Formazione professionale: Piemonte, il 22 maggio presidio a Torino. Rinnovare il CCNL
Urgente rinnovare il contratto collettivo nazionale di lavoro del settore, unico riferimento contrattuale delle attività formative regionali.
I lavoratori della Formazione Professionale piemontese a 10 anni dalla scadenza del contratto, scendono in piazza per rivendicare il diritto ad avere il rinnovo del CCNL.
Lunedì 22 maggio 2023 a Torino si terrà un presidio presso il Palazzo Regione Piemonte, Via Farigliano, 9 dalle ore 9.00 alle 11.00 (fermata “Italia 61” della metropolitana di Torino).
L’iniziativa sindacale nasce dopo tre assemblee territoriali che hanno visto la partecipazione di oltre 500 lavoratori, a testimonianza dell’esigenza, non più rinviabile, del rinnovo contrattuale.
I sindacati FLC CGIL, CISL Scuola e UIL Scuola RUA Piemonte che organizzano l’iniziativa chiedono alla Regione Piemonte di ritornare a farsi carico della necessaria copertura economica del contratto. Leggi il comunicato.
I dati confermano l’importanza del ruolo del personale del settore nel sistema educativo e formativo del Paese e della Regione Piemonte. A partire dai percorsi formativi ordinamentali (obbligo scolastico), che coinvolgono più di 23.000 studenti, (che hanno condizioni di finanziamento minori dallo Stato rispetto ai loro coetanei della scuola), fino ad arrivare a tutte le filiere di formazione che vanno dal mercato del lavoro alle politiche attive.
Sono circa 2.500 i lavoratori subordinati (a fronte di un utilizzo abnorme di lavoratori precari) impegnati nella formazione iniziale, nella formazione sullo svantaggio di 2.500 utenti, nell’alta formazione di circa 1.800 utenti, nell’apprendistato di 19.500, nella formazione continua di 9.000 occupati e non, nella formazione adulti di 3.500, nel socio assistenziale di 1.700, nei corsi riconosciuti 6.600, nei processi di riqualificazione di lavoratori, e infine per citare solo le ultime sfide formative di Academy e di Garanzia Occupazionale Lavoratori di 32.700 persone inviate al buono servizio lavoro, di 26.819 prese in carico e 8.700 avviate in percorsi di formazione.
Per queste ragioni ribadiamo l’urgenza del rinnovo del CCNL della Formazione Professionale come unico riferimento contrattuale delle attività formative regionali.
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FLC CGIL - CISL Scuola e UIL Scuola
Piemonte
Comunicato ai lavoratori e alle lavoratrici
La lunga crisi economica, sociale e occupazionale che colpisce la nostra Regione richiede, come più volte sottolineato da tutti gli attori chiamati a delineare le politiche formative e attive per il lavoro, un radicale cambiamento al sistema della formazione professionale, per rispondere alle nuove richieste di formazione/riqualificazione dei processi di apprendimento e produttivi del mercato del lavoro. Da questo punto di vista il sistema formativo piemontese è chiamato dalle mutate condizioni economiche e dalle evoluzioni produttive a una intensa innovazione organizzativa . Porre la formazione al centro di tutti i processi produttivi (siano questi di beni e/o di servizi) non è più una scelta ma una necessità per la ripresa economica del nostro Paese.
La realizzazione del programma GOL e delle Academy, per citare solo le ultime sfide formative, il disequilibrio tra la domanda e l’offerta del mercato del lavoro che richiede l’attuazione di continui e nuovi interventi formativi, impongono e continueranno a farlo in maniera più stringente, un radicale cambiamento del modello di organizzazione del lavoro all’interno degli Enti accreditati. Un percorso di cambiamento articolato e complesso che deve essere condiviso e fondato su risorse economiche stabili e strutturali al fine di raggiungere l’obiettivo prioritario di tutte le parti coinvolte: realizzare percorsi formativi di qualità che consentano a tutti gli utenti dei percorsi di formazione e ai discenti di ogni ordine e grado l’acquisizione di competenze spendibili nel mondo del lavoro. Il sistema della Formazione Professionale piemontese si è più volte distinto per la capacità di affrontare i cambiamenti, ma perché questi siano funzionali, e non solo finalizzati a risolvere situazioni "emergenziali" devono essere pianificati il più possibile per rispondere in tempo reale alle esigenze economiche del Paese. Troppe volte le risorse umane che operano all’interno del sistema formativo regionale si confrontano con una realtà incerta dal punto di vista finanziario (ritardi dei bandi, incostanza dei flussi, finanziamenti ecc.) con ricadute sulla liquidità degli enti gestori e conseguenti ritardi nell’erogazione di alcuni istituti contrattuali. A ciò si aggiunge il mancato rinnovo del CCNL della Formazione Professionale scaduto nel 2013.Questo significa che mancano all’appello ben tre rinnovi contrattuali, in una situazione di crisi che ha ulteriormente impoverito i lavoratori del comparto del sistema formativo nazionale, a fronte di continui sacrifici in termini di disponibilità richiesti ai lavoratori per rispondere alle emergenze, come nel caso della pandemia. Conseguenza è l’esodo degli insegnanti verso altre prospettive e un aumento significativo del precariato. Le trattative sul rinnovo del CCNL sono in stallo da troppo tempo, anche a causa delle modalità e quantità di finanziamento del sistema formativo, che si caratterizza per le forti discrasie tra le varie Regioni e produce forti diseguaglianze sia nei confronti dei lavoratori, sia nei confronti di utenti e studenti, i quali si trovano ad accedere a diverse opportunità in relazione al luogo dove vivono, ma anche nell’ambito dello stesso territorio, in relazione della tipologia del percorso formativo scelto. In maniera preoccupante ciò avviene anche all’interno del sistema leFp (Istruzione e Formazione Professionale), che ricordiamo a tutti essere l’assolvimento dell’obbligo scolastico. Diversi mesi fa è stata aperta un’interlocuzione con il Presidente della Conferenza delle Regioni, (Massimiliano Fedriga) il quale ha favorito un primo incontro con i coordinatori della Commissione Lavoro e Formazione Professionale. Tutto ciò è fortemente insufficiente e al momento non si vedono soluzioni. Per queste ragioni riteniamo necessario accompagnare la trattativa con azioni finalizzate alla sensibilizzazione della Regione Piemonte, scendendo in piazza con i/le lavoratori/trici il giorno 22 maggio, per richiamare l’attenzione sul loro rinnovo contrattuale e per chiedere un impegno preciso ad attivarsi sia nel Coordinamento delle Regioni, sia in merito alla richiesta di incontro con i Ministeri del Lavoro e dell’Istruzione per quanto riguarda l’aumento dei finanziamenti destinati al settore che ricordiamo essere da troppi anni fermi.
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