CNR: il Presidente del Consiglio a Lecce non incontra i precari
Alla firma di un accordo tra CNR e ENI non viene ammessa una delegazione di Precari dell'Ente.
Domenica 24 marzo il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, all'interno del campus Ecotekne di Lecce, ha presenziato alla firma dell’accordo tra CNR e ENI per un progetto con un piano di investimenti da 22 milioni di euro da investire nella creazione di quattro laboratori - in settori di studio fondamentali per lo sviluppo sostenibile del Paese - dislocati in quattro regioni meridionali: Puglia, Basilicata, Sicilia e Campania.
Alla cerimonia hanno partecipato, insieme al Ministro per il Sud Barbara Lezzi, anche il Presidente del CNR prof. Massimo Inguscio e il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.
Si è trattato di un’occasione molto importante per tutto il settore della ricerca meridionale che beneficerà di un programma di alta formazione rivolto a giovani ricercatrici e ricercatori e comporterà anche un’importante occasione di sviluppo economico per il Sud.
A questo importante evento tuttavia non hanno potuto partecipare proprio i ricercatori del CNR. Purtroppo non è stata ammessa nemmeno una delegazione di lavoratori precari che pure aveva chiesto di essere ricevuta con l’intento di consegnare una lettera al Presidente del Consiglio in cui rappresentare il dramma del precariato della ricerca che, solo al CNR, riguarda un migliaio di lavoratori in tutta Italia.
Il precariato delle Ricerca ha ancora dimensioni abnormi ed è paradossale che i nostri ricercatori debbano vivere con contratti che scadono spesso anche di 15 giorni in 15 giorni mentre proprio per lo sviluppo del Paese, è imprescindibile che i lavoratori della Ricerca siano valorizzati e, contrattualmente, tutelati.
La cosiddetta Legge Madia ha creato l’alveo amministrativo in cui inserire le stabilizzazioni che dal CNR sono state, finalmente, avviate dopo due anni di lotte dei Precari Uniti con l’appoggio determinante delle organizzazioni sindacali confederali. Ora, però, si tratta di ottenere che il processo di stabilizzazione dei lavoratori precari del CNR sia portato a compimento. Se oggi possiamo affermare, non senza orgoglio, che oltre 1300 lavoratori sono stati già stabilizzati, tuttavia non possiamo dimenticare che altri 1000 lavoratori sono ancora in attesa dell’agognata stabilizzazione.
Pur dando atto al governo Conte di aver stanziato 34 milioni di euro per il CNR, non ancora utilizzati del tutto, non possiamo non ribadire che queste risorse sono insufficienti per il completamento delle stabilizzazioni.
Per questi motivi facciamo nostra la lettera aperta che il lavoratori precari hanno indirizzato al presidente Conte: la ricerca pubblica è una risorsa per il Paese ma questo sembra voler essere un Paese senza risorse per la ricerca pubblica. Non c'è più tempo per le promesse, perché i lavoratori precari non sono solo numeri ma uomini e donne con un bagaglio di competenze e di esperienze che il CNR e l’Italia tutta non può permettersi di perdere.
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