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Sciopero 5 maggio: Sicilia, cortei a Palermo e Catania contro ddl su “La Buona Scuola”

FLC CGIL Sicilia: nell’Isola 20 mila precari in attesa di risposta e una intera popolazione che chiede una migliore offerta formativa.

04/05/2015
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A cura dell'Ufficio stampa CGIL Sicilia

“Al governo chiediamo un decreto urgente per assumere tutti i precari della scuola e ulteriori investimenti per migliorare la qualità dell’offerta formativa. Dalla Sicilia, regione col 25% di dispersione scolastica,  la logica del ddl sulla ‘Buona scuola. appare ancora più miope. Qui infatti abbiamo problemi di tutti i tipi e nessuno di questi viene affrontato: da quello del tempo scuola a quelli che riguardano la sicurezza degli edifici o le classi sovraffollate e non ultimo quello di 20 mila precari che aspettano da troppo tempo”. Lo dice il segretario generale della FLC CGIL Sicilia, Giusto Scozzaro, alla vigilia dello sciopero generale della scuola proclamato da 5 sigle sindacali per domani.  Una mobilitazione alla quale i  sindacati siciliani prevedono una grande partecipazione. “Lo scontento è infatti grande - rileva Scozzaro - rispetto a un progetto che non rende chiaro quale profilo di scuola si voglia affermare, del quale noi chiediamo la modifica radicale. Occorre cancellare - aggiunge - gli enormi poteri attribuiti ai dirigenti, stralciare il piano di assunzioni, tornare a una scuola democratica e partecipativa”. In Sicilia le manifestazioni saranno due, con la partecipazione di tutte le città dell’’isola: una a Palermo, l’altra a Catania.

Nel capoluogo il concentramento sarà alle 9 a piazza Marina da dove partirà il corteo che attraverserà corso Vittorio, via Roma, via Mariano Stabile, via Ruggero Settimo per fermarsi in piazza Verdi, dove sul palco parleranno studenti, precari della scuola e i segretari nazionali dei sindacati organizzatori. 

A Catania concentramento, sempre alle 9, in piazza Europa e corteo che attraverserà Corso Italia fermandosi a piazza Roma, dove parlerà il segretario della FLC CGIL Sicilia, Giusto Scozzaro e i segretari nazionali delle altre sigle.

Scozzaro rinnova comunque l’appello alla partecipazione  e lo rivolge non solo al personale della scuola ma ai cittadini, ai giovani, a genitori, “a tutti colori che hanno a cuore le sorti della scuola pubblica e che credono che l’istruzione sia una dei pilastri della democrazia e della crescita civile di un paese, che non possono dunque accettare la logica ragionieristica e peggiorativa che anima il progetto del governo”.