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CNR Primo incontro OO.SS. - Commissario CNR

Si è tenuto ieri, 24 settembre, il primo incontro tra le OO. SS. confederali e il Commissario straordinario del C.N.R., prof. Adriano De Maio, ed i subcommissari proff. Fabio Pistella e Roberto De Mattei

25/09/2003
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Si è tenuto ieri, 24 settembre, il primo incontro tra le OO. SS. confederali e il Commissario straordinario del C.N.R., prof. Adriano De Maio, ed i subcommissari proff. Fabio Pistella e Roberto De Mattei. L’incontro, come richiesto unitariamente da CGIL, CISL e UIL lo scorso 4 luglio, ha avuto per oggetto un primo scambio di idee in merito ai provvedimenti da adottare in attuazione degli indirizzi definiti dal decreto di riordino dell’ente ed ai problemi ancora irrisolti nell’applicazione del vigente contratto di lavoro. Inoltre, le OO. SS. hanno richiesto informazioni in relazione ad altre problematiche di particolare urgenza, relative sia a questioni specifiche, quali la necessità di definire criteri per procedere all’assunzione dei vincitori di concorso che, a seguito del blocco delle assunzioni previsto dalla manovra finanziaria per il 2002 non hanno a tutt’oggi potuto prendere servizio e l’impellenza di individuare soluzioni per i contratti a termine in scadenza, sia a problematiche di carattere generale quali la necessità di procedere, a quasi due anni dalla scadenza del CCNL, alla costituzione del Comitato di settore del comparto ricerca quale condizione sine qua non per l’avvio del negoziato per il rinnovo del contratto collettivo per il quadriennio 2002-2005.

ATTUAZIONE DEL RIORDINO
In apertura, il Prof. De Maio ha aggiornato le scadenze previste per il mandato conferitogli. Ha comunicato di aver richiesto un mese di proroga per la definizione, oltre che dell’ipotesi di confluenza dell’Istituto papirologico “G. Vitelli” nell’ateneo fiorentino, del regolamento di organizzazione e funzionamento e di quello del personale. Ha altresì reso noto di prevedere una tempistica ulteriormente dilatata per la definizione del regolamento di contabilità, per il quale saranno previsti profondi interventi di modifica sostanziale delle regole attualmente vigenti.

La filosofia di fondo che ispirerà i futuri regolamenti dell’ente, nelle intenzioni del prof. De Maio, prevede l’adozione di regolamenti “leggeri”. Essi individueranno di una griglia di regole essenziali, la cui ulteriore definizione sarebbe da demandare, con tempi più lunghi, a provvedimenti regolamentari definiti “di secondo livello”.

Ulteriori elementi di carattere generale sono stati sinteticamente illustrati in merito ai regolamenti di organizzazione e funzionamento, del personale e di contabilità. Il primo dovrebbe prevedere un elevato livello di decentramento delle responsabilità verso le strutture costitutive della rete scientifica dell’ente, spingendosi, nei propositi del Commissario, sino alla possibilità di definire, nell’ambito di una griglia di poche regole predeterminate, modelli organizzativi differenziabili. Il regolamento del personale dovrebbe sorgere da una sintesi degli elementi positivi, non chiariti nel corso dell’incontro, contenuti nei regolamenti vigenti presso il CNR e gli enti ad esso accorpati dal D. Lgs. 127/2003 (essenzialmente INFM ed INOA). Il terzo dovrebbe ispirarsi alla definizione di elementi di controllo di gestione che vedano l’individuazione puntuale di funzioni e corrispondenti responsabilità.

In merito alle problematiche concernenti la produzione scientifica, il prof. De Maio ha dichiarato di aver avviato, anche con la lettera inviata ai Direttori degli Istituti nel luglio scorso (alle cui richieste la stragrande maggioranza degli Istituti avrebbe già risposto) e con una serie di incontri con alcuni di essi, un percorso di valutazione della qualità delle attività di ricerca svolte nell’ente. In base a quanto sinora riscontrato, nell’ente si produce ricerca di ottima qualità ma con reali problemi organizzativi di natura strutturale, derivanti da una dispersione eccessiva delle risorse e dall’assenza di meccanismi di valutazione in grado di distinguere, in termini di qualità, le diverse attività svolte negli Istituti. In relazione alla struttura della rete scientifica, così come determinata dalle modalità attuative del processo di revisione straordinaria previsto dal D. Lgs. 19/1999, il prof. De Maio ha rilevato che in alcuni casi gli accorpamenti sono stati operazioni di semplice cosmesi: in particolare, essendo tali casi ispirati prevalentemente ad affinità di natura scientifico-disciplinare, gli organi risultanti non sempre sono in grado di offrire risposte adeguate alle potenzialità offerte dalle competenze presenti nell’ente, con particolare riferimento alle spiccate caratteristiche di multidisciplinarietà dello stesso.

