2001.

Crediamo, tuttavia, che dopo un lustro di blocchi sciagurati non si possa «sacrificare» neanche un’assunzione sull’altare di un impianto contrattuale perfettibile. Confidiamo, quindi, nell’accurata verifica degli strumenti che la prossima Finanziaria metterà a disposizione. Confidiamo anche sul fatto che, su questo versante, non vi sia alcun risvolto in tema di rapporti unitari, com’è oltretutto attestato dall’attenzione con la quale Cgil, Cisl e Uil, con alto senso di responsabilità, hanno provveduto a coordinare le proprie posizioni e ad informare conseguentemente il personale tutto.

Sulla stessa falsariga, sinora, Cgil, Cisl e Uil hanno proceduto anche su tutte le questioni inerenti al personale: dall’emergenza concernente le 593 progressioni di livello bandite ai sensi dell’ex art. 54, alla prospettiva di realizzare un efficace sistema di opportunità di sviluppo professionale per i ricercatori e i tecnologi, utilizzando gli strumenti offerti dall’art. 15 del nuovo Ccnl anche per superare le scelleratezze compiute da molte delle commissioni esaminatrici che hanno effettuato le valutazioni previste dall’art. 64 del precedente contratto… nuovamente, l’elenco potrebbe continuare.
Riteniamo, consapevolmente, che si debba proseguire sulla strada intrapresa. Altrimenti, si lancerebbero segnali impropri, con l’effetto d’alimentare tensioni dannose per i lavoratori.

Ci sfuggono, pertanto, le ragioni che hanno spinto gli amici della delegazione FIR Cisl Cnr ad informare il personale dell’Ente, a proposito del nostro comunicato del 5 dicembre 2006 «di trovarsi di fronte ad una chiara discrasia tra quanto la delegazione FLC Cgil sostiene al tavolo negoziale e quanto, invece, la stessa afferma nel comunicato in parola».
L’unità sindacale è certamente da salvaguardare. Tuttavia, essa non costituisce un «valore-in-sé»: è da definire e da salvaguardare rispetto ai processi, in un contesto di correttezza reciproca. Non ci sembra che l’oscura presa di posizione degli amici della delegazione FIR Cisl Cnr possa produrre esiti positivi. Siamo comunque disponibili al confronto, qualora richiesto.
E, nel caso, a trarne le dovute conclusioni.

Roma, 13 dicembre 2006

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