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Lo stato dell'edilizia scolastica a Cagliari: il caso dell’Istituto comprensivo di Via Stoccolma

Da tempo le condizioni di troppe strutture scolastiche sono problematiche. Basta interventi emergenziali, necessaria una programmazione.

18/09/2023
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Comunicato FLC CGIL Cagliari

Cagliari, 12 settembre 2023 - Una lunga storia, quella che caratterizza la situazione delle strutture scolastiche nel territorio di Cagliari.

Lunga e sconfortante per le problematiche che riguardano gli edifici scolastici: mancanza generalizzata di agibilità normativa, vetustà delle costruzioni, inadeguatezza degli ambienti alla socialità scolastica, barriere architettoniche, impedimenti per l’inclusione scolastica.

Anche la situazione dell’Istituto comprensivo di Via Stoccolma rientra in questa casistica di carente considerazione da parte delle amministrazioni degli enti locali competenti del ruolo educativo che la Costituzione italiana assegna alla scuola pubblica. Nell’edificio della scuola primaria di via Stoccolma, infatti, già dal 2020 si erano evidenziati problemi ed ebbero così inizio i primi lavori. Nel 2021, si rilevavano lesioni, arrivando alla chiusura di quei locali con contestuale inizio di ulteriori lavori. Nel settembre 2022 parte dell’edificio viene riportato “a norma” consentendone l’agibilità ma permane la necessità di interventi per una parte. I lavori vengono assegnati a marzo del 2023 ed hanno inizio a maggio, proseguendo per tutta l’estate.

Diversamente che per l’intera Sardegna, che inizia l’anno scolastico il quattordici settembre, in Via Stoccolma l’avvio dell’anno scolastico viene stabilito per l’undici. Il sei settembre una comunicazione del Comune di Cagliari informa dell’impossibilità di garantire la riapertura dell'edificio scolastico per quella data proponendo alla scuola la scelta fra due opzioni: il trasferimento presso i locali della scuola di Is Mirrionis oppure l’approntamento delle tende presso l’Istituto Comprensivo di Via Stoccolma. Entrambe le opzioni appaiono inadeguate, comunque l’Istituto sceglie la seconda opzione.

L’otto di settembre giunge una comunicazione del Comune sull’impossibilità del completamento delle operazioni di montaggio e di predisposizione delle tende per il giorno 11 settembre, riproponendo la soluzione del temporaneo trasferimento all’ Italo Stagno. Il dirigente comunica, quindi, la deroga della data di inizio delle lezioni.

Questo, in estrema sintesi, è quanto accaduto sino ad ora.

In questa come in altre situazioni, aldilà dell’adozione di misure emergenziali più o meno condivisibili, ciò che rileva a nostro parere, è la carenza nella programmazione nell’attività di gestione del patrimonio edilizio scolastico e l’insostenibile pratica della emergenza come normalità, dell’intervento a danno ormai avvenuto, solo quando si verifica un crollo, la rottura, l’allagamento.

Da tempo le condizioni di troppe strutture scolastiche sono problematiche. La logica della “messa a norma” ha consentito l’invecchiamento oltre misura degli edifici, nascondendo le criticità di locali che non sono neppure adeguati al ruolo che devono rivestire, cioè quello di spazi educativi, che dovrebbero essere progettati e realizzati per sviluppare relazioni, curiosità, connettività di individui con altri individui, con la società, con l’intero mondo; insomma conoscenza.

È questa una responsabilità che i vertici degli enti preposti dovrebbero assumere con un atteggiamento di cura continua e di attenzione amministrativa volta non all’intervento tampone, al costo minore possibile, al rappezzamento quando proprio non si può fare a meno ma piuttosto ad un piano di investimenti compiuto e teso ad assicurare tutte le condizioni che un edifico atto ad ospitare la conoscenza deve avere: spazi sicuri, aerati, illuminati, con la possibilità di riscaldarli o rinfrescarli in base alla stagione, salubri e dotati di laboratori, di spazi all’aperto, con un numero di aule sufficienti per gli alunni e spazi per il personale, palestra, piscina, campi da gioco, teatro, strumentazioni informatiche e digitali. In definitiva, uno spazio dove gli alunni stanno bene, vivendo esperienze conoscitive e formative ricche di significato e per questo pregnanti ed indelebili. Le vere esperienze di apprendimento sono proprio quelle che muovono dal benessere dello stare insieme in un luogo sicuro, confortevole e dotato di tutti gli spazi necessari e adeguati all’apprendimento. Questa dovrebbe essere la normalità, come lo è in quelle realtà in cui alla conoscenza si concede il ruolo che merita: quella della formazione dell’uomo e del cittadino.

Diversamente, proprio per la scarsissima considerazione in cui è tenuto il fine della scuola, siamo costretti a valutare perfino la possibilità che l’edificio crolli, magari mentre dentro ci sono i nostri alunni ed il personale della scuola.