Obiettivo primario delle modalità attuative del processo di riordino dovrà pertanto essere quello di fare emergere le eccellenze e su di esse convogliare prioritariamente le risorse disponibili. In relazione a queste ultime, il Commissario ha chiarito che le condizioni al contorno previste nella prossima manovra finanziaria, data la situazione in cui versa il Paese saranno verosimilmente ancora meno favorevoli di quanto non fosse prevedibile all’inizio del mandato. La loro ripartizione tra gli organi di ricerca dovrà basarsi su criteri che tengano conto degli obiettivi e dei progetti definiti dagli organi di governo dell’ente e che siano selettivi in base a meccanismi di valutazione predeterminati. I criteri di valutazione dovranno essere articolati in funzione delle peculiarità delle diverse tipologie di attività. In particolare, il prof. De Maio ha operato una prima distinzione di massima tra:

- ricerca “di curiosità”: la valutazione deve essere basata su criteri strettamente legati al livello di qualificazione scientifica che prevedano il confronto con le analoghe attività svolte a livello internazionale;

- progetti “dalla base” (programmazione down-top): valutazione basata sull’esame attento di validità degli obiettivi, adeguatezza delle risorse disponibili e tempi necessari per il completamento del progetto;

- progetti “dal vertice” (programmazione top-down): gli organi di governo dell’ente danno indicazioni, basate su previsioni delle linee evolutive della ricerca a livello nazionale ed internazionale e su processi di valutazione che consentano l’individuazione dei settori presidiabili in base alle potenzialità dell’ente.

La programmazione dell’attività dovrà muovere dall’individuazione puntuale di obiettivi strategici che possono essere ricondotti a tre tipologie:

- individuazione dell’opportunità di far convergere o mantenere risorse sulle cosiddette grandi infrastrutture (large scale facilities), in funzione della situazione esistente a livello europeo anche al fine di evitare duplicazioni;

- individuazione di piattaforme scientifico-tecnologiche al fine di potenziare lo studio, da parte dell’ente, di temi strategici non adeguatamente presidiati nel Paese;

- individuazione di grandi progetti in termini di legami tra il programma ed i possibili sbocchi in termini di innovazione di prodotto.

Nell’ottica di innalzare la possibilità di confluenza di competenze scientifico-disciplinare diverse, le corrispondenti responsabilità non sono da identificare negli Istituti o nei Dipartimenti che concorreranno al conseguimento degli obiettivi ma dovranno essere previste ad hoc per lo specifico filone di intervento individuato.

In relazione agli aspetti del regolamento di organizzazione e funzionamento legati alle strutture di ricerca, De Maio ha riportato la sua assoluta contrarietà ad ipotesi di accorpamenti che muovano da affinità di natura disciplinare. Al contrario, qualunque ipotesi di riassetto della rete scientifica dovrà favorire l’interazione tra discipline diverse, accentuando le caratteristiche di inter- e multidisciplinarietà dell’ente nel suo complesso. Inoltre, le macro aree di ricerca e la corrispondente istituzione dei dipartimenti, così come previste dal D. Lgs. 127/2003, non sarebbero pienamente rispondenti alle reali caratteristiche dell’ente. Pertanto, a detta del Commissario, la costituzione dei Dipartimenti dovrà eventualmente avvenire soltanto al termine del percorso di attuazione del riordino, che deve necessariamente muovere dalla revisione della rete scientifica.

