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Lecce: le RSU FLC CGIL dell’Università del Salento consegnano una lettera alla ministra Messa sulla situazione del personale tecnico-amministrativo

La lettera aperta consegnata direttamente alla Ministra dell’Università e della Ricerca in occasione della sua visita presso l’Ateneo salentino.

22/10/2021
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A Lecce, oggi 22 ottobre, le RSU FLC CGIL dell’Università del Salento hanno consegnano una lettera alla ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, in occasione di una sua visita all’Ateneo.

Di seguito il testo della lettera
________________________

Signora Ministra,

siamo lieti di poterLa incontrare presso il nostro Ateneo.

Approfittando di questo incontro, riteniamo doveroso, in qualità di Rappresentanti, sottoporre alla Sua attenzione un appello accorato per la situazione in cui versa il Personale Tecnico-Amministrativo del nostro Ateneo, situazione purtroppo comune ad altre realtà universitarie simili per dimensione e risorse.

Negli ultimi anni abbiamo assistito a diversi interventi normativi che hanno previsto misure e piani straordinari in favore del personale docente e ricercatore, andando ad affrontare alcune problematiche che le politiche di definanziamento delle Università e qualche stortura legislativa hanno determinato in molti Atenei. A questi si sono aggiunti anche interventi mirati, come i recentissimi decreti ministeriali di agosto, volti al sostegno di dottorati innovativi e contratti di Ricercatore a tempo determinato di tipo A (Rtda) su tematiche dell’innovazione e green.

È indubbio che tali scelte, sebbene condivise nelle finalità, abbiano determinato un duplice effetto negativo sul personale tecnico amministrativo (pta): 

  1. In primis, un considerevole incremento dei servizi tecnico-amministrativi richiesti, con tempi di attuazione talvolta molto compressi, a gravare su una dotazione di pta in costante riduzione negli ultimi anni; 

  2. In secondo luogo, una riduzione del rapporto pta/personale docente in servizio, con evidenti conseguenze in termini di incremento dei carichi di lavoro e stress da lavoro correlato, oltre che una riduzione della qualità dei servizi erogati. 

Il PNRR in via di attuazione prevede ulteriori e importanti misure a sostegno della ricerca e dello sviluppo del territorio, con tempi di realizzazione stringenti e il paese tutto, e gli Atenei in particolare, non possono permettersi di farsi trovare impreparati a questo appuntamento, pensando di dover rispondere solo in termini di idee progettuali e competenze scientifiche e di ricerca. 

Questo quadro sinteticamente esposto impone una ormai non procrastinabile riflessione sull’adeguatezza della consistenza organica del personale tecnico-amministrativo all’interno degli Atenei, che già sconta un tasso di decrescita registrato negli ultimi 10 anni tra i più alti del pubblico impiego. Nel nostro Ateneo tale riduzione è stata di circa il 13% rispetto alle risorse in servizio nel 2010. In assenza di interventi mirati certamente non si riuscirà a cogliere a pieno le nuove e stringenti opportunità di sviluppo programmate, che richiedono uno sforzo organizzativo e gestionale anch’esso straordinario, oltre che personale dedicato e adeguatamente formato.

Assistiamo, invece, che dinanzi a tali importanti sfide in termini di investimenti su risorse e capitale umano, vi sia, a livello nazionale, un silenzio assordante sulla necessità di allineare anche la consistenza del personale tecnico-amministrativo a quelle dotazioni minime che tale momento storico imporrebbe.

Riteniamo essenziale e impellente adottare politiche di rafforzamento in pianta stabile, garantendo, al di là degli odierni obiettivi, di supportare nel tempo le nuove progettualità dalle prime fasi di pianificazione e finalizzazione dell’idea innovativa sino alla sua realizzazione e completamento, anche in termini di trasferimento tecnologico e ricadute sul territorio.  Vorremmo scongiurare soluzioni rappresentate dal reclutamento temporaneo di specifiche professionalità che rischierebbero di trasformarsi presto in nuovo e problematico precariato nella pubblica amministrazione.

Questi obiettivi non possono che essere raggiunti con un apposito e urgente Piano Straordinario per il PTA che consenta anche ad Atenei che, come il nostro, pur avendo ampia capacità assunzionale in termini di punti organico non dispongono della corrispondente copertura finanziaria, di provvedere a un adeguato reclutamento e, quindi, anche al riequilibrio della consistenza di tutte le componenti accademiche. 

Approfittiamo di questa preziosa occasione anche per rappresentare, con l’approssimarsi del rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro scaduto nel 2018, che il personale tecnico amministrativo delle università, probabilmente a causa dello scarso peso specifico, è tra le categorie dei lavoratori pubblici più penalizzati. Non è servito l’accorpamento con altri comparti per portare il nostro livello stipendiale al pari degli altri, restando fra i più bassi della pubblica amministrazione e, nel momento in cui il personale docente ritorna allo scatto biennale, le progressioni economiche “biennali” del PTA, si sono trasformate in una specie di lotteria dove se si è fortunati il biglietto vincente arriva dopo 5 anni. Le chiediamo, Ministra, di segnare un cambio di passo rispetto al passato che restituisca al PTA la giusta attenzione e dignità, essendo anch’esso una delle componenti del sistema universitario.

Lecce, 22 ottobre 2021.

RSU e RSA FLC-CGIL UNISALENTO 

FLC-CGIL LECCE

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