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ANVUR: inaccettabile la pubblicazione dei giudizi individuali

Il Segretario generale della FLC CGIL sollecita il ministro ad un chiarimento definitivo sulle funzioni dell’Agenzia.

31/05/2012
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Ennesimo colpo di scena nell’affaire Anvur a dimostrazione di ciò che abbiamo sempre detto: la valutazione è diventata la nuova frontiera di una battaglia ideologica.

La Civit avrebbe sollecitato l’Anvur a pubblicare giudizi individuali.

Di seguito la lettera di Domenico Pantaleo al Ministro Francesco Profumo su questa incredibile vicenda.

____________

Roma, 31 maggio 2012

Al Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca
Prof. Francesco Profumo

E p.c.

Al Presidente della CRUI Prof. Marco Mancini
Al Presidente CNR Prof. Luigi Nicolais
Al Presidente INFN Prof. Fernando Ferroni
Al Presidente dell'INGV Prof. Stefano Gresta
Al Presidente INAF Prof. Giovanni Fabrizio Bignami
Alla Presidente OGS
Prof.ssa Maria Cristina Pedicchio

Signor Ministro

apprendiamo che la Civit avrebbe risposto affermativamente ad una sollecitazione dei Professori Andrea e Pietro Ichino affinché l'Anvur renda pubbliche le valutazioni dei prodotti di ricerca selezionati nell'ambito dell'esercizio Vqr e quindi dei singoli docenti e ricercatori.

Sono molte le osservazioni che questa vicenda ci suggerisce.

Innanzitutto non è chiaro a quale titolo la Civit avrebbe assunto questa decisione. Probabilmente, ha bisogno di consolidare un ruolo vacillante anche alla luce dei cambiamenti previsti dal recente accordo tra parti sociali e governo. Non ci sembra il modo migliore per farlo.

Oltre a ciò desta stupore la solerzia dimostrata nel rispondere alla richiesta di due - certamente illustri - docenti ma, soprattutto, la superficialità con cui viene affrontato un argomento così importante.

Abbiamo capito da tempo che l'iniziativa "politica" - beninteso assolutamente legittima - dei sottoscrittori della citata richiesta ha come obiettivo di importare nel nostro paese, sia nelle relazioni di lavoro che nell'istruzione pubblica, un immaginario e super efficiente modello anglosassone. Tali personali opinioni sono discutibili e discusse sia dal punto di vista scientifico sia sotto il profilo politico- ideologico.

Quello che, però, appare poco corretto è il tentativo di trasformare la valutazione di sistema in un terreno di propaganda.

Infatti, com'è noto a chiunque abbia confidenza con la materia, la valutazione dei prodotti di ricerca attraverso la modalità adottata dall'Anvur non è utile ai fini suggeriti nella missiva accolta dalla Civit. Questo per diverse ragioni. Ci limitiamo a citarne alcune.

In occasione della fornitura dei dati sui "prodotti" da valutare nella VQR, negli enti di ricerca e in molti dipartimenti universitari si è operato per massimizzare il risultato collettivo anche a scapito delle scelte individuali. Questo significa che talvolta è stato chiesto ai singoli di non selezionare i propri "prodotti" migliori per poterli invece "prestare" ad altri colleghi. In altri casi la scelta dei "prodotti" per la valutazione è avvenuta con meccanismi automatici per evitare sovrapposizioni (ciò in ragione dei limiti posti dalla stessa VQR).

Il tempo preso in considerazione per la VQR è limitato e non tiene conto della carriera che si svolge su un arco ben più lungo per la maggioranza degli interessati.

Infine la valutazione delle università non si fonda solo sulla ricerca ma anche, ovviamente, sulla didattica.

E potremmo continuare.

Le esigenze di trasparenza sarebbero, peraltro, soddisfatte attraverso la realizzazione di una anagrafe nazionale della ricerca che garantirebbe una informazione piena sulla produzione scientifica italiana.

Inoltre da quanto è emerso in un recente dibattito pubblico, a cui Lei ha partecipato, la VQR ha carattere sperimentale, quindi i molteplici problemi di impostazione dell'esercizio 2004-2010 aspettano ancora una soluzione.

Pertanto, anche a fronte di questo ennesimo singolare episodio, non è differibile un intervento che faccia definitivamente chiarezza su ruolo e funzione dell'Anvur.

Questo intervento è una precisa responsabilità politica del Ministero da Lei rappresentato.

Da ultimo, considerate le norme regolamentari e le disposizioni di legge connesse alla VQR e tenuto conto dei malumori che nelle università e negli enti di ricerca ha suscitato un processo avviato in fretta, in maniera confusa e per molti tratti pasticciata, ci sembra che la scelta di rendere pubblici i risultati delle valutazioni dei singoli prodotti - che sarebbe inevitabilmente intesa come una valutazione tout court del singolo ricercatore - possa dar vita a un contenzioso, anche legale, tra i ricercatori, le strutture e il Ministero di cui faremmo volentieri a meno.

Cordialmente,

Il Segretario Generale FLC CGIL
Domenico Pantaleo