Particolare sensibilità verbale è inoltre stata manifestata, stante anche l’attuale concentrazione in fasce d’età avanzata del personale di ricerca, in merito alla necessità di favorire l’immissione in tempi brevi di giovani ricercatori, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno. Tale obiettivo sarebbe, a detta di De Maio, da perseguire anche modificando, da un lato, i flussi in uscita parallelamente a quelli in ingresso, adottando misure in grado di offrire sbocchi occupazionali adeguati alle professionalità formate in seno all’ente, dall’altro superando gli ostacoli che si frappongono nei confronti della possibilità di mobilità bidirezionale tra i ricercatori dell’ente e quelli universitari.

Su tutti i temi toccati, al di là della enunciazione degli indirizzi generali sin qui riportati, non sono state presentate proposte operative. Ciò sarebbe essenzialmente dovuto alla necessità di effettuare preventivamente una valutazione approfondita di caratteristiche e qualità delle attività di ricerca svolte e degli attuali limiti organizzativi. La ristrettezza dei tempi a disposizione e la complessità dell’ente suggerisce la opportunità di procedere in due tappe distinte. Nell’immediato, occorrerà predisporre una struttura organizzativa in grado di consentire l’attivazione di un numero limitato di obiettivi o programmi a breve individuabili, rinviando ad una seconda fase, magari attraverso lo strumento dei cosiddetti “regolamenti di secondo livello”, una definizione più puntuale degli elementi relativi all’organizzazione e al funzionamento dell’ente.

Alcune proposte sarebbero comunque in fase di formulazione e su di esse, nel momento in cui saranno definite, il Commissario ed i sub-commissari si sono detti disponibili ad avviare un iter di confronto con le OO. SS..

Il Commissario ha anche correlato al processo di attuazione del riordino alcune problematiche relative all’esistenza di un esubero di personale amministrativo rispetto a quello direttamente addetto alla ricerca. In particolare, è stata ipotizzata, senza presentare nessuna quantificazione numerica dei presunti esuberi, una eccessiva concentrazione, rispetto alle necessità delle funzioni attualmente previste, di personale con profili di natura amministrativa presso la sede centrale. Neanche in questo caso sono state presentate ipotesi operative realizzabili a breve termine, se non quella di smantellare in larga misura le strutture di diretta collaborazione di Presidente e Direttore Generale.

Le valutazioni della CGIL

La CGIL ha preso atto della condivisibilità, in linea di principio, degli indirizzi generali esposti, con particolare attenzione alla necessità di introdurre elementi reali di valutazione dell’attività dell’ente, di prevedere una consistente immissione di giovani ricercatori, nell’ente come nell’intero settore della ricerca pubblica e di prevedere modelli e obiettivi caratteristici di una rete di ricerca pubblica non universitaria, non basata sulla frammentazione disciplinare, bensì sulla capacita' di far convergere risorse e professionalità su grandi progetti a carattere interdisciplinare. E’ tuttavia opportuno osservare che quasi nulla è stato specificato in ordine alla articolazione di tali macro-obiettivi in progetti, in modelli di funzionamento e/o di organizzazione: solo una volta che tali necessari elementi siano stati specificati sarà possibile esprimere un giudizio compiuto. Per fare un solo esempio nulla è stato detto riguardo alle modalità di definizione della programmazione di attività scientifica dell’Ente, un aspetto sul quale molte critiche ed osservazioni erano state avanzate durante la discussione del Decreto. Per tale ragione, al di là di alcune prime osservazioni di carattere generale, non è ancora possibile valutare nel complesso le modalità attuative del percorso disegnato dal D. Lgs. 127/2003.

La CGIL ha comunque espresso perplessità in merito alla rispondenza degli strumenti operativi presumibilmente disponibili rispetto agli ambiziosi obiettivi enunciati, in primis in relazione alla mancata previsione di risorse destinate a finanziare il processo di riforma. E’ stato rammentato come da sempre, non soltanto in concomitanza con il processo avviato dal D. Lgs. 204/1998, la CGIL si spenda per introdurre elementi credibili di valutazione dell’attività degli enti di ricerca e per rispondere all’esigenza di predisporre piani strutturali di reclutamento. A tutt’oggi tali richieste non hanno trovato, al di là delle mere enunciazioni di principio, udienza alcuna.

