Riforma delle scuole superiori del ministro Valditara: in Toscana clamoroso flop
Rifiutate dalle scuole superiori toscane le sperimentazioni su Liceo del Made in Italy e sul percorso 4+2 nei tecnici-professionali. FLC CGIL: “Necessario aprire un dibattito serio sul ruolo degli istituti, le giovani generazioni hanno bisogno di esperienze educative e formative di alto livello, l’opposto di quanto prospettato dal Governo”.
A cura della FLC CGIL Toscana
Nel silenzio generale, quasi alla chetichella, il Ministro Valditara sta mettendo mano al sistema della secondaria di secondo grado e, in vista dell’imminente apertura delle iscrizioni per l’anno scolastico 2024/25, ha tentato di far partire in tutta fretta sia il fantomatico Liceo del Made in Italy sia la sperimentazione che vorrebbe ridurre di un anno il percorso di studi negli istituti tecnici e professionali, mentre in Parlamento è stato presentato un disegno di legge che inserisce questo progetto in un quadro più ampio di cambiamenti.
L'idea che sta alla base del progetto del Ministero è semplice: canalizzare precocemente gli adolescenti che terminano le medie verso una sorta di nuovo "avviamento al lavoro" che li renda "occupabili" una volta raggiunta la maggiore età o, al massimo, li spinga a frequentare un ulteriore percorso biennale presso i nuovi Istituti Tecnologici Superiori (denominati ITS Academy), riccamente finanziati dai fondi del PNRR.
La povertà culturale di tale progetto è evidente: afferma che in quattro anni si devono raggiungere gli stessi obiettivi scolastici del percorso quinquennale, ventilando la possibilità di un orario scolastico lungo tutta la giornata, con lezioni da tenersi eventualmente anche d'estate, o addirittura online (come se la didattica a distanza non avesse prodotto sufficienti danni). Il progetto prevede inoltre di anticipare il PCTO (già noto come alternanza scuola-lavoro) addirittura al secondo anno di studio; intende diffondere la possibilità di sostituire la normale frequenza scolastica con contratti di apprendistato formativo appena compiuti i quindici anni; introduce attività didattiche svolte da figure prese dal mondo delle imprese, senza alcuna preparazione in materia didattica ed educativa. E' un progetto a uso e consumo delle imprese, il quale intende rendere il percorso scolastico una sorta di addestramento che prepari gli adolescenti a essere manodopera "pronta all'uso" e - aggiungiamo noi - a basso costo per le imprese stesse.
Il mondo della scuola ha compreso fin da subito le intenzioni del Ministero e infatti gli istituti toscani hanno clamorosamente rifiutato le proposte, in molti casi ignorandole del tutto (senza neanche riunire i collegi dei docenti) e in molti altri bocciandole nei collegi docenti.
In assenza di informazioni fornite dall’Ufficio Scolastico, ci risulta che dei circa 30 attuali licei economico-sociali (gli indirizzi potenzialmente interessati alla trasformazione in Liceo del Made in Italy) si contano sulle dita di una mano le adesioni (la scadenza per aderire è stata per un’ennesima volta prorogata al 18 gennaio), mentre per la sperimentazione quadriennale (scadenza il 12 gennaio scorso) secondo i nostri rilievi le percentuali di adesione si attestano al 2%. Si può parlare di un clamoroso flop. Un risultato inequivocabile che dovrebbe far riflettere e portare il Ministero a fare marcia indietro.
Alla luce di quanto sopra, è nostra intenzione promuovere un dibattito pubblico che si concentri sull'importanza degli istituti tecnici e professionali nella formazione di studentesse e studenti, nonché nel loro orientamento verso la prosecuzione degli studi o le scelte lavorative. Le giovani generazioni hanno bisogno di esperienze educative e formative di alto livello, con attività laboratoriali, esperienze in contesti reali, innovazioni didattiche, confronto con il mondo delle imprese guidato e mediato dai docenti.
Tutto l'opposto di quanto progettato da questo governo e dal Ministro Valditara.
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