Nelle attuali condizioni generali, come sopra ricordato, la ristrettezza delle risorse disponibili, pone pesanti ombre sulla coerenza esistente tra gli obiettivi enunciati e gli strumenti disponibili: anche se l’avvio di processi di razionalizzazione nell’impiego delle risorse attuali è auspicabile, permane il problema complessivo di innalzare la quota del P.I.L. destinato alle attività di ricerca. Da questo punto di vista, un esercizio del mandato commissariale che si limiti esclusivamente a funzioni di natura tecnico-scientifica non può essere in grado di determinare risposte adeguate alla drammatica natura dei problemi in gioco.

A fronte della estrema sinteticità con cui sono state illustrate le modalità di attuazione del processo di riordino, la CGIL ha inoltre ritenuto necessario richiedere una enucleazione più puntuale delle modalità operative con cui gli attuali organi di governo dell’ente intendono procedere.

La relazione del Commissario, pur tenendo conto dei tempi necessari per formulare proposte operative in merito al regolamento di organizzazione e funzionamento, non ha fornito neanche in linea generale elementi valutabili. Non è chiaro neanche quale sarà la soglia alla quale si fermerà l’intervento del regolamento definito “di primo livello”, né quali saranno gli aspetti organizzativi demandati ai regolamenti “di secondo livello”. La volontà stessa di accentuare gli elementi di decentramento, in assenza di qualunque ipotesi, anche approssimativa, di configurazione della rete scientifica è impossibile da valutare. Inoltre, lo stesso obiettivo di far emergere l’eccellenza, se presentato in modo slegato da ipotesi di lavoro concernenti l’innalzamento della qualità media dell’attività potrebbe far intravedere scenari poco confortanti per le prospettive di tenuta a lungo temine di quelle caratteristiche di inter- e multidisciplinarietà che lo stesso De Maio sostiene di voler potenziare.

Ulteriori perplessità, anche in relazione ai tempi previsti per il mandato di commissariamento, sono state espresse circa le prevedibili difficoltà legate alla necessità di raggiungere elevati livelli di consenso sugli strumenti e di condivisione degli obiettivi da parte del personale, aspetto che merita particolare attenzione, date le caratteristiche dell’organizzazione del lavoro nel settore della ricerca.

In relazione agli esuberi annunciati, oltre a richiamare l’esistenza di vincoli legislativi e contrattuali, la CGIL ha osservato come sia realisticamente impossibile procedere alla loro quantificazione e individuazione in modo slegato dalle modalità con le quali si procederà all’attuazione del riordino, in particolare in relazione all’esame dettagliato delle funzioni e dei compiti che verranno definiti per le diverse strutture.

QUESTIONI CONTRATTUALI
Articoli 54 e 64 del CCNL 21.2.2002
Nel corso dell’incontro, malgrado le richieste di chiarimenti avanzate dalle OO. SS. in merito alla disponibilità del Ministero di corrispondere le quote relative alla copertura finanziaria per il 2002, il Commissario ed i sub-commissari non hanno fornito alcun elemento di chiarificazione. Sono state espresse, per contro, delle perplessità relative alla difficoltà di garantire la copertura finanziaria per gli esercizi 2003 e seguenti: data la ristrettezza delle risorse disponibili, secondo il sub-commissario con delega all’esercizio delle funzioni di Direttore Generale, Prof. Fabio Pistella, l’applicazione dei due istituti contrattuali non potrà che avvenire operando tagli sul bilancio che non potranno risultare indolori, operazione che comunque ad oggi non risulta definita.

Il Commissario ed i sub-commissari, pur dichiarandosi disponibili a confrontarsi con le OO. SS., hanno altresì espresso riserve sia in merito ai contenuti dell’accordo concernente la prima applicazione dell’art. 54, che non conterrebbe strumenti adeguati di verifica dell’attività svolta, sia in merito al metodo seguito, in vista della prima applicazione dell’art. 64, per correlare le situazioni di anomala permanenza di ricercatori e tecnologi alle aree scientifiche cui far riferimento per bandire i concorsi.

Su tali questioni, così come su altri problemi dei quali non è stato possibile discutere in modo adeguato (contratti a termine in scadenza a fine anno, tempi e modalità di attuazione dell’Intesa CNR-MIUR, ecc.) le parti hanno concordato di incontrarsi il 2 ottobre p. v..

p. la CGIL-SNUR coordinamento nazionale CNR

Roma, 25 settembre 2003

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